icoli, una fondazione per il comico romano

icoli, una fondazione per il comico romano icoli, una fondazione per il comico romano Una macchietta oluzionario an i due attori che riportano sulla scena dani - Luigi Proietti: «Vorrei dare la cosa spregiudicata, persino gaglioffa» i: «Ricordiamoci che lui scandalizzava I dannunzianesimo spinto» calli, torturando i calli, li avalli c le convalli 0 te, mazza di S. Giuseppe, Ctricia mia, quando vedrai m, Pape Satanalcppe. idietro, la miseria udrai, iche piange sulle scale, rovente eh?) fiesto mio cuore, frale, rotto; è rotto, è rotto, è rotto ne strapongo sopra e sotto, a pezzi, a morsi, a cenci, a I [ciocchi, ioli, a pugni, a mani, a sacchi. • lipoglie, a spolverini, a ciocche, ;{foglie, a picchi, a pocchic, a* ' ■ [pacchie, 1 cubi, a tondi, a perle, a fiori. ,i cavalier, l'armi e gli amori, io del cammin di nostra vita oppa e salpa verso il mondo tutelerai: è lei, è lei quel tal [signore n accanto a me sul tranvai ? J2 ima blai a 31ajrao a liliali dal ioti che Coltro offrici che j o La ori, nel avi egmo rdo lolite, ilalalirilellialla Bush iodi Wprs Milli si. riVi, Bno un Wdel a giudicata, persino gaglioffa, dilatando al massimo le più piccole possibilità che Petrolini mi offre. Ma, per carità, nessuno dica più, come hanno detto, che lo sono un attore che discende da Petrolinl. Io discendo solo dalle scale di casa mia...* Scaccia, al contrario, dimostra di avere approfondito e di essere ancora curioso: 'Non ho un atteggiamento eccessivo, so solo che occorre ristabilire un minimo di verità. Petrolinl non è stato mai amato quando era in vita. La critica'ufficiale gli era contraria. Marco Praga, critico e autore, stroncò il suo Nerone e lo trattava come un improvvisatore di scenette per rivista. Petrolinl non è stato amato anche perché, nonostante il Nerone e le sue parodie, era sotto sotto accusato di aver trovato un'intesa con il regime. Non basta. In seguito, allorché se n'è ricominciato a parlare, ha avuto molti imitatori, ma questi imitatori non hanno capito che le sue filastrocche sono irripetibili. Io ho qualche elemento somatico, il naso, certi tratti della faccia, che lo ricordano, ma non ho speculato su questa somiglianza fisica, leggendo e rileggendo le sue pagine». Se Proietti non è in grado di precisare la struttura del suo spettacolo e si limita ad annunciare che non sarà solo In scena — «Ci sarà sicuramente un'orchestra* —, Scaccia è più avanti ed è già tornato sui suoi passi. Infatti, in una prima fase, aveva deciso di riprendere il -Medico per forza* di Molière nella versione, anche cinematografica, che Petrolinl aveva rifatto a sua misura; poli l'ha messa da parte perché, osserva, <si tratta di un testo tagliato perfettamente per le sue esigerne, in cui i ruoli di contorno sono troppo ridotti, e ho preferito andare all'originale, tenendo conto del perché Petrolinl lo aveva messo nel suo repertorio, ovvero per disporre di una maschera senea la maschera, una maschera urna- ditore di palloncini e di giocattoli, che sotto il sorriso nasconde autentici tormenti*. Proietti, che Intitolerà il suo spettacolo probabilmente •Petrolinl addio; mette le mani avanti e sembra voler depistare fin da principio chi si aspetta da lui e da Gregoretti una ricerca filologica o un recupero all'Insegna della rilettura critica. Afferma, tutto di un fiato: • In lui, che conosco solo per gli spezzoni cinematografici e i film rimasti, non voglio cercare lo scrittore o addirittura il teatrante che ha lasciato tesori che noi dovremmo metterci a riscoprire con aaaaah! di meraviglia. Nossignore, io vorrei riuscire a farlo diventare un pretesto perché, essendo lui un attore notevole, ritengo che sia giusto tentare di individuare come sapeva essere sempre imprevedibile. Non ho alcun desiderio di approfondire, di infilarmi in un labirinto di carte e di chiavi offerte dagli studiosi. Mi piacerebbe dare al pubblico una cosa spre- na, secondo la visione molieriana*. Scaccia, che alterna le prove del 'Medico per forza* e di *Mustafà* con le riprese di un film, si preoccupa soprattutto di presentare il •Mustafà*: *E' la storia di un emigrato italiano nell'America del Sud che vive di nostalgia. Sta per coronare il suo sogno di tornare poiché, con una vincita alla lotteria, può permettersi di comprare il biglietto. Ma, al momento E? già ottima cosa che si tomi a parlare di Petrolini al di fuori di qualunque ricorrenza. Se si fosse voluto celebrare la ricorrenza centenaria della nascita, si sarebbe dovuto attendere tre anni e alla stessa data cadrà il cinquantenario della morte. Del resto sappiamo per esperienza che le ricorrenze producono, quasi sempre, lo sgradevole effetto di «imbalsamare» il celebrato. Tra l'autunno e la primavera prossima due spettacoli (Scaccia e Proietti), una mostra, un convegno riapriranno il discorso su Petrolini in maniera, diciamo cosi, informale. Lui ne sarà felice dal momento che la sua carriera d'attore è stata, prima di tutto, una cocciuta, aspra guerrìglia contro 'a «formalizzazione» della propria arte. Petrolini fu artista «antiformale» almeno in due direzioni: la tecnica dell'interpretazione e il rapporto con il pubblico. Sul piano della tecnica d'interpretazione Petrolini sgominò a tutto campo quello che potremmo chiamare, per intenderci, il «decoro minimo» dell'attore comico. Se per l'interprete drammatico non era neppure da porsi in discussione l'obbligo della « sublimità» e della «gravità» (voglio dire, che nessuno avrebbe mai ipotizzato che il tragico non notes-, se che essere «alto»), anche l'attore comico era tenuto, nelle sue incursioni «basse», a mantenersi negli argini di una decorosa medietà formale. Questo autocontrollo era una componente insopprimibile non solo dell'attor comico di prosa (il cosiddetto «brillante» del teatro d'intrattenimento), ma anche dell'attore del «variété» e del «café-chantant», per la semplice ragione che il pubblico dei due generi teatrali era, sostanzialmente, lo stesso, la media e piccola borghesia. Petrolini, che percorre l'intero tragitto dei due generi (si- •Si, certo. I risultati sono stati superiori a ogni aspettativa. Quest'anno arriveremo a una vendita di circa 13 milioni di pezzi, o volumi. Già altre volte sono stato accusato, perché dico "pezzi" anziché "volumi". Il successo di Harmony fa pensare che non sia vero che "in Italia non si legge". Si leggerà Harmony, però si legge*. — Se ne dicono tante. Si dice che la Mondadori possa diventare uno degli azionisti del •Corriere della sera». •Posso darle un mio parere personale. Non credo che il Corriere possa essere scorporato cosi facilmente. E essendo noi già azionisti di Repubblica non dovremmo ricadere nello stesso tipo di monopolio che ha causato ad altri danni tanto grossi*. — E' vero che avete assunto Di Bella come consulente editoriale? •Mai sen rito.. — Però Retequattro ha assunto Costanzo. •Non è vero. Fa solo un programma*. — E nei periodici, è vero che la nuova testata «PM», «Panorama Mese, 11 mensile delle idee e delle avventure», ha dovuto ristampare il primo numero? Chi lo legge? «Si ristampano 30.000 copie. Lo legge chi non vuole solo le news, perché anche "Panorama" è un news-magazine, ma qualcòsa di più approfondito. E una grande bellezza grafica. Nel nostro piccolo, in campo editoriale e non in campo di periodici, anche il successo di "Nuovi argomenti" starebbe a provarlo*. — Mi sta dicendo che "Nuovi argomenti" è stata un'operazione avveduta? • Qualcuno ha fatto dell'ironia, perché avevo detto che volevo fare una visita letteraria in utile, due parole, non "inutile" tutto attaccato, che desse profitta. Al terzo numero, è cosi. Si attesterà attorno alle 7500 copie*. — Morale, è vera l'Impressione che la Mondadori sia un'isola. Arriva qualche spruzzo d'acqua, ma non sie¬ o Perrolini in un ritratto diGirus(1921)

Luoghi citati: America Del Sud, Italia