Nobel, corone e rimorsi

Nobel, corone e rimorsi In attesa del premio, rivediamo le scelte del passato Nobel, corone e rimorsi L9 ANNUNCIO del Premio Nobel a Borges potrebbe venire giovedì prossimo o potrebbe non venire mai. A 83 anni, quello che molti considerano il piti grande scrittore vivente, è ancora costretto ad attendere il suo turno davanti a una porta singolarmente restia ad aprirsi. Fra i «diciotto» dell'Accademia di Svezia, che hanno le chiavi del più sontuoso pantheon letterario. 11 partito borgesiano e quello antiborgesiano si fronteggiano, giocano le loro battaglie facendosi schermo con una o con l'altra delle 177 candidature proposte in alternativa. Anziché entrare nell'albo d'oro, lo scrittore di Aleph rischia di andare ad arricchire 11 libro oscuro, ma assai più importante, dei non premiati: dove si trovano molti fra I grandi e quasitutti 1 grandissimi del Novecento, da Joyce a Proust, da Kafka a Musil. da Rilke a Valéry. La storia del Nobel letterario coincide con quella del nostro secolo e ne riproduce, puntuale, le lacerazioni e i conflitti: in proporzione quasi matematica ne ripete gli errori. Forse anche in questo è la sua forza, la sua non controversa capacita di attrazione. Lo scandalo comincia subito, con il primo premio, assegnato il 10 dicembre 1901. Nel secolo che stava iniziando, erano ancora vivi alcuni fra i maestri delle ultime generazioni ottocentesche, e i giudici di Stoccolma avevano la possibilità di scegliere un nome destinato con sicurezza a sfidare il tempo. L'ombra di Tolstoj Ibsen aveva terminato due anni prima la sua opera con Quando noi ;;ior(i ci destiamo; Henry James, sfuggito alle trappole del naturalismo, aveva già dato l'avviò al romanzo moderno: Cechov presentava proprio quell'anno al Teatro d'Arte di Mosca le Tre sorelle; Strindberg aveva appena gettato, in Verso Damasco, I germi dell'espressionismo teatrale. E, soprattutto, si stendeva lunghissima, sulla sala dell'Accademia svedese, l'ombra di Tolstoj. Il patriarca di Jasnaja Poljana aveva 72 anni, era malato, proprio In quel mese di dicembre le sue condizioni si erano venute aggravando, poteva essere l'ultima occasione. Il nome da scegliere sembrava obbligato. Ma. nello scrutinio decisivo. Tolstoj non riuscì a passare i tre voti, gli stessi di Ibsen, uno più di D'Annunzio. E usciva perdente con loro. L'Accademia, nel dare l'avvio al premio che doveva essere, fin dall'inizio, il più prestigioso del mondo, aveva voluto puntare su una letteratura centrale egemone. E. nel Paese governato dalla dinastia dei Bernadotte. la cultura egemone era quella francese. Purtroppo non erano gli anni più luminosi, in Fran¬ cia, dopo la morte di Maupassant. Verlaine. Mallarmé, scomparsi nell'ultimo decennio dell'Ottocento. Il nome di Zola — già inviso personalmente a Nobel — era bruciato dalle polemi' che sull'affaire Dreyfus. che aveva trascinalo con sé. sulle opposte barricate, anche France e Barrès. Gli accademici, desiderosi di interpretare al meglio le volontà del fondatore, si ricordarono di un superstite parnassiano, che aveva cercato una difficile alleanza fra la poesia e la scienza: Sully Prudhomme. Cosi questo noine. che molli fra i lettori di oggi ricordano soprattutto per una battuta di Ionesco nella Contatrice calva, riuscì a eliminare un intero secolo di letteratura. Vecchio Carducci I giornali italiani diedero la notizia in poche righe non sempre gradevoli. -Sully Prudhommc — scrisse "La Stampa" il 17 dicembre in un telegramma da Parigi — dichiara di avere bensì l'intenzione di dedicare una parte del Premio Nobel toccatagli all'incoraggiamento della poesia, ma di non avere ancora deciso in quale modo e in quale misura-. Molto più spazio, nelle cronache di quei giorni, avevano due prime teatrali: Romanticismo di Jlovetta. clamoroso trionfo, e Francesca da Rimini di D'Annunzio, con la Duse, clamorosa caduta. Per 11 poeta di Pescara, due insuccessi contemporanei. Tutti i nomi giusti si riproponevano l'anno dopo. E questa volta 1 giudici del Nobel vollero addirittura saltare, per un premio 'letterario, la letteratura. Pur di tenere indietro Tolstoj, scelsero Mommsen. il grande filologo tedesco che aveva riempilo un secolo con il suo Corpus inscriptionum latinorum, ma non aveva mai scritto una pagina fuori dalla storia o dal diritto. Di fronte all'ondata di proteste, da tutto il mondo, il presidente del comitato. Wirsen. dovette giustificarsi: -Tolstoj ha ostinatamente negato il diritto di autodifesa sia agli individui che alle nazioni. Assegnandogli il premio sarebbe necessario specificare che gli è stato concesso esclusivamente per i suoi meriti letterari, mentre i suoi scritti religiosi, morali e sociali sono considerati come immaturi e corruttori-. Per trovare scrittori davvero importami, nella serie dei Nobel, bisogna lasciar passare qualche anno; ma intanto molti dei nomi giusti erano morti. Gli accademici di Stoccolma fecero appena in tempo, nel 1906. a premiare Carducci, vecchio e malato, che non si muoveva più da Bologna. L'ambasciatore svedese Bildt dovette portargli il premio a casa, e recitargli un discorso a cui l'autore delle Odi barbare. bloccalo in poltrona, non fu in grado di rispondere. Ringraziò, per lui. il genero, «cavalier Guaccarini», come riportano le cronache. Pascoli, che pochi giorni prima aveva ereditato la sua cattedra universitaria, non risulta fra i presenti. Il vaglia di 191 mila franchi, che avrebbe assicurato un tardivo benessere alla famiglia, arrivava quando il poeta aveva già dovuto vendere la sua biblioteca, con grarde scandalo dell'arcadia italiana. - Un poeta greco e girondino, quale si chiamò egli stesso — scrisse in quella occasione Francesco Pastonchi — può senza dubbio levare un'ode a una regina, ma venderle una bi¬ blioteca ...non mt sembra un atto di pari bellezza. Ad una regina un poeta non può. non deve die donare: da trono a trono-. Il caso Tagore Fino alla prima guerra mondiale, le scelte cadono su un ristretto numero di Paesi europei, soprattutto Francia e Germania. Nel 1909. favorita forse dalla condizione geografica, la prima donna: Selma Lagerlof. svedese, con i suoi epici cavalieri di Ekebù. porta finalmente un premio ai padroni di casa. E. nel 1913. il primo nome extraeuropeo. Non viene dagli Stati Uniti, che dovranno attendere fino al 1930 (con Sinclair Lewis), ma dall'India: è Rabindranath Tagore. il caso letterario che Yeats ha rivelato all'Europa, dopo che gli irraggiungibili lesti bengali sono stati tradotti in inglese. Sono gli anni dei grandi pellegrinaggi intellettuali verso l'Oriente (è del 1911 il primo viaggio in India di Hesse. determinante per il Siddharta). l'Europa si affaccia verso un mondo diverso e scopra una cultura. Fra le due guerre, il Nobel comincia a dover fare i comi con la politica. Gli accademici, gelosi della loro autonomia, sono atlemi a usare la bilancia: con la tattica di scontentare a turno, un po' per uno. Se nel 1923. dopo la prima indipendenza irlandese, e un anno di lotte dell'Ira, il premio va a Yeats. portabandiera della rinascenza celtica, nel 1925 tocca a Shaw. nato a Dublino ma pienamente integrato nella cultura britannica. Lasciato morire senza Nobel, nel 1922. .iovanni Verga, gli accademici si ricordano quattro anni dopo di Grazia Deìedda. che consente di recuperare il verismo italiano. E subito dopo troveranno in lei una oppositrice alla candidatura di Luigi Pirandello, for¬ se troppo legato al regime per la scrittrice sarda. L'autore del Sei personaggi dovrà aspettare fino al 1934. Dopo il premio a Thomas Mann, nel 1929, si chiudono le porte'per gli autori tedeschi. Hitler, appena salito al potere, dichiara guerra al Nobel, che ha assegnato 11 premio per la pace a un giornalista tedesco antinazista, von Ossietzky. E gli accademici aspettano la sua caduta, nel 1945. per dare 11 premio a Hermann Hesse. che nel frattempo è diventato cittadino svizzero. Le battaglie politiche, dopo la seconda guerra, si fanno anche più difficili, nei rapporti con l'Est. In oltre mezzo secolo, il Nobel ha premialo un solo russo, e lo ha scello fra gli esuli: Ivan Bunin. nel 1933. anno di purghe staliniane a Mosca. Nel 1958. contro le diffide del Cremlino, gli accedemici votano lo scomunicato Pasternak. provocando un grave incidente diplomatico. Per pareggiare i conti, l'anno dopo puntano su uno scrittore comunista non sovietico: è la fortuna di Quasimodo, che riesce a ottenere un premio negato a Ungaretti, e non concesso per tanti anni a Montale. Ma il nome del poeta siciliano non sembra avere salvato gli equilibri; e un Nobel, ne! 1965. tocca a un autore che rappresenta ['Urss, a pieno titolo. Michail Solochov. Non imporla se il suo Placido Don viene ritenuto un po' greve dalla critica occidentale. Cinque anni dopo è pronto il Nobel a Solzenicyn. che chiude una discussione e ne apre un'altra. E ora, Borges? L'Accademia si fa sempre più attenta agli equilibri geopolltici. filtra un'aria di Unesco. per le fessure del tempio. E molte scelte sembrano rispondere a motivazioni non soltanto letterarie. Il ritorno della democrazia in Spagna coincide con 11 premio ad Aleixandre. la lotta di Solidarnosc a Varsavia con il Nobel a Milosz. L'allargamento dei confini porla alla ribalta nuove culture, periferiche o minoritarie, dal neogreco di Elytis all'yiddish di Singer: le culture egemoni di inizio secolo vanno riducendo i loro spazi. L'ultimo Nobel francese è del 1964. e fu rifiutato da Sartre. L'ultimo inglese risale addirittura al 1953. e premiò un uomo politico. Churchill. Graham Greene sta aspettando da allora, e sono passati irent'anni. Auden non ha fatto in tempo ad aspettare, come Huxley. DI questo clima Borges è diventato insieme, simbolo e. fino a oggi, vittima. I rimorsi sono in aumento. A ogni assegnazione. l'Accademia può eliminare una spina e caricarsene altre. Sapremo, uno dei prossimi giovedì, se Borges sarà un rimorso tolto o aggravato. Anche questa è la iorza del Nobel. Giorgio Calcagno ISLANDA 1955 Haiidor Kiljan laxness GRAN BRETAGNA 1907 Rudyard Kipling 1925 George Bernard Show 1932 John palsworthy 1948 Thomas Stearns Eliot 1950 Bertrand Russell 1953 Winston Churchill BELGIO 1911 Maurice Maeterlinck FRANCIA 1901 Sully Prudhomme 1904 Frederic Mistral 1915 domain Rolland 1921 Anatole Fiance 1927 Henri Bergson 1937 Roger Martin du Gard 1947 Andre' G.iie 1952 Francois Mauriac 1957 Albert Camus 1960 Saint-John Perse (964 Jean-Paul Sartre NORVEGIA 1903 Bjornstjerne Bjornson 1920 Knut Hamsun 1928 Sigrid Undset SVEZIA 1909 Selma Lagerlof 1916 Vernei von Heidenstam 1931 Erik Axel Karlfeldt 1951 Par Lagerkvist 1974 cyvind Johnson Harry Mertinson FINLANDIA 1939 Frans Eemil Sillanpaa DANIMARCA 1917 Karl Gjellerup Henrik Pontoppidan 1944 Johannes Jensen GERMANIA 1902 Theodor Mommsen 1908 Rudolf Eucken 1910 Paul von Heyse 1912 Gerhart Hauptmann 1929 Thomas Mann 1966 Nelly Sachs 1972 Heinrich Boll POLONIA 1905 Henryk Sienkiewiyz 1924 Wladyslaw Reymont 1978 Isaac Bashevis Singer 1980 CzeslawMilou STATI UNITI 1930 Sinclair Lewis 1936 Eugene O'IMeill 1938 Pearl Buck 1949 William Faulkner 1954 Ernest Hemingway 1962 John Steinbeck 1976 Saul Bellow GUATEMALA 1967 Miguel Angel Asturias 1945 Gabriela Mistral 1971 Pabio lueruda 1906 Giosuè' Carducci 1926 Grazia Oelidda.. 1934 Luigi Pirandello 1959 Salvatore Quasimodo 1975 Eugenio Montale 1933 Ivan Bunin 1968 Boris Pasternak 1965 Mikhail Solochov 1970 Alexandr Soltenicyn INDIA 1913 Rabindranath Tagore La geografia dei premi Nobel presenta un'area di altissima densità in Europa e lascia scoperti interi continenti. Sono tre soli i Nobel in Asia, tre in America Latina, uno in Australia, nessuno in Africa, nessuno in Cina, nessuno nel mondo arabo-mediorientale. I vincito¬ ri dei premi sono stati raggruppati secondo I loro Paesi di origine, anche se in alcuni casi vi sono stati spostamenti decisivi per la loro opera. Canetti, nato in Bulgaria, è in realtà uno scrittore di area tedesca, con cittadinanza austriaca. Beckett, irlandese, è scrittore bilingue e vive in Francia da molti anni. Singer, polacco, scrive in yiddish ed è cittadino degli Stati Uniti. Messe, tedesco per nascita e per cultura, ebbe il premio come svizzero. Se si guardano I raggruppamenti linguistici, e in testa la letteratura anglofona, con 11 premi, segue la francese con undici, la tedesca con dieci, la spagnola con sette. Il gruppo nordico ha 14 premi, ma suddivisi per cinque lingue; quello slavo otto, in tre lingue. Due premi sono andati a letterature di minoranze etniche: il provenzale (Mistral) e lo yiddish (Singer).