II chimico fabbricante di geni di Giancarlo Masini

II chimico fabbricante di geni L'AVVENTURA DI UN CALABRESE MAGO DELLA GENETICA A SAN FRANCISCO II chimico fabbricante di geni g,■■1—111*1 . ' -I - . I I "l ' I ' ~ '" ' ' ' " Roberto Crea, ora naturalizzato californiano, a trent'anni è già un protagonista nell'industria delle biotecnologie - Produce sostanze cento, mille volte più costose dell'oro, con le quali si può influenzare la crescita di organismi e specie - Ha per clienti industrie e università di tutto il mondo per un fatturato di milioni di dollari SAN FRANCISCO — Un folto cespuglio di capelli neri, la /accia perfettamente rasata, lo sguardo vivace e una bocca sempre disponibile al sorriso, Roberto Crea, trentenne, è calabrese di nascita, lombardo di adozione, oggi naturalizzato californiano. A prima vista — e finché il colloquio non si addentra in certi temi— sembra uno studente scanzonato che dopo Una sessione di esami andata bene si sia permesso una vacanza in terra d'America. Invece, è uno del «maghi* di quella nuova e sofisticatissima attività produttiva che è l'industria delle biotecnologie, o — se si preferisce — dell'ingegneria genetica applicata. Qualcuno lo ha anche definito «fabbricante di geni», ma, quando glielo si dice, si schermisce: «Sono soltanto un chimico che sa cucinare». IV che è pure vero. In realtà, questo Roberto ■Crea può essere considerato un esempio di quel nuovo tipo di emigranti che al giorni nostri realizzano, in chiave moderna, l'antico e mai sopito -sogno californiano^. Centotrent'anni fa il Callfornian Dream si concretizzava nella corsa alle pepite d'oro; in seguito diventò realtà nella creazione di solide aziende^ agricole e dei vigneti della Nappa Valey; subito dopo vennero le industrie alimentari, dei cioccolatini e del canditi; poi le banche eie più floride nz'ieiti"- commerciali. Attualmente il sogno ha preso corpo sotto forma di indù-, strie elettroniche d'avanguardia. L'ultima materializzazione del dream, consentì-, ta quasi esclusivamente agli scienziati e ai tecnologi, risiede sulla frontiera, appena aperta, delle manipolazioni dei meccanismi genetici dei batteri. Ed ecco stupefacenti aziende basate sulle piti avanzate conoscenze scientifiche e sulla intraprendenza individuale: fabbricano complicate sostanze chimiche che al grammo costano cento o mille volte più dell'oro. Coi batteri I prodotti di tale nascente attività industriale sono cosi promettenti che per la loro ricerca vi è un immenso impegno intellettuale e vengono offerti capitali Inpenti. Ma che cosa sono le biotec¬ nologie? Che cosa vuol dire' ingegneria genetica e quali prospettive apre? Come è stato possibile per un giovanotto come Crea — sesto figlio di una sana famiglia della provincia calabra, laureatosi pòchi anni fa a Pavia—partire da zero e metter su un'industria appetita dal colossi del mando farmaceutico? Da sempre l'uomo si meraviglia di fronte alle somi-: glianze che mostra il propriofiglio: gli occhi del nonno e il taglio della bocca della mamma, le orecchie a sventola dello zio, o il naso del padre, e cosi di seguito. Ma soltanto in epoca attuale si è cominciato a capire in larga parte Vintimo perché. '' \ Tra l'altro, si è trovato che il codice della vita è scritto sotto forma chimica, ovvero con l'impiego di particolari gruppi molecolari, disposti secondo precise architetture in un complessissimo edificio: una gigantesca molecola (si badi bene, però, visibile soltanto ai microscopi elettronici, con centinaia di migliaia di ingrandimenti), che è stata battezzata Dna; dall'acronimo delle parole ingle- si che significano acido desossiribonucleico. Dapprima i biologi capirono che il codice della vita risiede essenzialmente nei nuclei delle cellule; poi, in un impressionante crescendo di sempre più ampie acquisizioni, hanno imparato a leggerlo; più recentemente, biologi molecolari e biochimici hanno anche cominciato a saper riscrivere non poche parole di quel codice. Il fatto ha una portata e un significato per la storia del genere umano probabilmente più importanti di qualsiasi altra scoperta scientifica, perché qui ci sono i fattori che riguardano ogni essere vivente, non soltanto dalla nascita alla morte, ma anche da una generazione all'altra; per tutti l tempi dei tempi. Ma veniamo al dunque. Poiché dai diversi tipi di Dna dipende il fatto che un uomo è un uomo e un batterio, un batterio, risultano chiare subito due cose: ogni specie ha un diverso tipo di Dna; quanto più un organismo è complesso tanto più ricco e vasto deve essere il suo codice. Come i bambini in prima elementare cominciano con le parole e le frasi più semplici, anche i biologi hanno iniziato con il riconoscimento, la lettura e le trascrizioni dei codici meno difficili: quelli del batteri. L'aspetto architettonico del Dna si può rappresentare come una specie di scala a chiocciola a doppia elica intrecciata e aggomitolata per giunta in numerosi ghirigori, ma contraddistinta da precisi «gradini* o «anelli*, battezzati plasmidi. Particolari porzioni di Dna, corrispondenti a precise caratteristiche genetiche (da qui la parola gene), comandano lo svolgimento delle attività peculiari di ogni cellula. Altri raggruppamenti di Dna, più grandi, con precise caratteristiche e altrettanto precise funzioni si chiamano cromosomi. Nei geni c'è scritto come e. quando la cellula deve riprodursi; quali sostanze deve fabbricare con il suo metabolismo; in quali condizioni ambientali può vivere e operare. Ora siamo in grado di prelevare alcuni di questi geni e di sostituirli con altri nei relativi plasmidi o di aggiungere porzioni di altri Dna. Il risultato è che alle cellule il cui codice è stato modificato viene impartito l'ordine di fabbricare quello che prescrivono i nuovi geni e l'ordine non meno importante di riprodursi mantenendo le caratteristiche artificialmente cambiate. - Insomma, chi opera in questo campo si comporta come un ingegnere edile che modifica secondo i suoi criteri le strutture di un palazzo, con la comprensibile differenza che i biotecnologi hanno bisogno di «mazzuoli* «scalpelli* e «cementi* del tutto particolari. Questi arnesi sono molecole chimiche — generalmente di carattere enzimatico — capaci di tagliare e asportare le porzioni di Dna desiderate, di riempire i varchi aperti nei plasmidi con i nuovi geni o di collegare varie altre «parole* del codice. E' con tali sistemi che partendo da un tipo di batteri presenti nell'Intestino umano (quali gli Escherlchia coli) sono state create cellule in grado di produrre a dimensioni industriali l'ormone che preslede alla crescita dell'organismo umano. Ora si può prevenire e vincere quella brutta cosa che è il nanismo; infatti, tale ormone si estraeva dai cadaveri umani con difficili e costosi processt che ne impedivano l'applicazione. I batteri, come è noto, si moltiplicano a centinaia di milioni di esemplari in poclie ore e, purché si mantengano in condizioni opportune, lavorano e producono senza sosta e fin che lo vogliamo. Dopo l'ormone della crescita si sono creati batteri che analogamente producono l'insulina e poi altri ceppi che fabbricano agenti contro l'afta epizootica; altri ancora che forniscono l'ormai famoso interferone con il quale si Ita la certezza di poter combattere finalmente con efficacia le malattie virali e si ha la speranza di vincere alme-, no alcune forme di tumori. Le sperimentazioni cliniche e le analisi sono in corso. Non pochi degli studi di biologia molecolare e non pochi dei metodi della biotecnologia sono venuti dai grandi centri universitari californiani di Stanford, Berkeley e .San Francisco ed è per questo che qui sono sorte le primeindustrie di ingegneria genetica. Fra i pionieri della nuova attività il biologo Herbert Bayer, pochi anni addietro, partendo con il modesto capi- : tale di cinquecento dollari,, pensò di aggiungere alla sua qualità di scienziato quella di imprenditore e creò la Genentech in società con un altro collega. Oggi ha circa quattrocento dipendenti. Durante un congresso internazionale, Boyer incontrò Roberto Crea (che nel frattempo si era messo a fare il chimico in Olanda) e lo portò nella sua industria a South San Francisco. Ecco l'avventura del giovane scienziato italiano. Un sogno L'ingegneria genetica a livello industriale deve continuamente fronteggiare un grosso problema: il fatto che materie prime e prodotti debbono essere accuratamente «spolverati* da tutte le impuntita e dalle scorie che le varie -manipolazioni comportano: Crea è uno specialista della purificazione chimica delle sostanze per mezzo della cromatografia ed era l'uomo di cui Boyer aveva bisogno. Cosi Crea diventò «fabbricante di geni*. Era soddisfatto e ben pagato e poteva stare tranquillo, ma la California è una terra speciale. Anche a lui ha fornito i mezzi per realizzare il sogno. Staccatosi dalla Genentech, egli ha messo su un'azienda che — manco a dirlo \si chiama Creative BloMole-1 jcules. Il business iniziò un anno fa per intesa fra quattro \amid: ora l'azienda conta già. quindici giovani scienziati ed ' è in funzione giorno e notte; il fatturato si misura in mi- ' llont di dollari; il lutino dei: prodotti distribuiti da una multinazionale dei farmaci si •allunga di continuo; le merci che vende sono le «cesoie*, i •collanti», i «mattoni* genetici, indispensabili per manipolare ingegneristicamente i vari Dna. I clienti sono i laboratori dell'industria e delle università di tutto il mondo. Le prospettive delle biotecnologie sono immense: si va dalla produzione degli aminoacidi alle vitamine; dagli enzimi agli ormoni e c'è chi già pensa alla produzione di sostanze petrolchimiche, di gas combustibili e di molte altre cose. Intanto si stanno aprendo altre strade per Ingegneria genetica. A Stanford si è realizzato un ibridoma ovvero la fusione di una cellula tumorale con una cellula sana per ottenerne agenti anticancro. Nei giorni scorsi, si è avuta la notizia della correzione in laboratorio di un difetto ereditario di un gruppo di moscerini. Le scoperte e le applicazioni si susseguono a ritmo serrato e c'è chi paventa il momento in cui qualcuno tenterà di toccare il codice genetico dell'uomo. Ma fortunatamente questa evenienza per ora e per molti anni a venire va giudicata soltanto fantascientifica. Giancarlo Masini r e e Poyet: «L'inventore» (XK secolo, Incisione)

Luoghi citati: America, California, Olanda, Pavia, San Francisco