«Scrissi alla polizia due mesi prima che i fascisti preparavano la strage»

«Scrissi alla polizia due mesi prima che i fascisti preparavano la strage» Intervista a Giorgio Farina, il superteste dell'attentato alla stazione di Bologna «Scrissi alla polizia due mesi prima che i fascisti preparavano la strage» OAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — «Adesso mi sono proprio stufato, perciò racconto tutto. Per esemplo, che lo avvertii la polizia due mesi prima della strage di Bologna: l'ho detto anche ai magistrati, risulta dai verbali. La storia è questa. Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno del 1980 dal carcere di Rebibbia scrissi una lettera alla Digos di Roma per far sapere che la banda fascista di Pedrettl e di Calore stava organizzando un attentato clamoroso, da compiere a Bologna in coincidenza con l'anniversario della bomba sull'Italicus. Non la firmai. Ma se l'avessero presa sul serio, forse la strage sarebbe stata evitata». Un appartamento alla periferia di Bologna ingombro di strumenti musicali: nell'androne del palazzo, quattro agenti in borghese. Dal 9 aprile scorso, giorno della sua scarcerazione, questo è il nascondiglio di Gioì gir. Farina. 11 superteste dell'inchiesta sulla strage di Bologna. Farina ha 29 anni, è padre di due figli, fa il produttore discografico; nel suo passato c'è una condanna per rapina. Quanto valgano le sue dichiarazioni, è argomento di discussione da due anni. Alcuni ricordano i suoi precedenti e concludono che non va preso sul serio. Anche l'ufficio istruzione di Bologna per molto tempo non gli ha dato credito. Al contrario, prima la Procura, e da ultima la sezione istruttoria della Corte d'appello, hanno convalidato come vera la sua testimonianza: Farina non avrebbe mentito quando raccontò che il 15 maggio 1980. a Rebibbia, il compagno di cella Dario Pedrettl gli confidò che la sua banda stava organizzando l'attentato di Bologna. Alcuni giorni dopo—afferma adesso il superteste — alla Digos di Roma arrivò la lettera anonima che rivelava il plano dei fascisti. — Eia lettera dov'è finita? La Questura di Roma ha fatto sapere ai magistrati di non averla mal ricevuta. Strano, perché a me un funzionario confermò che l'avevano trovata». — Chi è 11 funzionarlo? «Elio Cloppa. Le cose sono andate cosi. Subito dopo la strage andai da Russomànno (Silvano Russomànno, l'ex vicecapo del Slsde che era detenuto a Reblbbla perché accusato della fuga dei verbali di Patrizio Peci, n.d.r.) e gli raccontai di quanto mi aveva detto in maggio Pedrettl. "Vuol testimoniare?" mi chiese Russomànno. Io ero perplesso. "Allora — disse — ti mando uno del miei uomini". Cosi l'8 agosto arrivò Cloppa. Mi si presentò come "viceque store della Presidenza del Consiglio"; la definizione — mi spiegò Russomànno — indicava che Cloppa era un funzionarlo del Slsde, il servizio segreto. "Quanto vuole?", mi chiese ancora prima di sederci. "Nulla,, risposi. "Allora che cosa vuole?". E io: "Niente, non voglio niente". "Ma guardi che lei avrà molti svantaggi". "Va bene, vuol dire che quando dovrò affrontare certi frangenti mi rimborserete di volt* in volta"». • E poi? •Gli raccontai quel che sapevo. Durò una mezz'ora. Quattro giorni dopo tornò a chiedermi chiarimenti. Volle anche sapere se ero comunista. No, sono radicale, gli dissi. Chiesi se avevano ritrovato la le11era che avevo scritto da Reblbbla. Mi rispose di si». — Ma quanto vale la sua te É stimonlanza nell'economia, dell'inchiesta? ! •E' l'anello tra le due piste, quella che porta a Delle Ghiaie e l'altra che conduce al • gruppo di Calore e di Pedrettl. Ciolini, l'agente del servizi segreti che poi ha ritrattato, ha raccontato tante balle ma una l'ha Indovinata: Delie Chiale effettivamente venne a Roma nell'aprile 1980, et sono riscontri. Per organizzare un grosso attentato, dice Ciolini. E guarda caso un mese dopo la notizia che si sta preparando un "botto" arriva tra 1 neri di Rebibbia». — Come mal stava in mezzo a loro, lei che era accusato di reati comuni? C'è chi dice che sia stato mandato II dalla polizia. E' una sciocchezza. Io stavo al reparto lavoranti. Un giorno decido di cambiare e stanno per riportarmi al mio braccio. Il "G 11". Si accorgo¬ no peto che 11 non c'è posto. Va bene se la metto: con i rossi?, chiede il sottufficiale. E io: faccia come crede, io sono democristiano. Era [una battuta per.dire Che non ero un politico. Quello cosi m'ha messo con 1 neri». — Lei ha scrittoi al ministero dell'Interno annunciando che d'ora In poi non confermerà più le sue dichiarazioni. Intende ritrattare? «No, semplicemente non confermo più; nulla. MI sono stufato di fare l'eroe. A Roma la polizia non vuole che stia, Qui a Bologna devo pagare l'affitto e tutto il resto, e non ho un lavoro. Alla moglie ha dovuto cambiare casa tante volte. Bene, finora nessuno ci ha mal rimborsato una lira. Secondo me lo fanno apposta, per convincermi a ritrattare. Ma lo questa soddisfazione non gliela dò».: Guido Rampoldl

Persone citate: Calore, Chiale, Ciolini, Farina, Giorgio Farina, Patrizio Peci, Silvano Russomànno