C'è un libertino che spia la Rivoluzione
C'è un libertino che spia la Rivoluzione Restif de la Bretonne C'è un libertino che spia la Rivoluzione UNA vita vissuta come un romanzo grottesco e visionario, ai limiti dell'inverosimile. E' quella di Restlf de la Bre-1 tonne il personaggio che Ettore Scola ha scelto come protagonista del suo film II mondo nuovo presentato a Cannes lo scorso maggio e ora in distribuzione per le nostre sale cinematografiche. La biografia l'ha scritta, con garbo e sottile ironìa Luigi Bàccolo, attento esploratore del Settecento Italiano e francese, come testimoniano i suoi precedenti libri su Sade, Alfieri e Casanova. Nato nel 1734 in un villaggio di braccianti e modesti vignaioli della bassa Borgogna, Nicolas Restif (il cognome significa in francese testardo, ribelle) darà un tono nobiliare alle sue radici contadine facendosi chiamare de «La Bretonne.., dal nome della fattoria in cui era nato. Insieme all'aristocratico Sade (da lui detestato) e al borghese Casanova, il campagnolo Restif forma la grande trilogia dei libertini francesi. Dei tre è senz'altro il meno noto e raffinato, ma in compenso esibisce una fangosità terragna che prof urna di autentico. La corporalità rusticana dell'infanzia, trascorsa tra gli odori del letame e del fieno, la precoce iniziazione sessuale, l'educazione giansenista, 11 mestiere di tipografo, il matrimonio infelice, la miseria in una stamberga parigina di rue Saint-Jacques, la vecchiaia ossessionata dai fantasmi del passato e dagli orrori della Rivoluzione, la desolazione della morte, avvenuta nel 1806. Sono queste, le tappe di una vita vissuta lntensa.mente. da cui ricaverà il materiale avventuroso della sua sterminata letteratura, oltre duecento romanzi per un totale di sessantamila pagine. Bàccolo si diverte a registrare la nutrita serie di donne sedotte da questo simpatico philosophe dei bassifondi, «gran sottaniere e puttaniere» che s'Incanaglisce con ostesse e operaie, pesclvendole e prostitute. Non sarà un grande scrittore, ma è un autentico cronista popolare del Settecento, un narratore visionarlo che racconta il rovescio della storia con una lente plebea e stracciona. DI Restif de la Bretonne appaiono ora in traduzione italiana, a cura di Rolando Jottl, 'Le notti del gufo-, gustose cronache delle sue notti di vagabondaggio per le strade di Parigi nei giorni della Rivoluzione. Con un mantello rosso, un cappellaccio nero e un bastone da facchino, il «gufo» si aggira tra le tenebre del quartieri malfamati e diventa «spettatore notturno» di orrori e atrocità. Dalla presa della Bastiglia alla decapitazione di Maria Antonietta, l'occhio curioso e indiscreto dello scrittore registra carneficine e massacri, da cui si ritrae inorridito ma senza rimpiangere il vecchio regime che sta morendo. Ruffiane e soldati, stracclvendole e spie, coraggiose fanciulle e vecchi viziosi compongono una Corte del Miracoli degna di un romanzo di Dumas. Massimo Romano Luigi Bàccolo: «Restif de la Bretonne», Garzanti, 181 pagine, 12.000 lire. Restif de la Bretonne: •Le notti del gufo». Il Sigillo, 238 pagine, 14.000 lire. Restif de la Bretonne
Persone citate: Alfieri, Casanova, Dumas, Ettore Scola, Garzanti, Maria Antonietta, Massimo Romano Luigi, Nicolas Restif
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