Nell'allegra clinica della collina i malati «non dovevano» guarire

Nell'allegra clinica della collina i malati «non dovevano» guarire Processati per truffa i titolari di Villa dei Colli chiusa 5 anni fa Nell'allegra clinica della collina i malati «non dovevano» guarire Per poter lucrare il più possibile sulle rette pagate dall'Inps e dalla Regione, amministratori e medici aggravavano—secondo l'accusa—diagnosi di tbc e alteravano cartelle cliniche «Se qualcuno reclamava gli rìdevano lii faccia-. «Chi voleva andare a casa perché'stava meglio era bloccato dal medico: ''Resta qui che ti curiamo per bene". Gli ispettori dell'Inps che dovevano tutelare i nostri interessi ci prendevano per i fondelli-. Accuse pesanti, pronunciate con rabbia mista a disperazione. A lanciarle sono le parti lese al processo della seconda sezione penale (pres. Capirosst, pm Gay, cane. Zappia) per Io scandalo di «Villa dei Colli», la clinica privata di strada Volante 132, chiusa nel '77 dalla Regione per irregolarità nell'assistenza ai ricoverati di tubercolosi. Sul banco degli imputati, i due fratelli amministratorititolari della casa di cura, Carlo Mario e Sebastiano Abate. L'accusa è di truffa aggravata e continuata, falso e lesioni colpose. Di falso rispondono anche due ispettori dell'Inps, Temistocle Villa e Antonio Vecchione. Dall'aula manca un altro imputato, Giovanni Fassone, direttore I sanitario della cllnica: è mor- to nel corso dell'istruttoria. La truffa. Dal 1962 al '77 secondo l'accusa il dott. Fassone e i titolari della casa di cura avrebbero disposto ricoveri ingiustificati a malati di tubercolosi, protratto senza mo- tmvcsd tivo degenze, diagnosticato malattie inesistenti o aggravato altre diagnosi. E tutto ciò per lucrare 11 più possibile sulle rette pagate dall'Inps o dalla Regione. La degenza protratta ingiustamente» avrebbe provocato lesioni a tre ricoverati. Il falso: sulle cartelle cllniche veniva rilevata «un'accentuazione pegglotàliva» delle lesioni polmonari mentre sul registro degli esami di laboratorio risultava 11 conr trario. Gli imputati, difesi dagli avvocati Gabri, Dal Piaz, Andreis e Lobina, respingono sdegnosamente: «Non è vero niente. Le cure prestate erano necessarie e le decideva il dott. Fassone (morto come si è detto, neh-.). Non dimentichiamo che il ricovero degli ammalati a "Villa dei Colli" era deciso dal Consorzio antitubercolare o da altri medici esterni-. Ieri in aula erano presenti 1 due ispettori dell'Inps e Carlo Mario Abate, mentre il fratello di quest'ultimo ha preferito disertare il dibattimento. Ha cosi evitato le pesanti bordate d'accusa sulla clinica partite da alcune parti lese (nel processo si sono costituiti- parte civile la: Regione, ì'Inps, le Adi e una decina di ammalati). . La Illa è aperta da un vecchietto alto, magro. Dice al presidente, la voce un po' malferma: «fono stato ricoverato per 12 anni lì. Ogni tanto uscivo e tornavo In famiglia per due giorni. Un medico voleva mandarmi a casa, ma interveniva sempre il dott. Fassone che mi bloccava: "Ma no, vedi, tu hai ancora un puntino di infezione, sparito quello puoi andare via". Quel puntino non spartiw mai-. Un altro rincara la dose: «Sono stato 5 anni a Villa dei Colli. Un giorno l'amministratore Carlo Mario Abate ci ha riuniti tutti in assemblea e ha detto: "Le scodelle con il cibo sono troppo grosse, bisogna sostituirle con altre piU picco-' le". E così si è fatto-. Dal banco degli imputati reagisce con sdegno l'Abate chiamato in causa: «Non è possibile dire certe cose». Il teste non si scompone: «Lei sa che è vero. E i ricoverati di tubercolosi che facevano i muratori e provvedevano alle caldaie del riscaldamento?-. L'imputato con durezza: «Non erano ricoverati, o almeno, non lo erano più- Nino Pietropinto Antonio Vecchione e Temistocle Villa: <iEra tutto regolare»