Che fatica partorire per l'amica dell'ominide

Che fatica partorire per l'amica dell'ominide Che fatica partorire per l'amica dell'ominide NEGLI Anni 70 l'ipotesi che Ominidi di tre milioni di suini fa avessero camminato sugli arti inferiori sembrava incredibile. Infuriavano le polemiche sull'esattezza delle datazioni e sulla correttezza dell'interpretazione delle prove fossili. Oggi, a seguito della revisione dei dati e del procedere delle scoperte, una nuova specie Australopithecus afarensis a stazione eretta e accettata praticamente da tutti, e la sua andatura non pone più problemi. Anzi, al Congresso di paleontologia umana che si e svolto a Nizza la settimana scorsa. Desmond Clark e Tim White hanno confermato quanto già annunciato (vedi Tuttoscienze, 7 luglio 1982) prima dell'estate: in depositi situati lungo il medio corso del fiume Awash, in Etiopia, sono affiorate parti del cranio e di un lemore di un Ominide risalente a quattro milioni di anni fa. Alcune caratteristiche del femore indicherebbero la possibilità di stazione eretta. Pare proprio che, come sosteneva André Leroi-Gourhan. uno dei più importanti studiosi francesi di preistoria, l'evoluzione dell'uomo sia ..cominciata dai piedi... Camminare sugli arti inferiori significa, per l'uomo, avere uno scheletro del piede diverso da quello degli altri Primati: significa avere un'articolazione del ginocchio meno libera, un lemore più inclinato, meno curvo e con collo lungo, uno sviluppo diverso dei muscoli di tutto l'arto inferiore, un bacino più stretto, una colonna vertebrale meno flessibile e con curve più complesse, una testa più bilanciata sul collo e. quindi, un foro occipitale più spostato verso il centro della base del cranio, con muscoli nucali meno sviluppati. Camminare sugli arti inferiori significa anche avere gli arti superiori liberi, rendendo possibile il perfezionamento di un'importante caratteristica: la manipolazione di oggetti. A sua volta, manipolare oggetti significa imparare a utilizzarli e, in seguito, a modificarne la forma, fino alla costruzione di utensili sempre più perfezionati. Ma il gioco di pressioni selettive non finisce qui; la capacità di costruire utensili è talmente importante per 11 comportamento di un individuo e ha una tale incidenza sul successo evolutivo di una specie, da favorire in modo mollo netto lo sviluppo di quelle capacità psichiche e di controllo del movimenti che permettono di ottenere utensili sempre migliori; vengono selezionali, in definitiva, cervelli sempre più grandi e complessi. E' quello che e stato definito il «dialogo mano-cervello» nel corso dell'evoluzione umana. In effetti, ripercorrendo le tappe essenziali dell'albero evolutivo umano, notiamo che gli Australopiteci hanno un volume encefalico ancora molto piccolo, cir- ca 500 mi. di poco superiore a quello delle attuali scimmie antropomorf e ; in Homo habitis, i cui resti sono chiaramente associati a strumenti litici, il volume oscilla già intorno al 700 mi. Nel corso della lunga evoluzione di Homo erectus, mentre le industrie litiche si complicano e differenziano, il volume raggiunge e supera i 1000 mi. per toccare valori simili a quelli dell'uomo attuale nel Neandertaliani (1300-1400 mi). La comparsa di grossi cervelli pone tuttavia alcuni problemi di carattere selettivo: le pressioni selettive che favoriscono l'aumento delle dimensioni dell'encefalo, a un certo punto de) processo di ominazione sono venute a contrastare con quelle che favoriscono una locomozione ottimale In condizioni di stazione eretta. In seguito alla stazione eretta, infatti, il bacino si modifica per riduzione dei suoi diametri antero-posleriore e trasverso. Ma il bacino rappresenta anchc il canale osseo del parto, e quindi, nel corso dell'voluzione umana, feti con testa sempre più grossa sono stati espulsi al momento del parto attraverso un canale che tendeva ad essere sempre più piccolo. Questo contrasto selettivo è alla base della fortuna di una piccola popolazione della forma umana attuale, quella degli ostetrici, in quanto il parto, nella nostra specie, è divenuto un atto molto più complesso di quanto non sia in altri Primati, tanto da richiedere l'assistenza di personale specializzato. Proprio un ostetrico. Philippe Lazar. ha presentato al congresso di paleontologia umana di Nizza una delle relazioni Introduttive più interessanti. E' evidente, ha ricordato Lazar. che al momento della nascita il volume del cranio deve essere non troppo grande, per non interferire decisamente con le possibilità di sopravvivenza di madre e figlio. Le testimonianze fossili relative alle dimensioni del cranio e del bacino permettono di dedurre che negli Australopiteci il parto potesse essere relativamente semplice anche in caso di feti di dimensioni notevoli. Le difficoltà di carattere ostetrico devono essere di origine piuttosto recente, probabilmente in corrispondenza delle ultime forme evolutive di Homo erectus, quando 11 cranio aveva già dimensioni vicine a quelle dell'uomo attuale. Poiché I neonati umani attuali sono sensibilmente meno maturi, in confronto ad altri Primati, per diversi caratteri morfo-funzionali, è generalmente accettata la supposizione che 11 principale artificio evolutivo messo in atto per aggirare l'ostacolo delle piccole dimensioni del bacino senza arrestare l'aumento di volume encefalico, sia stato quello della nascita prematura. Dal punto di vista evolutivo. In altre parole, la nascita di feti prematuri non può che aver facilitato l'aumento del volume cerebrale durante l'omlnazione. Lazar ha quindi proposto un'ipotesi molto interessante, basata su statistiche del ministero della Sanità francese. E' dimostrato. Innanzitutto, che il mantene• re a lungo la stazione eretta durante la gravidanza, per esempio per motivi di lavoro. 6 uno dei fattori che aumentano decisamente il rischio di parto prematuro. Ciò pare dovuto alla maggiore pressione esercitata dal feto verso il basso. Si può quindi supporre che, per lo stesso meccanismo, l'acquisizione progressiva della stazione eretta da parte di antichi Ominidi abbia favorito per selezione una frequenza sempre maggiore di nascite premature rispetto ad altri Primati, evitando cosi una selezione negativa nei confronti di feti a elevato volume cranico. Un altro dato importante è quello dello sviluppo intrauterino del feto. Le dimensioni del cranio letale possono essere calcolate con una certa precisione in base al diametro biparletale. che si può valutare su radiografie. In rapporto alle dimensioni totali del feto, si nota che l'accrescimento cerebrale rallenta notevolmente a partire dalla trentaduesima settimana di gestazione, per riprendere dopo la nascita. Nei bambini nati prima di questa data, e cioè nettamente prematuri, l'accrescimento cerebrale continua Invece senza rallentare, facendo pensare che effettivamente la prematurità rappresenti un fattore di superaccrcscimento cerebrale. Tutto sembra indicare, insomma, che durante l'evoluzione dell'uomo varie pressioni selettive abbiano stabilito una stretta correlazione tra la stazione eretta, 11 grande volume encefalico e la nascita di feti prematuri rispetto a quelli di altri Primati. Giacomo Giacobini a A Le prime scimmie camminavano a 4 zampe, i gorilla camminavano sulle nocche: di qui il passaggio alla stazione eretta dell'uomo A Nizza i maggiori paleontologi del mondo hanno fatto il punto sull'alba della specie umana

Persone citate: André Leroi-gourhan, Desmond Clark, Giacomo Giacobini, Philippe Lazar, Tim White

Luoghi citati: Etiopia, Nizza