Con Benjamin, Adomo e Brecht

Con Benjamin, Adomo e Brecht Con Benjamin, Adomo e Brecht Stanno per uscire da Marietti le «Memorie della mia vita» di Karola Bloch, moglie del filosofo. L'autobiografia, sullo sfondo dei grandi avvenimenti della storia europea, dalla rivoluzione russa del 1905 (l'anno di nascita dell'autrice) alla guerra fredda, ricostruisce la storia familiare e intellettuale di una coppia, unita da un affetto profondo e da comuni ideali politici e morali, il sogno di «un socialismo dal volto umano». Karola racconta la sua infanzia in una ricca famiglia ebraica, l'incontro nel '26 a Berlino con Ernst, che sposerà nel '34, il suo ingresso nel '32 nel partito comunista tedesco. Con l'avvento del nazismo i coniugi Bloch sono costretti a lasciare la Germania: comincia il loro esilio a Vienna, Parigi, Praga e infine la loro emigrazione negli Stati Uniti. Torneranno nella Germania Est nel '49: ma ben presto il soffocante clima dello stalinismo metterà Bloch in contrasto con il regime. Karola sarà sospesa dal partito, Ernst espulso dall'università e condannato come revisionista. Di qui nel '61 la loro decisione di stabilirsi nella Germania Ovest, dove Bloch morirà nel '77. Per concessione della Marietti pubblichiamo alcune pagine del volume. IN un modo molto originale feci la conoscenza di Walter Benjamin, che incontrammo sul Kurfùrstendamm; quando Ernst me lo presentò, Benjamin mi disse: -Mia cara, ha mai avuto occasione di notare die aspetto malaticcio hanno le figurine di marzapane?» e tirò fuori dalla tasca un minuscolo presepio di marzapane con la Madonna ed il Bambino Gesù, inserito con grande abilità in un guscio di noce; entrammo tutti e tre nella -Mampe-Stube» e osservammo ammirati la noce. Poi ci mettemmo a parlare; Benjamin, che era stato di recente in Russia, raccontò di Mosca e della sua amica Asja Lacis, una regista lettone che lo aveva accostato al marxismo (il libro di Benjamin Einbahnstrasse [Senso unico) è dedicato a lei). Un amico di gioventù di Benjamin, Gershom Scholem, che era sionista e viveva in Palestina, aveva tentato invano di convertirlo al sionismo e di convincerlo ad andare nella terra dei padri. Bloch aveva conosciuto Benjamin in Svizzera già nel 1918 e poi lo vide spesso a Parigi nel 1925; tra di loro c'era un rapporto intellettuale molto intenso: li acco7nunava l'amore per le cose apparentemente insignificanti dietro alle quali si cela qualcosa di profondo. Benjamin era un uomo sfortunato: il suo tentativo di conseguire l'abilitazione fallì, e andie il suo matrimonio era infelice, filiera poveramente in una camera ammobiliata; ricordo che una volta gli facemmo visita e lo trovammo intento a scrivere disteso sul divano, in una posizione non certo molto comoda (un po' come Proust, ma Proust era malato ed era costretto a stare a letto). Benché non emanasse calore umano né serenità, Benjamin mi era molto simpatico: la sua originalità e la sua intelligenza mi fecero una grande impressione. Di tanto in tanto vedevamo anche Adorno, il quale a diciannove anni aveva letto Spirito dell'utopia con tanto entusiasmo da affermare che non avrebbe mai scritto una sola parola senza avere presente quell'opera; Adorno aveva una relazione con una donna die si occupava di chimica. Gretel Karplus, a casa della quale ci incontravamo spesso e che sarebbe poi diventata sua moglie. Ricordo molto bene Adorno e Benjamin, e soprattutto Kracauer, che mi era molto più simpatico di Adorno. L'amicizia di Ernst con Kracauer aveva un precedente burro.--' scoso: Kracauer aveva stroncato Thomas Munze sulla -Frankfurter Zeitung» e Ernst si vendicò con un ritratto molto pungente di Kracauer nel suo libro Durch die WUste (Attraverso il deserto). L'inimicizia fra i due uomini durò alcuni anni, finché non si incontrarono per caso a Parigi e si riconciliarono in un caffè in Place de l'Odeon; Ernst apprezzava gli acuti elzeviri di Kracauer sulla -Frankfurter Zeitung. (a cui collaborava anche lui) e il suo romanzo autobiografico Ginster; lo stile di Kracauer gli piaceva molto. Io conobbi Kracauer nel 1928, in occasione di una sua breve visita a Berlino; Krac lavorava infatti a Francoforte, presso la redazione della pagina culturale della -Frankfurter Zeitung»; ma nel 1930 fu trasferito a Berlino; all'inizio degli anni '30 perciò ci vedemmo molto spesso. Io provavo per lui una grande simpatia, che del resto era reciproca; stranamente, Krac mi ispirava una sorta di tenerezza materna, forse perché la natura non era stata generosa con lui: era piccolo, non bello e per di più balbettava, ma la sua intelligenza relegava in secondo piano questi difetti esteriori. Poiché Krac aveva studiato architettura e per un certo periodo, trovandosi in ristrettezze economiche, aveva anche lavorato come architetto, facevamo spesso lunghe discussioni su problemi professionali oppure scambiavamo osservazioni sarcastiche a proposito dell'architettura moderna; mi interessava però soprattutto il modo in cui Kracauer analizzava i rapporti sociali di quel tempo, seguendo il metodo marxista, benché non fosse comunista ma piuttosto socialdemocratico, il che comportava talvolta qualclie incomprensione fra Ernst e Krac; tuttavia l'amicizia rimase sempre cordiale, come testimonia la fitta corrispondenza. Anche sua moglie Liti ci era simpatica, per quanto fosse un po'fredda; nel 1966, dopo la morte di Krac, ci fece visita due volte a Tilbingen e fu molto gentile con noi, amabile e affezionata; scriveva spesso anche da New York, e le sue lettere erano piuttosto dettagliate. LUÌ mori all'inizio degli anni 70; nel 1965 avevamo riinsto a Monaco dopo molti anni entrambi i coniugi Kracauer. Ernst stava molto volentieri in compagnia dt Bert Brecht, Kurt Weill e Lotte Lenya; assiste spesso anche alle prove dell"Opem da tre soldi, che gli piaceva molto, e fu molto felice del suo enorme successo, tanto che in Eredità di questo tempo espresse grande apprezzamento sia per la musica che per il libretto e nei Literarische Auf ■ satze (Saggi letterari) pubblicò un saggio scritto nel 1929 e intitolato Das Lied der Seerau ber Jenny in der Dreigroschenoper (La can zone di Jenny dei pirati nell'Opera da tre soldi) con il sottotitolo: omaggio a Kurt Weill e Lotte Le ■nya. Quella canzone gli piaceva .talmente che suggerì di utilizzarla, come inno nazionale nelle circostanze liete. Karola Bloch