Teatro italiano a «cifre rosse»

Teatro italiano a «cifre rosse» Doppia crisi per gli Stabili; bilancio e pubblico Teatro italiano a «cifre rosse» Sono in attivo le compagnie private, ma il loro futuro è incerto ROMA — La crisi dello Stabile di Torino (provocata da «un buco» di un mi-' llardo) è seguita con particolare attenzione negli ambienti imprenditoriali e politici interessati al mondo dello spettacolo, il «caso» pone infatti in evidenza la necessità di rivedere nel suo complesso l criteri di gestione e le scelte artistiche del dodici teatri pubblici Italiani, La crisi degli Stabili non è di oggi e non è circoscritta so'tanto a quello di Torino. Tra qualche giorno potrebbe esplodere un «buco» amministrativo anche al Teatro di Roma. 11 nuovo assessore alla Cultura della Regione Lazio, il liberale Teodoro Cutolo, sembra Infatti intenzionato a bloccare la sovvenzione di competenza dell'amministrazione regionale per delle carenze di carattere amministrativo e giuridico riscontrate nella conduzione dello «Stabile» romano. La Regione avrebbe, tra l'altro, sollevato delle obiezioni sulla legittimità dell'autorlzzazlone concessa al direttore artistico Squarzina per la regia e l'adattamento di Tramonto di Renato Simon! (commedia di produzione privata in scena all'Argentina) e della scelta della traduzione di Agostino Lombardo (membro del consiglio d'amministrazione del Teatro di Roma) per II timone d'Atene di Shakespeare, che lo «Stabile» della - capitale rappresenterà nella prossima primavera. I Teatri Stabili sono in questo momento al centro di un ciclone che forse si sa¬ rebbe potuto evitare se fosse stata approvata la legge per l'attività della prosa, attualmente ferma al Senato per la mancanza della indispensabile copertura finanziaria. Nel panorama italiano l'unico settore costantemente in crescita è quello privato. L'incremento dell'offerta (+6%) e della domanda (+7%) nella passata stagione è da attribuire all'attività degli imprenditori privati che. rispetto all'annata precedente, hanno rappresentato 1077 recite in più e fatto lievitare del tredici per cento 11 pubblico accorso al loro spettacoli (+390 mila). Nel panorama dell'ultima «annata» i dati riguardanti il teatro pubblico sono quasi tutti in rosso. Nella stagione 1981-82 il numero delle recite non è aumentato e continua a calare la frequenza degli spettatori, nonostante 11 prezzo politico dei biglietti che adottano gli «Stabili». Si è cosi passati da un milione 713 mila spettatori del 1979-'80 ad un milione 375 mila spettatori del 1981-'82. . L'unica cifra in aumento di questo settore si riferisce alle giornate lavorative degli scritturati (artisti e tecnici) e dei dipendenti fissi. Su un totale di 625 mila giornate lavorative per 11 198K82. oltre 206 mila si riferiscono ai dodici enti a gestione pubblica. E non è tutto: i rilevamenti dell'Agis non tengono conto dell'attività di produzione del «Veneto Teatro» e del Consorzio teatrale calabrese. che agiscono con U contributo pubblico. Per Lucio Ardenzl. presidente del settore privato dell'Unat, le disfunzioni del 'teatro pubblico sono da collegare soprattutto alle scelte artistiche e all'impostazione organizzativa, talvolta eccessivamente complessa, adottata dagli «Stabili». « Una volta — dice Ardenzl — uno spettacolo "privato" non poteva essere scambiato per uno prodotto, per esempio, dal Teatro Friult-Veneeia Giulia. Adesso, invece, si arriva al paradosso che in questa stagione 11 principe di Homburg di Von Kleist viene messo in scena da Gabriele Lavla per V "Eliseo" di Roma e da Walter Pagliaro per lo "Stabile" di Genova. Ed è inevitabile che l'agilità delle strutture del teatro privato finiscano con il prevalere su quelle burocratiche del teatro pubblico, il quale per imporre il suo prestigio è costretto ad allestire spettacoli-monstre. EU allora esplodono i "buchi", perché gli alti costi produttivi, non compensati dalle entrate, si assommano a quelli della più meritoria attività di decentramento e di ospitalità che caratterizza la programmazione degli "Slabili" di Genova e di Torino». -La crisi — aggiunge Ardenzl — investe un po' tutto il sistema teatrale italiano e ciò è dovuto anche all'espansione dell'attività. Per questa ragione da un momento all'altro potrebbero verificarsi disfunzioni anclie nel teatro privato ed in quello cooperativistico: Ernesto Balda

Persone citate: Agostino Lombardo, Ernesto Balda, Homburg, Lucio Ardenzl, Renato Simon, Shakespeare, Squarzina, Teodoro Cutolo, Von Kleist, Walter Pagliaro