L'arte italiana ora abita a Londra

L'arte italiana ora abita a Londra ALLA HAYWARD GALLERY DUECENTO OPERE DEGLI ULTIMI VENTANNI L'arte italiana ora abita a Londra Documentate le sue molteplici tendenze: dai tagli di Fontana alla «Modulazione oggettuale» - In gennaio la mostra si trasferirà a Praga poi in altre capitali europee - Lodi della critica e qualche polemica LONDRA — Intesa come mostra-scambio a quella dedicata ai pittori contemporanei inglesi, allestita a Palazzo Reale di Milano nel 76, questa «Arte Italiana 1960-1982» è stata organizsata dall'Arts Council e dal Comune di Milano, allaHayward Gallery, la grande galleria della municipalità di Londra. «Ma abbiamo meno della metà dello spazio che ebbero gli inglesi», dice Renato Barilli, uno dei critici che hanno collaborato alla selezione «cosi che molti sono sacrificati, con poche opere in mostra, a scapito del racconto della loro evoluzione personale». E' però questa una mostra corposa che racconta la storia (o meglio, vuole raccontare, perché ci sono state molte critiche in proposito), le varie tenderne dell'arte italiana dal '60 a oggi. Inizia con il «patriarca' della rottura, Lucio Fontana, e si sviluppa con varie «antologie», ognuna delle quali porta un titolo — in italiano — «per facilitare la lettura al pubblico». Da «Azzeramento» (un vocabolo che ricorda il lessico democristiano degli Anni 60) alla «Modulazione oggettuale- (Agostino Bonalumi, Dadamaiho, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni). Poi, «Poesia visiva» e «Nuova Scrittura», «Arte cinetica» e «Arte programmata», «Oggetto» e «Immagine Popolare», «Astrazione lirica» e «Nuova astrazione», «Arte concettuale» e «Arte povera», «Nuove tendenze» e scultura, parie della quale (Arnaldo Pomodoro, Pietro Coletta, Gio Pomodoro) si trova dispersa tra le varie sale, altra (come quelle di Pietro Consagra) sulla piovosa terrazza della Hayward rischia di essere portata via dal vento (assieme ai visitatori). Se in questa esposizione («Un grande evento», dice Joanna Dreno dell'Aris Council; «La prima mostra completa di arte italiana recente in questo Paese», dice Caroline Tisdall, eminente critica; «La più grande mostra italiana contemporanea allestita finora all'estero», dice Guido Anghina, assessore alla Cultura del Comune di Milano) ci sono ovvie lacune, Barilli si difende: «Ci siamo proposti di dare spazio ai giovani, come del resto avevano fatto gli inglesi a Milano. Loro non avevano mandato Bacon, Nicholson, Sutherland. Da noi avrebbero invece voluto Burri, Vedova, ecc. Ma ci slamo opposti, appunto per valorizzare quelli che sono "nati" negli Anni 60». Ma dove sono Capògrossi? Castella? per menzionare qualche nome (Castellani si è rifiutato di partecipare). Bisogna anche dire che alla Tate Gallery si aprirà in novembre una mostra antologica di pittura italiana contemporanea che forse, darà rilievo a quei «nomi» che mancano in queste sale. Ma, nonostante i mormorii, le cabale, alcune stravaganti scelte e una sorprendente mancanza di lancio pubblicitario, questa «Arte Italia» è un grande sforzo, una valida mostra. Inoltre', dice Gio Pomodoro, è un gran bene che esposizioni del genere vengano allestite in Europa e non sempre in America che rischia di diventare il solo arbitro della moda, della pittura, del gusto. Dopo Londra (la mostra rimane aperta fino al 9 gennaio 1983), «Arte Italia» andrà a Praga e poi, probabilmente — ma le trattative sono incorso — in altre capitali europee. E' questa una mostra che conta 200 opere per un valore, ci dice un organizzatore, di circa 3 miliardi, costosissime di trasporto. Guidati da frecce e dai tìtoli •antologici», i critici sono colpiti da Gianni Colombo, cori i suoi mattoni pulsanti, e i chiodi di Gabriele de Vecchi, le meravigliose immagini di Valerio Adami (Metamorfosi), l'ironia di Enrico Bay (al quale la Bbc ha dedicato un programma televisivo), la gigantesca scultura sdraiata di Mario Cerali (Cui ve di livello dell'uomo), il Grande quadro d'oro di Lucio del Pezzo, i puzzle coloratissimi di Ugo Nespolo (è molto bello il suo omaggio a Matisse), Mare di Mario Schifano. L'Occhio della pittura di Emilio Tadini (che si è scoperto parente di Pomodoro), le immagini klimptiane di Gastone Novelli, l'eleganza di Tancredi, la poesia «grafica» del torinese Beppe Devalle. Più dubbi ha causato il gruppo dell'arteporterete delle «nuove tendenze», tutti quelli che hanno riscoperto il pennello (e persino la tela!) che avevano gettato via negli Anni 70. L'architetto Richard Rogers commentó.- «C'è grande stile in questa mostra, come in tutte le cose italiane. Forse non molta coerenza e ordine, ma stile si». Il pittore Matte, invece, finge di considerare un paio di barattoli dimenticati dagli allestitori della mostra, in un angolo, assieme a degli stracci e dei pezzi di legno. «E' un capolavoro?» chiede. «Questi italiani», dice Marina Veazy, critica d'arte. «hanno spesso inventato movimenti che si sono sviluppati fuori Italia, senza averne ricevuto 11 credito;' come per esemplo,il "Minimal art"». La grande mostra di arte contemporanea si inserisce in un autunno di cultura italiana a Londra, lanciato dalla splendida mostra- »Da Caravaggio a Giordano» (alla Royal Academy). Alfa National Gallery «Pitture del caldo Sud» traccia la storia del Grand Tour in Italia; all'Institute of Contert^orary Arts si troveranno film sul teatro, sul balletto contemporaneo, altre mostre di pitfura e cinema italiano contemporaneo. Al Polytechnic of Central London, due mostre di fotografie, entrambe su Nàpoli, una di immagini antiche dalla collezione /Winari, la seconda di grandi fotografi sulla Napott^contemporanea. Dai primi di novembre, la Tate Gallery allestisce una mostra di «Itallan Artists» e, in dicembre, il Victoria. & Albert Museum dedica il suo settore del design ai. «Mobili Memphis» (mobili.àvant-garde del gruppo Memphis di Milano). Il centro di commercio italiano ha allestito una mostra dedicata al prodotti alt mentarl lombardi, alla quale seguirà una esposizione sugli strumenti musicali fabbricati in Italia oggi. Anche il famoso negozio Harrod's, per non essere da meno, apre una settimana dedicata a Parma. Gaia Servatilo anizzatore di circa 3 Matisse) Mare di Mario