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Como: una giocatrice di basket arrestata per spaccio di droga Lorella Rusconi: in casa aveva 120 grammi di eroina Como: una giocatrice di basket arrestata per spaccio di droga COMO — Una nota giocatrice di pallacanestro la cui squadra milita in serie B è stata arrestata dai carabinieri per spaccio e detenzione dì droga. 81 tratta di Lorella Rusconi, 24 anni, abitante a Valmadrera, un paese vicino a Lecco. I militari hanno trovato nella sua abitazione 120 grammi di eroina purissima, valore oltre 20 milioni di lire. Parte della droga era già preparata in bustine, pronte allo smercio. Al momento della perquisizione Lorella Rusconi non era in casa. Quando ha saputo di essere ricercata si è spontaneamente presentata al carabinieri di Valmadrera che l'hanno arrestata. Addosso aveva un'altra dose di eroina. L'arresto della spigliata e bella giocatrice di basket, che faceva parte della squadra della Larius di Valmadrera, ha suscitato sorpresa negli ambienti sportivi lecchesi. Si sapeva da qualche tempo che la ragazza frequentava compagnie poco raccomandabili e che aveva strani atteggiamenti. Spesso, prima di per metterle di scendere in campo veniva sottoposta ad attenti esami proprio per il timore che giocasse sotto l'effetto della droga. Ma mai si pensava che potesse arrivare a spacciare eroina. Ora le indagini mirano ad identificare e arrestare i suoi complici, le persone cioè che le hanno fornito la droga trovata nel suo appartamento. Prima di dedicarsi anima e corpo alla pallacanestro Lorella Rusconi aveva tentato la carriera di cantante esibendosi in vari concorsi canori. Ma non aveva avuto successo. Poi si era data allo sport, alla pallacanestro .ed era diventata uno dei pilastri della squadra di Valmadrera, una compagine che ha saputo farsi onore sino a raggiungere la Serie B. Sembra strano che una ragazza cosi sportiva, sempre impegnata in allenamenti e in partite, sia potuta diventare schiava della droga. La madre di Lorella Rusconi abita a Erba, un grosso centro della provincia di Como. Da qualche tempo la donna è cieca. Inutilmente ha cercato di mettere sul «chi vive» la figlia a. c.