Giornalisti e partiti

Giornalisti e partiti Un appassionato dibattito a Venezia Giornalisti e partiti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Dalle acque della Laguna è partito un brulotto capace di dar fuoco a qualche vascello dell'informazione italiana presente a Venezia per confrontare analisi ed esperienze sul tema -Il giornalista fra libertà e condizionamentu. Scottante quindi la relazione introduttiva di Giampaolo Pansa per la seconda giornata del convegno dell'Ordine alla fondazione Cini. Nel pomeriggio, sempre per tenere il dibattito a temperature elevate, una tavola rotonda su -L'informazione e i poteri occulti., con l'intervenlo del giudice Giancarlo Armati, del segretario della Federazione della stampa Sergio Borsi. del direttore del Piccolo di Trieste Luciano Ccschia, di Arturo Gismondi di Paese Sera e dello stesso Pansa che seguiva il viaggio del brulotto lanciato in matti nata. Pansa. vicedirettore di Repubblica, ha detto che la sua era una navigazione a vista, fatta in ventitré anni di professione a bordo dei maggiori giornali italiani, ricavando l'impressione che i margini di libertà sono più ampi che In altri Paesi, m» condizionati da sei «poteri»: editoriale, finanziario, partitico, criminale; istituzionale e corporativo. A questi si aggiungerebbero alcuni autocondizionamenti che i giornalisti scelgono da soli. Molta attenzione sul rapporti con le istituzioni e i partiti. Al primo punto Pansa denuncia: -Il potere giudiziario Si espande nel politico. C'è anche un tipo di magistrato che usa far politica con le rivela- aloni del proprio ufficio. Quale controllo può fare il giornale sulle notizie di fonte giudiziaria?.. Il giurista Neppi Modona ha tracciato il quadro dei segreti, quello istruttorio e quello professionale. Sul primo ha proposto: sia il giudice stesso a stabilire quali parti di un'istruttoria debbano essere eventualmente riservate e per il resto si apra la porta alla slampa. Sul secondo ha ricordato che la Corte Costituì zionale ha demandato al legislatore 11 compito dì stabilire quando il giornalista abbia il diritto di tenere riservata la sua fonte e quando prevalga invece l'interesse generale all'accertamento della verità. Per Neppi Modoria occorre un sistema equilibrato e non assoluto. Sull'esigenza di un'istruttoria aperta, affidata a un collegio nei casi più complessi, anziché a un giudice unico, e con garanzie di non strumentalizzazione, si è pronunciato chiaramente il giudice di Roma Armati. Rapporti con I partili: sono troppo invadenti i politici o troppo compiacenti i giornalisti clie, sostiene Pansa, si identificano spesso con la classe dirigente e perdono il necessario distacco? Arrigo Benedetti raccomandava di non avere troppe amicizie politiche e Mario Pannunzio sconsigliava di lasciarsi fotografare accanto a personaggi pubblici. Ma Giovanni Russo i-Corriere della Sera.), che ha rievocato i difficili rapporti fra l'informazione e il Mezzogiorno e che ha lavorato proprio nel mondo di Pannunzio, sostiene una tesi diversa e dice che tra i mali del giornalismo c'è mancanza di impegno, di grinta politica. Ccschia rivendica, in polemica con Pansa, l'autonomia del giornalista e del direttore che risponde delle proprie scelte di fronte ai lettori e alla propria coscienza prima che alla proprietà o al finanziatori. Luca Pavolini (pei) si chic de se è possibile stabilire Una demarcazione tra chi gestisce l'azienda e chi gestisce l'informazione. Il caso P2 entra ed esce dal dibattilo quasi ad ogni intervento, i poteri occulti — si afferma —sono In parte palesi e proprio sul ceppo di poteri visibili e sulla mancanza di trasparenze si è innescato 11 fenomeno piduista. Il segretario della Fnsl Sergio Borsi ricorda che 11 sindacato, dopo l'impegno per la legge .sull'editoria, lavora oggi perché le norme di chiarezza siano rispettate e 1 contributi statali vadano a chi ha le carte in regola. Tra 1 nuòvi obiettivi, ricorda Borsi, c'è la trasformazione tecnologica e chiede un collegamento-culturale tra giornalismo e università. Roberto Franchini

Luoghi citati: Roma, Venezia