Fenzi: l'omicidio Moro dimostrò nelle Br la totale assenza di programma politico

Fenzi: l'omicidio Moro dimostrò nelle Br la totale assenza di programma politico Lunga deposizione del docente pentito al processo per la strage di via Fani Fenzi: l'omicidio Moro dimostrò nelle Br la totale assenza di programma politico «Con l'uccisione del presidente de cominciò la loro sconfitta» • Ha spiegato la spaccatura tra il «nucleo storico» di Curcio e Mario Moretti « «Il covo di via Gradoli fu scoperto perché si ruppe una tubatura dell'acqua» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Polemiche che trascendevano in rissa, spaccature a ripetizione, manovre sottobanco e colpi bassi per conquistare la supremazia all'interno dell'organizzazione: per le Brigate rosse, con il rapimento Moro, paradossalmente cominciò una stagione politica disastrosa. A raccontarne le miserie, nell'aula del Foro Italico dove si celebra il •■processo Moro», è Enrico Fenzi. 43 anni, docente di letteratura all'università di Genova, cognato del capo brigatista Giovanni Senzani e brigatista anch'egli, fino a quando lu arrestato. Adesso è un pentito. Una deposizione interessante, ma ancora una volta improduttiva per chi vuole una risposta agli interrogativi di londo della vicenda. Perché lu ucciso Moro? Chi ne decre tò la condanna a morte? A queste domande Fenzi non ha risposto. Se la Corte d'assise andava alla ricerca di un «consulen¬ te» in terrorismo, in grado di definire i complicali rapporti di forza interni spesso all'origine di efferati crimini. Ieri è stata accontentata. Fenzi ha offerto ai giudici uno spaccato completo della storia degli ultimi anni delle Brigate rosse. Finalmente, una ricostruzione precisa del contrasti che portarono alla spaccatura della colonna milanese «Walter Alasia». alla rottura tra 1'..Esecutivo» di Mario Moretti e il «nucleo storico» di Curcio e compagni, alla nascita ed al fallimento del «Fronte delle carceri» di Senzani. Un racconto lucido, puntuale, che da solo ha spiegato perché Moretti avesse voluto Fenzi al suo fianco, promuovendolo suo luogotenente nel tentativo di rinsaldare una organizzazione messa in crisi dalle rivelazioni del «pentiti e le lotte interne. Le sue credenziali. Fenzi non le ha nascoste. Venne ar ruotato dalle Brigate rosse — ha raccontato ieri — durante' la sua prima detenzione, quando nel carcere di Palmi si trovò col «capi storici». Scarcerato (l'assoluzione suscitò una reazione del gen. Dalla Chiesa contro i giudici genovesi), Fenzi fu subito invitato a tornare nel ranghi delle Br. 'Sono sempre stato convinto — ha detto Fenzi — die la sconfitta delle Br cominciò proprio dal giorno successivo all'uccisione di Aldo Moro. Fu quello il momento culminante della cosiddetta propaganda armata, da li avrebbe dovuto cominciare una nuova fase. In realtà l'assoluta mancamo di un programma politico nel quale inserire il sequestro ha fatto emergere il vuoto ideologico del partito armato*. I contrasti tra chi. come Moretti, teorizzava una tattica prudenziale ed attendista, e chi. come Senzani o 1 milanesi della «Walter Alasia», volevano incrementare «l'offensiva del proletariato», esplosero in «una lite furibonda, quasi una rissa» nella riunio- ne della Direzione Strategica del luglio 1980, a Tor San Lorenzo. Dietro le quinte, secondo Fenzi c'erano proprio Curcio e compagni che, dalle carceri speciali, fecero di tutto per estromettere dalla direzione delle Br il «vertice» di allora, composto da Moretti, Ouagllardo, la Balzarani e la Ponti. A costoro quelli del «nucleo storico» non avrebbero mai perdonato la completa esclusione dalla gestione del rapimento Moro. «£' logico — ha aggiunto Fenzi — chi sta dentro vuole la guerra, e subito. Vuole vedere le avanguardie proletarie sfondare le mura delle carceri, non può accettare una lenta opera di ricostruzione Moretti e Guagliardo si intestardirono nel cercare la riconciliazione con la «Walter Alasia». Dopo 11 successo del sequestro del giudice d'Urso e, soprattutto. "il grosso risultato di propaganda» dell'in' tervista pubblicata dall'«E' spresso» USemani tenne i contatti con Scialoja, Moretti rispose alle domande»), 1 due membri dell'Esecutivo, accompagna!i dallo stesso Fenzi, si recarono >a Milano per un estremo tentativo. Cosi nell'aprile dello scorso anno, caddero nella trappola della polizia. Isolati da quelli del l'.Alasia», che si mostrarono sordi ad ogni richiesta di dialogo, Moretti e Fenzi trovarono agenti dell'antiterrorismo al posto di alcuni giovani con i quali avevano fissato un incontro per un eventuale reclutamento. Fenzi, buon amico dell'avvocato genovese Arnaldi, che si uccise mentre veniva perquisito il suo studio, ha confermato che il penalista di Curdo e di Francescani du rame 11 sequestro di Moro parlò di quella vicenda con 1 suol assistiti, che si trovavano1 a Torino perché, imputati In un processo: -' E 11 «giallo» della scoperta del «covo» di via Gradoli? Fenzi ha detto che Moretti gli confidò che la polizia arrivò! all'appartamento solo per quella perdita della tubatura] del bagno. La deposizione non è terminata. Oggi il prof. Fenzi torna di nuovo davanti ai giudici Quindi, toccherà al giornalista dell'«Espresso» Mario Scialoja.

Luoghi citati: Genova, Milano, Palmi, Roma, Torino