Si decide per la super a 1165 lire Sotto inchiesta i prodotti alimentari
Si decide per la super a 1165 lire Sotto inchiesta i prodotti alimentari Oggi o domani si riunisce il Cip per un nuovo ritocco del prezzo della benzina Si decide per la super a 1165 lire Sotto inchiesta i prodotti alimentari ROMA — E' in arrivo un nuovo aumento del prezzo della benzina, di 20 lire il litro per la super (da 1145 a 1165 lire) e forse più alto per la normale. Il Cip dovrebbe riunirsi nella giornata di oggi per ratificare il ritocco che scatterebbe alla mezzanotte. Il rincaro, dovuto allo scarto tra 1 listini interni e la media europea, finirà, come nelle precedenti occasioni, per scaricarsi sui prezzi di tutti gli altri prodotti. I segnali d'allarme per l'Infiammata dell'inflazione trovano cosi conferma. Ad alimentare le preoccupazioni c'è poi la notizia ufficiale che tra metà settembre e metà ottobre i prezzi alla produzione dei 35 prodotti alimentari posti dal ministero dell'Industria sotto il controllo dell'«osservatorio prezzi» sono saliti dell'1,6 per cento. Il carovita ha dunque ripreso a marciare su livelli insostenibili. Paradossalmente, 1*1,6 in più del prezzi alimentari viene ritenuto dal ministero dell'Industria un rialzo «accettabile», dal momento che, tenuto conto dei risultati dei me*l precedenti, consente ancora di rispettare il tetto programmato del 16 per cento. Ma il guaio è che le altre voci che determinano l'indice del prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati hanno avuto in ottobre impennate superiori. Stando alle rilevazioni provenienti dalle varie città, la media di crescita mensile dovebbe risultare vicina al 2 per cento, cioè la percentuale registrata a Torino, la città che finora ha puntualmente anticipato l'andamento nazionale. Un incremento del 2 per cento porta comunque la media annua sopra il 17 per cento (mentre in Europa si è sul 5-6 per cento). E' chiaro che 11 mancato rispetto del 16 nel 1982, finirà col mettere in discussione anche i tetti fissati per l'83 e l'84, pari rispettivamente al 13 e al 10 per cento. Tanto più che il trend dell'Inflazione sta avendo l'impennata proprio nella parte finale dell'anno, quando invece dovrebbe segnare un costante raffreddamento per rispettare il progressivo ribasso programmato. Tutto ciò finirà col complicare la già difficile trattativa sul contenimento del costo dei lavoro, un problema legato a filo doppio con la crescila del costo della vita. OH argini posti contro l'inflazione stanno perciò cedendo. L'ascesa del dollaro, i rincari delle materie prime, l'esigenza di riequilibrare 1 bilanci delle aziende pubbliche e, non ultime, le speculazioni, hanno indebolito qualsiasi difesa. In ottobre è praticamente aumentato tutto: gli affitti, a causa della rivalutazione dell'equo canone; la bolletta della luce; le tariffe ferroviarie e postai i biglietti del cinema e delle manifestazioni sportive e soprattutto i prodotti petro- M'eri. Il solo ritocco del gasolio, ad esempio, quello scattato il 4 ottobre scorso, ha fatto salire a Torino la voce elettricità e combustibili dell'1,8 per cen-lo. Ora si dovranno scontare isucessivi e continui (alla me- dia di uno alla settimana) aumenti. Si sperava molto nell'osservatorio prezzi, ma le dichiarazioni ottimistiche dell'Industria,* d'ell'Unioncamere e delle categorie interessate non stanno avendo riscontro nella realta. Un aumento dell'1,6 per cento, anche se inferiore alle altre voci, è sempre sensibile e certamente noti Indicativo di un rallentamento dell'inflazione. Qualcosa non ha funzionato e lo stesso ministro ha disposto degli accertamenti sul rincari alimentari piti sospetti, come il riso che, dopo il ribasso del mese precedente, in ottobre è salito di ben 116,4 per cento. CiPi
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