Nadar è l'artista Talbot l'inventore

Nadar è l'artista Talbot l'inventore Alle origini della fotografia Nadar è l'artista Talbot l'inventore ANCHE se non sempre i manuali lo ammettono, vero padre della fotografia fu William Henry Fox Talbot. tranquillo gentiluomo inglese (1800-1877) che nel 1839 inventò il «negativo... cioè la possibilità di moltiplicare la stampa di una stessa immagine. I suoi concorrenti storici, i francesi Niepce e Daguerre. producevano invece esemplari unici. Ma la dimenticanza, l'ingiustizia, anche se ci giocarono propaganda e commercio, fu soprattutto colpa di un progresso talmente rapido che inglobò tutti. E del peso specifico, in quegli anni, della pittura francese, senza rivali sui mercati, che trascinò in alto anche la fotografia locale. Insomma, la riscoperta di Fox Talbot coincide grosso modo con il ritorno ad un gusto pulito, autonomo, nel dipingere e fotografare. Basta vedere, come controprova (ce ne dà l'occasione, un bel p-rtfolio dedicato dalla Electa al vecchio signore affaccendato a costruire pose nei suoi quieti giardini) quanto fosse avanti proprio anche sulla cultura figurativa dell'epoca l'immagine selezionata da Fox Talbot: vi si leggono con meraviglia, oltre ovviamente ai paesaggisti inglesi, addirittura tantissimo Cèzanne (le nature morte), o Corot. o un segno da incisore quasi alla Meryon. Qualcosa di cosi spogliato in tempi «pompieri.. di semplicemente coerente, da sembrare una novità troppo grossa, e perciò incomprensibile. Insomma. Fox Talbot fu il primo a capire che quel ..terzo occhio- non era meccanico ma soprattutto interiore: come la camera oscura del Canaletto o. prima ancora, quella reflex che tu lo specchio usato da Caravaggio nel suo studio dalle pareti annerite. Ma la macchina fotografica era appena lanciata che già macinava di tutto, confusamente, a cominciare dalla cronaca. Ecco cosi, dieci anni appena dopo che Talbot ha pubblicato il suo raffinato «Pendi of Nature», dopo gli assorti silenzi di Daguerre. che esplode a parigi la fotografia-personaggio di Nadar: e sarà una avventura balzachiana che contiene già tutto, genio ed opportunismo, verità e menzogna, invenzione ed esibizionismo, tecnica ed imbonimento, industria, speculazione. Tornano a raccontarcelo (dopo il bel Nadar di Lamber- to Vitali. Jean Prinet e Antolnette Dilasser. Einaudi ; 1973), Phillple Neagu in una delie dispense Fabbri dedicate ai grandi fotografi e. in un volumetto che ha una larga antologia degli articoli ..scritti., dal personaggio. Michele Rago. E' una storia alla Dumas: di un ingegno, cioè. In certo modo ..innocente., nella sua avida vitalità, che mescola intelligenza e quattrini, entusiasmo e «negri..; che è amico e coetaneo della generazione aristocratica dei Baudelaire, Flaubert, Murger o Banvllle, ma che cede all'avidità commerciale e al «borghese., di fine secolo. Un giornalista, insomma: e siccome l'avventura fotografica era agli Inizi. Nadar diventa e rimane ancora l'archetipo di quasi tutto, bene e male, invenzione e utilizzazione, qualità e declino. Il «diavolo» era però nel mezzo stesso. La possibilità di moltiplicare (per questo, la fotografia nacque) porta alla industrializzazione; la troppa precisione aiuta la falsificazione. Un temperamento esistenziale, ambizioso e pronto ad ogni occasione e curiosità, ragiona orizzontalmente: la riproducibilità meccanica della foto è parallela alla tiratura tipografica; la popolarità commerciale si guadagna con l'alibi del progresso tecnico-sociale. Esploratore-venditore di tutto, personaggio utopico e terragno come gli eroi monotoni di Giulio Verne, Nadar (Oaspard Felix Tournachon. 1820-1910) è un grande fotografo che via via inventa tutto: la foto aerea e lo studio grande magazzino, ritratto psicologico e fototessera, le noiose vetrate dei fotografi di provincia e le luci artificiali, le verità per famiglie e il fotomontaggio, la posa e le sequenze, il: reportage e la foto scientifica. Fini vecchio, non ricco, ritirato in Provenza. L'anziano presidente Kruger. in visita alla Francia, chiese di essere fotografato dal celebre Nadar: «ma quello di Marsiglia, non quello di Parigi». Nella solitudine, nel silenzio, il personaggio aveva in parte recuperato 1 tempi lontani dei suoi «eterni., ritratti giovanili del Pantheon, francese ed europeo. In mezzo, c'era stata la clamorosa commerciale prefigurazione della fotografia futura: «voi scattate, e Kodak fa il resto»: il mondo avverato di Giulio Verne. Claudio Savonuzzi W.H. Fox Talbot «Portfollo di 12 Immagini». Electa, a cura di D. Palazzoli, lire SO.000. .j «Nadar, quando ero fotografo». Editori Riuniti, a cura di M. Rago. 210 pagine con 32 ili., 10.000 lire. «Nadar». Fabbri, a cura di P. Neagu. 62 pagine con 50 III.. 4.500 lire. Nadar con la moglie (circa 1865) W. H. Fox Talbot: «Il ponte a Orléans» (1843)

Luoghi citati: Caravaggio, Fox, Francia, Marsiglia, Parigi, Provenza