«Venga, la Regina sta male» Il medico dei Savoia ricorda

«Venga, la Regina sta male» Il medico dei Savoia ricorda Mezzo secolo dopo il dottor Pietro Pasero racconta... «Venga, la Regina sta male» Il medico dei Savoia ricorda Ha 87 anni, originario di Dronero, vive a Pisa - «Re Vittorio era molto chiuso, la moglie deliziosa» - «Non ho nostalgie politiche» .Caro dottore, Sua Maestà la Regina mi incarica di comunicarle che il dolore al ginocchio sta scomparendo e che Le è molto grata..... La firma è «contessa Jaccarino», dama di compagnia di Elena di Savoia. Comincia cosi una delle tante lettere gelosamente conservate nel ricco archivio personale dal dottor Pietro Pasero che fu medico del Savoia per molti anni, e fino alla seconda guerra mondiale, durante i soggiorni della casa reale a San Rossore. Oggi il dottor Pasero ha 87 anni. Originario di Dronero, vive a Pisa, un vecchio solo, tenacemente attaccato ad un'epoca vissuta da protagonista e che gli è difficile non ricordare con sottile rimpianto. Le stesse chiamate notturne 'dalla villa di Cascine Vecchie a San Rossore — dove i Savoia alloggiavano —. che all'epoca furono per lui certamente un fastidio, oggi riaffiorano alla sua mente come piacevoli diversivi alla vita monotona di provincia, a quella vita che in estate improvvisamente divampava per l'arrivo dei Saovia nella tenuta di San Rossore... .Di solito già a Pasqua il treno reale giungeva alla stazione—ricorda U dottor Pasero — ma quella era soltanto una breve vacanza. Il soggiorno vero iniziava a giugno inoltrato e si concludete soltanto alla metà di novembre, per la precisione il giorno 11, festa di San Martino, con un pranzo di commiato che il re offriva alle autorità cittadine. Durante questo lungo periodo i Savoia facevano una breve puntata a Sant'Anna di Valdieri o a Racconigi ma qualcuno dei ragazzi preferirla restare a San Rossore perché, come Mafalda, aveva molto bisogno del mare.. Cosi ricorda Pietro Pasero, mezzo secolo dopo. La sua non è memorialistica; anzi, lo abbiamo trovato riluttante a parlare di quegli anni, geloso di quei piccoli episodi di vita familiare di una famiglia regnante. — Dottor Pasero, ma i Savoia, com'erano? .Si dice monarchia e si pensa oggi chissà cosa. I Savoia invece erano gente semplice, molto metodica, affezionati profondamente a tutta la loro corte che era fatta anche di dipendenti di livello minore die il re conosceva per nome, uno per uno. Pensi che proprio a San Rossore, quando il comandante dei guardiacaccia rimase completamente cieco per un incidente nel bosco, i Savoia non vollero che andasse via ma lo lasciarono titolare del suo posto, sia pure sempre accompagnato da un fratello.. — E le sue personali simpatie? .Beh, il re Vittorio era molto chiuso, non lo scopro io; lo vaccinai una volta di vaiolo perché doveva partire per l'Africa e lui stava fermo e rigido senza batter ciglio. Ma la regina era deliziosa, sempre piena di premure... E Mafalda, come si può dimenticare Mafalda, l'orribile fine che ha fatto in quel campo nazista..... — Quale era la giornata dei Savoia a San Rossore? .11 primo ad alzarsi era il re, alle cinque del mattino. Beveva una tazza di latte e poi faceva quasi ogni giorno una passeggiata di qualche chilometro lungo la spiaggia. Arrivava ad una località chiamata la "Buca del mare" dove trovava un'auto che lo riportava alla villa dove aveva da sbrigare gli affari di Stato. Alle dodici in punto veniva servita la colazione, sempre molto frugale, arricchita da una scorza di parmigiano, del quale il re era molto ghiotto. Poi, fino alle sedici, non volava una mosca. Nel pomeriggio, chi andava di qua, chi di là: la regina quasi sempre a pesca, la principessa Jolanda a caccia o a cavallo. Cena alle venti e due ore dopo, puntuale come un orologio, il re era già a dormire.. — Vi fu un'occasione nella quale, come medico, ebbe paura per un malanno qualsiasi di un membro della famiglia reale? .Una volta soltanto, nel '34, la regina ebbe una brutta colica, fui chiamato nel cuore della notte, feci la mia diagnosi, indicai la mia terapia; ma per maggior garanzia, chiamai a consulto II professor Bastianini-- — Cosa ha rappresentato per lei la caduta dei Savoia? .Non ho nostalgie politiche. Dopo il referendum, nel quale ovviamente votai monarchia, non ho più aleuto contatti, né ho fatto pellegrinaggi. Oggi ricordo quegli unni serenamente.. — Segue il dibattito per il ritorno in Italia di Umberto?cosa nepensa? .La Repubblica italiana è molto democratica, molto umana: l'autorizzazione dovrebbe essere concessa senza preclusioni di ordine ideologico, fatta salva soltanto la procedura. Mi sembra comunque che il governo si stia muovendo in tal senso.. — Qual è il ricordo più vivo di quegli anni, quello die custodisce più gelosamente? .Malgrado cosa possa pensare parte dell'opinione pubblica, vorrei ricordare la grande intelligenza, umanità ed anche modernità della regina Elena. Arrivavano continuamente lettere di postulanti per contributi e lei elargiva senza battere ciglio. Quando invece il caso era più serio, quando venivano proposte medicine o cure miracolose per il cancro, per la tubercolosi, allora diventava severa. — Di fronte ad un Ipotetico referendum fra monarchia e repubblica, come voterebbe oggi? .Cosa significa se allora fui medico della casa reale? Questi sono ricordi miei che in fondo agli altri interessano ben poco. Di certo non modificano il corso della storia.. Renzo Castelli

Luoghi citati: Africa, Dronero, Italia, Pisa, Racconigi, Savoia, Valdieri