Gallucci lascerà la Procura di Roma Accuse al Csm, che s'appella a Pertini di Guido Rampoldi

Gallucci lascerà la Procura di Roma Accuse al Csm, che s'appella a Pertini La richiesta di trasferimento accolta dalla commissione del Consiglio superiore della magistratura Gallucci lascerà la Procura di Roma Accuse al Csm, che s'appella a Pertini Aperte tre inchieste (due nella capitale, una a Bologna) sull'organo di autogoverno dei magistrati - Chiesto un segno di solidarietà al Capo dello Stato per l'indagine avviata dopo la mancata promozione del giudice Vitalone ROMA — Achille Galluccl. procuratore capo di Roma, rischierà pure di finire sotto inchiesta ma intanto ha già In tasca la promozione a presidente di sezione della Corte di Cassazione. La sua richiesta è stata approvata ieri a tarda sera, dopo tre ore di animata discussione, dalla commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura. Cinque i voti a favore, uno contrario. I rapporti di forza emersi all'interno della commissione lasciano preve¬ drDPpdmcmlscdsl dere che il «plenum» del Csm ratificherà la nuova nomina. Dunque, Galluccl lascia la Procura di Roma. L'ha retta per due anni, in un crescendo di polemiche. Se ne va nella maniera per lui migliore, non cacciato ma promosso. Promuovere per rimuovere: forse la vecchia massima latina è stata il motivo che ha spinto 1 commissari ad accogliere la domanda dell'anziano màgistrato. Con l'uscita di scena di Gailucci rimane vacante un'altra sedia «calda» negli uffici giudiziari del Paese, certo la più ambita ed anche quella per tradizione più vicina ai Palazzi del potere. Non c'è stata inchiesta con implicazioni politiche che prima o poi non sia arrivata—spesso tra le generali proteste—sulla scrivania del procuratore di Roma. Galluccl non fa eccezione: sotto la sua reggenza la Procura della capitale ha «assorbito» l'indagine sulla loggia P2 avviata dal magistrati milanesi, che ebbero reazioni irritate: di fatto, il metodo suscitò perplessità, perfino Sospetti. L'importanza del ruolo spiega perché la scelta del procuratore di Roma è sempre stata seguita con attenzione particolare nei palazzi che contano. Restano da nominare anche 1 vertici di altri uffici giudiziari di altissimo livello, impegnati in inchieste delicatissime. A Bologna — dove pende l'inchiesta per la strage — il Csm ha trasferito in un sol colpo il capo della Procura e dell'ufficio Istruzione; a Milano il capo della Procura, Mauro Oresti (che però ha ottenuto dal tribunale regionale la sospensione del provvedimento). Cosi, di qui a qualche mese. Il Consiglio superiore della magistratura si troverà impegnato in un giro di nomine di grande rilevanza, dalle quali dipenderà la fisionomia futura dei più importanti centri di potere giudiziario. E questo potrebbe spiegare, ad esemplo, perché negli ultimi tempi al Csm .sono arrivati «segnali * non proprio amichevoli, da questo o da quell'ufficio giudiziario. Oltretutto, questo Consiglio non sembra andare per il sottile: a Bologna ha usato la maniera dura, a Roma vorrebbe curiosare nelle segrete cose della Procura (e lo farà, se si deciderà di procedere ad un'indagine formale). Proprio da Roma e da Bologna sono arrivati al Csm quelli che alcuni interpretano comeo«8i.luri.rtlEccp.iiattMI da», putato radicale Franco De Cataldo, avvocato penalista del Foro di «Roma, presenta in Parlamento un'interrogazione sulle spese del membri del Csm; addita in particolare il viaggio in Venezuela compiuto da alcuni consiglieri per partecipare ad un congresso di studi giuridici. Ne potrebbe scaturire semplicemente un'indàgine contabile della Corte dei Conti. Invece là Procura generale avvia un'indagine preliminare. Non l'archivia, la notizia arriva al giornali. Di una «fuga di notizie» si occupa anche la corte d'appello di Bologna, che procede contro membri, al momento Ignoti, del Csm. Era successo che 11 Consiglio aveva deciso 1 trasferimenti di alcuni magistrati bolognesi, dopo le aspre polemiche nate tra Procura e ufficio : Istruzione in merito all'inchiesta sulla strage. La decisione trapelò, ne parlò la stampa. Da qui l'inchiesta della corte d'appello. Da ultimo, l'episodio Vitalo- ne. Succede che il «plenum» del Csm boccia la candidatura di Claudio Vitalone, senatore de e magistrato in aspettativa, alla Corte di Cassazione. Vitalone contrattacca con un esposto contro i quindici membri del Csm che lo hanno bocciato», per i reati di calunnia, interesse privato in atti d'ufficio, falso in atto pubblico. Nella denuncia II parlamentare sosterrebbe che per boicottarlo 1 suoi avversari hanno rispolverato vicende per le quali aveva già dimostrato la sua estraneità: Al Csm 11 caso suscita preoccupazione. Al punto che ieri i vertici del Consiglio né hanno parlato con Pettini al Quirinale. Al Capo dello Stato è stata illustrata la richiesta dell'ufficio Istruzione, che ha voluto gli atti della seduta nella quale si parlò di Vitalone. Il Csm ha già deciso di consegnare i documenti in questione, augurandosi in una nota ufficiale che l'inchiesta abbia tempi brevi. E' in gioco l'esistenza stessa del Consiglio. Se infatti 11 giudice istruttore dovesse incrimina¬ re i 15 che si batterono contro Vitalone, costoro automaticamente incapperebbero nella sospensione cautelativa." E poiché i membri del Csm sono in tutto 33, si capisce che un'eventualità del genere potrebbe provocare la paralisi, o addirittura lo scioglimento La gravità della vicenda spiega il passo compiuto in tutta fretta nei confronti di Pertlni. A quanto sembra, il Capo dello Stato avrebbe intenzione di partecipare alla prossima seduta del Csm, il 18 novembre. La sua presenza, in questo caso, avrebbe un significato simbolico. Ma perché tante inchieste sul Csm, e tutte insieme? Francesco Guizzi, consigliere «laico», non crede che vi sia una «regia globale». «Tuttavia — aggiunge — quando si enfatizzano cose assolutamente di poco conto, come l'Interrogazione di De Cataldo, un atto a metà strada tra libelltsmo e goltardta, resta da chiedersi chi governa i giudici: noi del Csm, come stabilì II legislatore, o altri?*. Guido Rampoldi