Sopravvive la preferita di Enrico VIII

Sopravvive la preferita di Enrico VIIISopravvive la preferita di Enrico V UNO dei primi atti compiuti da Enrico Vili, quando nel 1509 sali al trono d'Inghilterra, fu quello di costituire la Royal Navy e di battezzare con il nome della sorella preferita la nave più moderna della sua flotta, munita di cannoni da assedio sul ponte principale e per tale motivo un vero gioiello della tecnica militare navale dell'epoca. Ma nonostante il favore del sanguigno Enrico, Mary Rose non fu una nave fortunata, come del resto non lo furono le mogli del re. Pur essendo riuscita nel 1512 ad affondare l'ammiraglia della flotta francese, si capovolse miseramente a Portsmouth affondando in un batter d'occhio, mentre entrava in azione contro i francesi sotto lo sguardo compiaciuto di Enrico, quale nave vice-ammiraglia al comando di Sir George Carew. Era 1119 luglio 1545 e 11 re. appena seppe che con la nave si erano inabissate ben 665 persone pianse invocando quei «gentiluomini e valorosi». Evidentemente la nave era sovraccarica, infatti nel ruolino di bordo figuravano ben 200 marinai. 185 Ira picchieri ed arcieri e trenta cannonieri per un totale di 415 uomini. A bordo inoltre regnava' l'indisciplina, tanto che quelle «specie di canaglie», come chiamava Sir Carew i suoi marinai, non serrarono i boccaporti da cui si affacciavano i cannoni e l'acqua, penetrala all'Interno, sbilanciò e appesanti tanto in f retta la nave che nemmeno I topi riuscirono a fuggire. Il posto dove era affondata la nave era poco profondo, appena 12 metri, tanto che si cercò il recupero, con qualche successo, già nel 1545: furono riportate in superficie le vele, gli alberi e qualche cannone, ma poi il relitto fu dimenticato sotto 11 fango e la sabbia, vera Pompei od Ercolano del periodo rinascimentale. Tutto rimase intatto come in un quadro del tempo del Tudor, ma con più realismo, come hanno appurato gli archeologi: non solo gli uomini rimasero intrappolati nei ponti inferiori, ma anche i parassiti che infestavano capelli, vesti e letti di quei «gentiluomini» o «canaglie» che fossero. Dopo circa trecento anni ritentò il recupero John Deane utilizzando uno dei primi scafandri che siano stati costruiti, ma dopo quattro anni di immersioni con il fratello dovette desistere: la tecnologia non era ancora matura. Passò più di un secolo, sino a quando nel 1966, lo storico Alexander McKee scopri una carta del 1700 che indicava il punto in cui giaceva la Mary Rose. La scoperta «elettrizzò» McKee che riuscì, con l'aiuto di un ingegnere del Massachusetts Institute of Tecnologi*. Harold Edgerton, a localizzare con il sonar il relitto. Per quattro anni McKee e alcuni amici non fecero altro che scavare soll'acqua finché non rinvennero i cannoni. Fu una scoperta che fece sensazione e fece affluire il denaro che ha consenlito il recupero avvenuto in questi giorni. Dal 1971 sono state compiute attorno al relitto ben 25 mila immersioni e recuperati oggetti anche di particolare interesse, come alcune «meridiane da tasca» utilizzale come i moderni orologi da polso. Ma il grosso del lavoro è stalo quello di liberare con getti d'aria il relitto dal fango. Ogni cosa portala in superficie andava «salvata»- per 435 anni si era mantenuto un equilibrio chimico e microbiologico che l'atmosfera avrebbe rapidamente distrutto. Come intervento di «primo soccorso» ogni reperto veniva avvolto in fogli di polietilene e poi avvenivano I trattamenti in laboratorio. Nel legno si rimpiazzava l'acqua, estratta con surgelazioni successive, iniettando glicole polletilenlco. Vestiti e corde venivano lavati in acqua dolce per rimuovere sale ed impurità, mentre II cuoio dopo un analogo trattamento veniva unto e ricoperto di glicole polietile- nico per fargli riacquistare flessibilità e morbidezza. Per il ferro sono stati necessari lavaggi in soda caustica e quindi trattamenti a caldo in atmosfera controllata per circa 100 ore per riportare il metallo a condizioni stabili; a resina poliestere è stato poi affidato il compito di protezione da ulteriori corrosioni. Lo scafo, ormai svuotato di tutto quello che era possibile asportare, è stato racchiuso In una struttura metallica di cavi d'acciaio e quindi deposto in una culla metallica munita di materassi ripieni d'acqua. Quindi, quello che reslava delle 700 tonnellate di stazza della Mary Rose, è stalo portato in superficie e deposto su un pontone mentre l'acqua del materassi veniva sostituita da aria per alleggerire 11 carico. Margaret Rule. direttore archeologico del progetlo, pensa che ci vorranno anche più di due anni per rimeltere assieme i vari pezzi di questo recupero da 14 miliardi di lire, ma è sicura che chi vedrà non potrà che esclamare: «ne valeva la pena». stcfan0 pavan Dopo 400 anni recuperato il relitto della nave inglese «Mary Rose» 1 Ponton* gru >y Culla d'Kcialo —-xkAl .jit?

Luoghi citati: Ercolano, Inghilterra, Massachusetts, Pompei