La Scala è Oscar

La Scala è Oscar La Scala è Oscar Il prossimo 7 dicembre, Sant'Ambrogio, prima della Scala anche in libreria. In coincidenza con l'apertura della più importante stagione teatrale, partono gli *Oscar musica», affidati a una redazione interna della Mondadori, con suggerimenti di Enzo Siciliano. Due volumi dovrebbero essere pron ti per quel giorno, in uscita contemporanea: il primo dedicato alla Scala, con una storia del teatro a cura di Pasi, uno scritto di Spadolini, interventi di Placido Domingo, Renata Tebaldi e altri; il secondo sarà una guida all'Emani, l'opera di Verdi che andrà in scena quella scia. Spencer Tracy e Katharìne Hepburn nel film «La segretaria quasi privata» (1957) persone di conoscere, esplorare i loro caratteri, le loro personalità fuori dallo schermo. Garson Kanin, regista, scrittore, drammaturgo, è uno di quei pochi, fortunati amici con libero accesso ai segreti della coppia. In un periodo in cui tanto interesse suscita il 'privato» delle celebrità, non poteva mancare la traduzione di questa biografia parallela ^Spencer e Katharine - Una storia d'arte e d'amore del nostro tempoA appena uscita da Longanesi ( pagine 300, lire 12.000) che una dozzina d'anni fa, alla sua prima edizione americana, spalancava porte e finestre di una casa sempre tenacemente avvolta da mistero e curiosità. Kanin è un cronista affettuoso, indulgente, devoto ai limiti del plagio. Kate e Spencer forse non sono i due semidei descrìtti con tanto amore, ma certamente sono due personalità superbe, affascinanti, stranamente antitetiche e complementari, «capaci di influenzarsi a vicenda più di quanto si siano resi conto». Professionalmente puntavano entrambi alla perfezione, con una ricerca maniacale, esasperata, ma in modi del tutto diversi: «La Hepburn è un'attrice attenta, puntigliosa, metodica, analitica, concentrata. Legge. studia, pensa... Spencer al contrario era un attore istintivo, che si affidava al momento creativo, credeva che un eccesso di prove nuocesse alla spontaneità e in genere dava il meglio di sé alla prima ripresa. Era un artista profondamente e totalmente soggettivo» Fuggiva gli intellettuali e' le chiacchiere intellettualistiche. Una sera, intrappolato ad un party dove si parlava con aria molto saputa dei vari 'metodi» di recitazione (con la R maiuscola), fu costretto a esprimere la sua opinione sul tema. Spencer disse: «Be', mi ci sono voluti quarantanni di lavoro... lavoro a scopo di sussistenza