Spadolini ad Andreatta «Non è tempo di utopie»
Spadolini ad Andreatta «Non è tempo di utopie» Spadolini ad Andreatta «Non è tempo di utopie» «La legge finanziaria è chiara; se ci sonò perplessitàlo si dica, senza giochi intellettuali» TORINO — «Non è più tempo di ipotesi e di utopie. Siaìno e restiamo decisi nella difesa di questa politica e la perseguiremo fino in fondo nel solo rapporto che un governo può conoscere, e che è il rapporto col Parlamento». Giovanni Spadolini, presidente del Consiglio, in visita-lampo a Torino, risponde ad Andreatta che propone di bloccare prezzi e salari copiando la «ricetta» francese. Lo fa senza mai nominare il ministro democristiano. Ma il riferimento è chiarissimo. «Se nella maggioranza ci sono perplessità sulla legge finanziaria, vengano fuori. Ma non con giochi intellettuali». Nella sala affollata della Camera di commercio Spadolini ripercorre le tappe più importanti del suo governo che compie in questi giorni (pur con la crisi d'agosto) sedici mesi di vita. «£' una continua corsa ad ostacoli die ha però garantito una relativa tregua favorendo una decelerazione del costo del lavoro, dando ai sindacati il tempo d'approfondire temi come la scala mobile fino a ieri tabù intoccabili». Teso in volto, ma tenacemente convinto, rilancia il discorso delle «emergenze» in una città e in una regione che vivono le contraddizioni della crisi economica, gli attacchi del terrorismo, i problemi della cassa integrazione. «Il governo — dice — ha definito la propria politica economica con grande chiarezza nella legge finanziaria e nei decreti die l'accompagnano. Il governo e le forze politiche che lo sostengono sono pronti ad assumersi tutte le loro re' sponsabilità, anche quelle che derivassero dal mancato accordo sul costo del lavoro. Perciò siamo pronti ad ogni confronti serio, ma riteniamo che proprio la gravità del mo¬ mento escluda ogni improvvisazione ed ogni evasione». La crisi italiana — conclude — sarà risolta con il consenso dei partiti e non con la fuga dai partiti. La situazione si presenta in tutta la sua durezza ed occorre una concentrazione morale e politica eccezionale per superarla». Cosi dopo una frenetica mattinata d'incontri 11 capo del governo lascia Torino. Nella sua borsa gli amministratori del Piemonte infilano cinque pagi nette di richieste che verranno discusse mercoledì a Roma. Giovanni Spadolini se ne va con un «quadro» completo dei problemi del Piemonte. Glielhanno illustrato di prima mattina gli uomini dell'ami terrorismo in un vertice in prefettura, il presidente della Regione. Enrietti. e 11 sindaco di Torino. Novelli. Prima di partire vuole salutare i parenti di Antonio Pedio e Sebastiano D'Alleo, le guardie massacrate dalle Br nella tra gica rapina di giovedì scorso. Spadolini non fa promesse al vento. «Il governo non ha nulla da rimproverarsi sul fronte della lotta al terrorismo. Continueremo sulla stessa strada con l'aiuto di tutti». Gian Mario Ricciardi
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