L'ultimo segreto dei Maya

L'ultimo segreto dei Maya L'ultimo segreto dei Maya Nel Belize sei spedizioni archeologiche stanno ricostruendo i primi passi della civiltà centro-americana da cento secoli fa all'arrivo di Colombo PER cercare le origini preistoriche dell'agricoltura e di altri aspetti della vita sociale nella regione dello Yucatan. l'archeologo ha bisogno di molta pazienza, capacità dì sopportare il caldo e grande cautela. Si rischia di prendere la malaria e di imbattersi in serpenti velenosi che chiamano «Tommy golf... Ma ci sono anche giaguari e coccodrilli. Per la verità, gli archeologi che stanno lavorando da quelle parti di solito vengono morsicati soltanto da moscerini, decisamente fastidiosi; ma ogni tanto un bambino indigeno viene divorato dai coccodrilli. Tuttavia il mistero della civiltà Maya attira sempre più studiosi. In questo momento si trovano nel Belize (ex Honduras Britannico) non meno di sei spedizioni archeologiche internazionali. Gli obiettivi scientifici non mancano: per esempio, tracce lasciate da cacciatori vissuti dodicimila anni fa o una città maya completamente coperta di vegetazione. Il gruppo archeologico del dottor MacNeish è accampato sulle sponde del New River. Il suo lavoro principale consiste nel confrontare i segni lasciati su attrezzi in pietra, che vengono scolpiti da giovani ricercatori, con quelli di strumenti di pietra preistorici. Sperano cosi di capire a quali usi erano destinati gli oggetti antichi di cento secoli trovati in gran numero. Se servivano per cacciare, per macellare, per scavare in cerca di radici, per modellare le ossa e farne attrezzi, per coltivare la terra. Secondo MacNeish. alcuni strumenti molto grandi, trovati scavando a livelli che risalgono al cosiddetto ..periodo Sand Hill.., da7500 a 9500 anni fa, venivano usati forse per scavare i tronchi con cui fare imbarcazioni. Gli uomini di quel periodo, nel quale si stavano estinguendo giganteschi animali dell'era glaciale, cominciavano a cercare cibo nel mare. In ogni luogo di scavo, strato dopo strato, il terreno viene grattato e ripulito con cura estrema. Non si rimuovono mai più di cinque centimetri di terra per volta, su un'estensione di un metro quadrato e sullo scavo viene sistemata una griglia per mappare la zona degli scavi con tutti i ritrovamenti. In genere si trovano manufatti: punte di lancia o raschietti. Tutto viene sistemato in borse numerate e portato al campo base. Con l'aiuto di un computer, l'equipe, spera di ricostruire la vita quotidiana di ogni insediamento: dove e come gli animali venivano macellati, dove si preparava il cibo, come venivano costruiti gli strumenti, come si riparavano le reti e cosi via. Tracce di vongole e resti di molluschi, ossa di lamantino e avanzi del genere hanno rivelato la dieta di quel popolo di 100 secoli or sono. I ritrovamenti sono piuttosto rari perché in gran parte sono stati distrutti dalla terra acida e dalle piogge. Lamanai. un famoso complesso di pira-, midi e altri monumenti, intorno ai quali ha scavato il dottor Pendergast, si può raggiungere solo in barca e per una stradicciola spesso impraticabile. Una vicina colonia di agricoltori anabattisti Mennoniti fornisce le barche e invia verdura fresca al campo, su un vecchio carro a due cavalli. Lamanai è sulla riva di un lago dal quale esce il New River, che dopo un centinaio di chilometri sfocia nel mare. Viste dal lago, le piramidi sembrano colline boscose. Uno dei ritrovamenti più straordinari fatti a Lamanai è una lunga selce dalla forma di spadone o di enorme punta di lancia, con profonde dentellature circolari. A che cosa servisse non si sa. E' l'ultimo mistero Maya. ..Pietre del genere — dice Pendergast — sono state trovate in parecchi posti nel Belize. Alcune sono scolpite a forma d'uomo, altre assomigliano a vaghe forme di cani. Nessuna, comunque, è grande come la misteriosa selce di Lamanai. Il suo uso potrebbe essere stato cerimoniale.., dice Pendergast, ricordando tuttavia che gli archeologi .tendono a considerare cerimoniale tutto quello che non riescono a spiegare altrimenti. Una collaboratrice di MacNeish, Antoinette Nelkcn-Turner, ritiene che le grosse selci ricordino gli xiulicoatl, 1 bastoni luminosi coperti di piume, che gli aztechi ritenevano in grado di generare i fulmini con cui colpire i nemici. Contro gli invasori spagnoli, comunque, non servirono. Il monumento più bello di Lamanai è forse la piramide costruita sulla cima di un'altra. Scavando all'interno, Pendergast ha scoperto che sono state almeno otto le fasi della costruzione, dal 1500 avanti Cristo al dodicesimo secolo dopo Cristo, quando la città era ancora in espansione mentre la civiltà Maya era quasi tutta in rovina. Le cause di quella rovina, che s'iniziò nel nono secolo dopo Cristo e durò duecento anni, sono ancora uno dei principali misteri dell'archeologia; Pendergast ritiene che scoprire perché Lamanai sia sopravvissuta potrebbe aiutare a risolvere l'enigma. Secondo alcuni archeologi, le piramidi Maya erano ricostruite periodicamente per celebrare l'inizio di un nuovo ciclo Maya di 52 anni. Un'altra ragione potrebbe essere slato il deterioramento delle facciate coperte di maschere riccamente decorate, in tufo o gesso, erose dalle forti piogge tipiche della regione. In un tunnel scavato all'interno di una piramide è stalo trovato un volto gigantesco, una maschera, con l'acconciatura ancora colorala di rosso, giallo, bruno e bianco. In precedenza il professor Pendergast aveva compiuto scavi a Altun Ila, una cinquantina di chilometri a sud-est, scoprendo una piramide ora aperta al pubblico. I monumenti, laggiù, erano disposti a casaccio: secondo l'archeologo, le prime generazioni di Maya avrebbero considerato un insulto alle divinità e ai defunti una tale mancanza di accuratezza. Pendergast ritiene che l'apiirossimativo allineamento dei monumenti sia prova di una progressiva demoralizzazione di quella gente, la cui origine non è ancora nota, ma che potrebbe essere in rapporto con il declino della civiltà Maya. La città di Altun Ha esistette tra il 200 e l'800 dopo Cristo e raggiunse il massimo splendore intorno al 600 dopo Cristo. I ritrovamenti di ossa di cervo e di altri animali hanno dimostrato che la dieta era molto diver-. sa a seconda delle classi sociali. , Scavando nella regione del Belize gli archeologi sono stati colpiti dalla somiglianza tra l'evoluzione di questa società e quella europea. Il confronto è molto evidente per quanto riguarda il passaggio dalla caccia di animali dell'età glaciale, come i mammuth, alla maggiore dipendenza dalle piante, dopo l'estinzione dei grandi animali. Nei millenni successivi si è passati all'addomesticamento di animali e alla coltivazione di piante, quindi alla formazione dei primi villaggi. A poco a poco, all'egualitarismo è seguita la divisione in classi. Nel periodo dei grandi monumenti Maya, questo processo culminò nella costituzione di •una serie di città-Stato che ricordano il feudalesimo europeo. Tutto ciò accadde senza che vi fossero contatti tra il Nuovo Mondo e l'Europa. L'isolamento era totale, perché nello Yucatan non era ancora stato scoperto l'uso della ruota, un'idea che certo sarebbe stata portata in America anche da un navigatore solitario o dall'unico naufrago di un'imbarcazione. Le società umane, secondo molti antropologi, hanno seguito linee evolutive parallele, siano state o no in contatto tra loro: un fenomeno che forse potrebbe essere applicato alla storia di esseri intelligenti di altri mondi. Walter Sullivan ; Gip) nulli <-N.Y. Times Sitvìcc.i i' |ht i'Ii.ili.i <•!.» Stampa» » », .i - di ll.i civiltà precolombiana UT£ GRADU1C DIVISIOU

Luoghi citati: America, Belize, Europa, Honduras