Reagan vuole ottenere da Israele la sospensione degli insediamenti di Ennio Caretto
Reagan vuole ottenere da Israele la sospensione degli insediamenti Rilancio della politica mediorientale prima del viaggio di Begin in Usa Reagan vuole ottenere da Israele la sospensione degli insediamenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dopo una pausa di riflessione, il presidente Reagan ha ieri lanciato due offensive diplomatiche per la pace in Medio Oriente. La prima è diretta allo sgombero delle truppe straniere dal Libano, sotto la supervisione della forza multinazionale e di quella dell'Onu. La seconda mira alla sospensione di nuovi insediamenti israeliani in Clsglordanla e Oaza, In vista della ripresa del negoziati di Camp David sull'autonomia palestinese. Reagan ha un appuntamento importante per la fine della prossima settimana, il 19 riceverà alla Casa Bianca il premier Begin. Per allora, vuole ottenere 1 primi risultati. Le proposte americane sono state avanzate dagli ambasciatori a Beirut e a Tel Aviv, la prima In consultazione con Parigi e Roma, la seconda sentito 11 parere della Giordania, che gli Stati Uniti vorrebbero coinvolgere nel processo negoziale. Reagan contempla l'invio in Libano del mediatore Hablb nel prossimi giorni, e un invito al re giordano Hussein a recarsi a Washington. Sullo sgombero non si fanno più le previsioni ottimistiche di un mese fa, e cioè che Incomincerà entro la fine dell'anno. E' stato lo stesso presidente libanese Gemayel a sconsigliarlo. Gemayel ha precisato a Reagan che il ritiro delle truppe straniere sarà possibile solo dopo l'aumento degli effettivi della forza multinazionale e l'espansione del- la sua attività. Dietro le quinte. Reagan si sta adoprando per accrescere il numero del soldati francesi italiani e americani e per aggiungervi contingenti inglesi e olandesi. Solo una loro presenza massiccia consentirebbe un controllo adeguato dell'esodo di palestinesi siriani e Israeliani. Anche l'autonomia palestinese in Clsglordanla e Gaza sembra questo mese più lontana. L'ostacolo più immediato è la politica degli insediamenti del governo Begin. Washington è persuasa che essa punti al boicottaggio del plano di pace reaganlano. Di qui la dura nota di protesta della scorsa settimana e la decisione del presidente di ricevere il premier. In precedenza, Reagan aveva rifiutato di incontrare Begin. Pare che il capo della Casa Bianca sia disposto a esercitare forti pressioni sull'ospite. Una nuova ragione di urgenza si sarebbe aggiunta alle altre per gli Stati Uniti: 11 timore che l'Urss si accinga a penetrare in Iran. La superpotenza vorrebbe avere la certezza della stabilità del Medio Oriente per affrontare, il nuovo problema. In questo quadro va inserito l'annuncio del Pentagono che la Nato costruirà una base aerea in territorio turco e ne ampllerà due già in funzione. Esse costituirebbero un trampolino per il Golfo Persico distante appena 1500 chilometri dalle postazioni sovietiche. Attualmente, i punti di partenza americani sono Ras Banas in Egitto, a 1600 chilometri, e Diego Garda nell'Oceano Indiano, a quasi 5000. Non è escluso che dopo 11 viaggio di Begin e Hussein a Washington vada in Medio Oriente il segretario di Stato Shultz, che 11 mese scorso ha impostato un dialogo con la delegazione della Lega Araba. In un'interessante intervista al commentatore James Reston sul New York Times, il ministro degli Esteri francese Cheysson ha affermato che non dovrebbe essere impossibile indurre arabi e israeliani al dialogo. Il punte di partenza, ha detto, sarebbe costituito da un nuovo concetto di sicurezza. «Possibile che la sicurezza dipenda da 80 chilometri in più o In meno di territorio?» ha detto Cheysson. •Bisogna farla dipendere da strumenti elettronici di controllo, spiegamenti di forze e via di seguito. Coi mezzi moderni risulterebbe facile». Il ministro ha proposto l'edificazione di un sistema centrale «al quale si riferirebbero tutti». Ennio Caretto
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