Sul piano regolatore si ricomincia da zero

Sul piano regolatore si ricomincia da zero L'opposizione accusa pei e psi in Comune Sul piano regolatore si ricomincia da zero Adottato nell'80, dopo cinque anni di discussioni, ora viene ritirato - «Tempo perso e soldi spesi senza alcun beneficio» Il piano regolatore della città, adottato nel 198Ò, deve es-' sere rivisto nel profondo e in pratica sarà ritirato per lasciare il posto ad un nuovo progetto preliminare che sarà pronto entro l'autunno del prossimo anno. La notizia è stata-data lunedi in seconda commissione dall'assessore all'Urbanistica Raffaele Radicioni, nel corso di una riunione chiesta dal gruppo de a Palazzo Civico. L'attuale bozza, approvata dal Consiglio municipale, era stata esposta per le osservazioni dei cittadini, sollevando un vivace dibattito per gli interessi economici e sociali che suscita un documento dal quale dipende il valore di terreni, di immobili e la possibilità o meno di costruire nelle varie zone di Torino. De, pli e pri, in una conferenza stampa cui hanno partecipato i democristiani Artusi, Gatti. Montanaro, Accattino, Vezzone. Finzi e Guazzone, i liberali Dondona e Santoni e il repubblicano Ferrara, hanno definito irti ritiro del piano un alto di morte del progetto urbanistico per Torino..; un «fallimento della politica municipale sui grandi temi-; un «tonfo clamoroso-; un « tentativo di porre le mani sulla città per le grandi operasioni, ponendo inncoli su quelle marginali». Una serie di accuse, partite da una osservazione: «Quando i comunisti erano all'opposizione, nei primi Anni 70, volevano a tutti i costi il nuovo piano regolatore. Arrivati al potere, hanno perso sette anni e messo ed ora sono al punto dipartenza-. «L'annuncio ufficiale del-. l'uvvenu to decesso — ha detto il de Artusi — verrà dato nella prossima seduta di Consiglio coinunale. Chiederemo chiarimenti. Non è sufficiente affermare, come ha fatto Radicioni, die sono cambiati i punti di riferimento, che oggi la città è sommersa dalla crisi economica, chev'è-il' problema iel Lingotto.ouello.del nuovo scliema di piano territoriale. Perché nell'80 non c'era la crisi? Nonc'era il Lingotto?». «La conclusione politica — ha incalzato il liberale Dondona —è che l'amministrazione di sinistra, nel settore dell'urbanistica, ha fallito clamorosamente, ha perso il senso dell 'orientamento generale, non ha più progetti». Anche a giudizio del repubblicano Franco Ferrara: «Non rimane altro da fare che constalare l'incapacità della giunta socialcomunista a gestire un tema tanto importante quanto il processo di rinnovamento urbanistico di Torino. Ma questo non è che un tassello — ha aggiunto — di tutta una serie di scelte sbagliati., su cui comunisti e socialisti hanno dovuto fare ?narcia indietro. Dopo oltre sette anni c'è il vuoto-. Dietro alle accuse di «incapacità tecniclie- ve ne sono altre di carattere politico. Contraddizioni fra scelte per i trasporti e per territorio, («nel piano regolatore — ha spiegato il capogruppo liberale Santoni — non c'è traccia della metropolitana leggera-); una carica ideologica eccessiva che ha portato — secondo il de Montanaro — «al rifiuto della collaborazione delle forse culturali e sociali della città-. «Poi, fatto non marginale — ha precisato Ferrara — ci sono le incomprensioni in giun¬ ta fra un pei e un psi che già non si amano e che, come se non bastasse per rallentare le cose, litigano anche al loro interno, passando dal rallentar tore alla paralisi-. Risultato? «Tempo perso e soldi spesi invano — ha chiarito il de Guazzone — sema nessun beneficio per la collettività. Suscitando polemiche e dibattiti che oggi risultano quasi inutili-. Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Ferrara, Torino