Gli «eroi di pietra» cercano una casa

Gli «eroi di pietra» cercano una casa I reperti archeologici trovati in Lunigiana Gli «eroi di pietra» cercano una casa PONTREMOLI — Il recente ritrovamento di un'altra statua-stele, la cinquantottesima venuta alla luce In Lunigiana, ha riportato d'attualità due problemi che da tempo fanno discutere gli archeologi e gli studiosi di storia antica della Liguria e della Toscana: come attuare una programmata campagna di ricerche per evitare che tanti reperti vadano persi o distrutti; dove sistemare in sede dignitosa e comoda per il pubblico tutto il materiale raccolto. Le statue-stele, specie di lapidi in pietra arenaria che rappresentano in modo rudimentale figure umane, si trovano in quasi tutta l'Europa e si fanno risalire alla tarda preistoria. Per quanto riguarda l'Italia, la zona più ricca di questi reperti è la Lunigiana e il loro massimo sviluppo si ha nell'età del bronzo. Gli esperti hanno escluso che si tratti di monumenti funerari: rappresentano divinità o eroi. Sono comunque le uniche testimonianze di tribù probabilmente protoliguri che si erano stabilite lungo il bacino del fiume Magra, le sole che ci permettano di conoscere il livello di cultura di questi lontanissimi antenati, le loro credenze religiose, il tipo di armi che usavano, i monili di cui si ornavano le donne. L'ultima statua-stele della Lunigiana — più di tremila anni — è stata scoperta per caso mentre si abbatteva un muro a secco in un campo di Filetto, frazione di VUlafranca Lunigiana, ed è mancato poco — si dice — che essa finisse nella casa di un privato a Milano. Comprensibile quindi la preoccupazione degli archeologi di impedire che il materiale vada disperso e giustificala la proposta di un appassionato studioso, lo spezzino Dario Manfredi, di iniziare subito una campagna di scavi organizzati per recuperare tutte le statue-stele. • Il proposito è lodevole — dice il prof. Augusto Ambrosi, . fondatore e direttore del museo d^Po^rèinolì — ina di//tcilmente "realizzabile. Anche ricorrendo alle più moderne attrezzature è guasi impossibile individuare sotto terra la statua. Al massimo si potrebbe fare un "saggio di scavo" nelle località dove già sono venuti alla luce altri monumenti come, ad esemplo, nella selva di Filetto. Le ricerche più o meno programmate e comungue fatte con principi scientifici durano ormai da oltre un secolo, ma le cinguantotto statue certe della Valle del Magra sono venute alla luce guasi tutte per caso. Dobbiamo piuttosto invogliare con un grosso premio chi trova il "pezzo" a consegnarlo agli esperti del settore; ma soprattutto bisogna riunire tutto il materiale rinvenuto in due soli musei: quello di Pontremoli e quello della Spezia. Su que¬ sto problema sono pienamente d'accordo con Manfredi». Attualmente, il museo di Pontremoli ospita . ventitré statue-stele e trentun calchi di altri monumenti scoperti nella zona; alla Spezia sono esposti una ventina di originali e tredici calchi. Altri .pezzi» si trovano a Pegli. in Comuni della Lunigiana. o presso le sovrintendenze alle antichità. Quante statue-stcle pero sono finite nelle case di privali e quante, ridotle in frantumi, sono impastale con pietra e calce nei muri delle vecchie case della Lunigiana? •E' scoraggiante pensare a questo patrimonio archeologico disperso — dice il prof. Ambrosi —, cerchiamo almeno di conservare quello die ci rimane. Bruno Marchiato

Persone citate: Augusto Ambrosi, Bruno Marchiato, Dario Manfredi

Luoghi citati: Europa, Filetto, Italia, Liguria, Milano, Pontremoli, Toscana