Kleist sbarca di nuovo a Genova e scherza con le proprie nevrosi

Kleist sbarca di nuovo a Genova e scherza con le proprie nevrosi Domani «La brocca rotta» e a Ferrara «Homburg» di Lavia Kleist sbarca di nuovo a Genova e scherza con le proprie nevrosi GENOVA — E' l'anno di Heinrich von Kleist. Il principe di Homburg ha inaugurato, con la regia di Walter Pagliaro, la stagione del Teatro di Genova; lo stesso dramma va in scena domani sera a Ferrara con la regia di Gabriele Lavia e l'interpretazione di Umberto Orsini. Ancora domani sera debutta al «Duse» di Genova, per il Teatro Stabile, 11 terzo Kleist di questo inizio dì stagione, l'atto unico La brocca rotta, con la regia di Marco Sciaccaluga. L'aula del tribunale dove per un'ora e cinquanta minuti, senza intervallo, si svolgerà il processo della Brocca rotta è un'Idea dello scenografo Inglese Hayden Griffin, lo stesso che l'anno scorso realizzò Pericle principe di Tiro: sul piano stilistico è un po' sempre la stessa che caratterizzo il dramma shakesperiano, salvo che in quel caso si trattava davvero della tolda d'una galea. SI ribattono gli ultimi chiodi, si cerca di recuperare qualche poltrona in platea. Tranquillo, com'è nel suo carattere maturo e riflessivo, il regista Marco Sciaccaluga. Ex giovane di belle speranze, da molti anni è il regista «ufficiale» dello Stabile e ha collezionato già 13 regie, tre delle quali l'anno scorso. Sciaccaluga ha diretto La brocca rotta con la cera nelle orecchie. Còme Ulisse di fronte all'isola delle Sirene. Il Teatro di Genova ha avuto, sempre nel segno di von Kleist, un mezzo scivolone d'esordio. Tra l'altro il mezzo insuo cesso de II principe di Homburg di Walter Pagliaro ha rallentato l'incremento degli abbonamenti e le repliche in corso non trascinano eccessivo pubblico, Quindi le responsabilità, che gravano sul ventinovei;ne Sciaccaluga, sono piuttosto delicate. Ma il regista, dopo aver ammesso che forse non gli sarebbe.dlsplacluto dirigere XI principe di Homburg, taglia corto con ogni illazione. SI dice «abbastanza sicurodei successo di pubblico e di critica della Brocca rotta: il cast che lavora per lui è un po' la collaudata «nazionale» di Genova, teatralmente parlando: c'è Paghi, c'è la Volonghi, c'è De Ceresa, c'è la Marcheggiàni, c'è Milli, c'è il vècchio, Irriducibile, Ardtzzone. Sciaccaluga spiega il suo spettacolo: «Lo scenografo, d'accordo con me, ha abolito il sipario e ogni divisione tra palcoscenico e platea. E' un atto unico lunghino, ma non troppo, che si svolge dalla mattina all'alba a mezeogiorno. E' un'udienza, con un cre¬ scendo di tensione. C'è unità di tempo, luogo e azione. Non si può spezzare. Goethe ne fece un adattamento in tre tempi e von Kleist sene adontò, polemizzò con lui e giunse a sfidarlo a duello-. Si passa a esaminare le qualità del testo: -E' stato detto — prosegue Sciaccaluga g| che La brocca rotta è una commedia die sta insieme per il meccanismo ben oliato, ma die però non contiene alcun elemento della nevrosi e della poesia di Kleist. Per me è l'esatto contrario. La schizofrenia di Kleist è sempre presente, in tutti i personaggi, a cominciare dal giudice Adamo, nevrotico, pigro, un bambino di cinquantanni che rifiuta di crescere e rifiuta la verità, quindi la realtà, si può riscontrare agevolmente». Sulla base di queste premesse come sarà la recitazione? « Ho preteso la massima aderenza al testo e una recitatone realistica. Nella commedia non sono notevoli'solo le scene, ma anche le controscene, ciò che non si dice. Per esempio la reazione della folla, dei protagonisti stessi allo svolgersi degli eventi. Ho "la\vorato"molto sugli attori, come si dice in gergo, e ho calibralo al massimo ì tempi e i ritmi-, p. 1. Lina Volonghi

Luoghi citati: Ferrara, Genova