Scaccia diventa Petroiini e ironizza con gli Stabili

Scaccia diventa Petroiini e ironizza con gli Stabili Intervista con Fattore ora impegnato a Milano Scaccia diventa Petroiini e ironizza con gli Stabili • Un attore deve essere orfano e sterile, ha ragione Paola Borboni quando lo afferma; per un vero uomo di teatro non ci può essere distrazione da parte della famiglia. Per questo ho voluto abbinare Molière e Petroiini; due uomini di teatro che non si possono immaginare al di fuori delle scene». Mario Scaccia — bella testa di antico romano, naso aquilino, capelli candidi — ha un fascino incredìbile specie quando parla di teatro. Con coraggio debutta al Manzoni di Milano in prima nazionale con Medico per forza di Molière e Mustafà di Petroiini. Gli sono accanto Mario Chiocchio e il regista Giovanni Pampiglione. • Quando Cecile Sorel diede l'addio alle scene — precisa Scaccia — invitò Petroiini a recitare a Parigi e Petroiini scelse II medico per forza, rivisitandolo, come si dice adesso, a modo suo. Di Mustafà Gigi Magni avrebbe voluto fare un film con Manfredi protagonista, ma poi si accorse che è più. facile trarre un film da un romanzo che da un testo teatrale». Scaccia ha alle sue spalle olire trent'anni di carriera eccezionalmente varia e intensa: E' stato capocomico, ha interpretato Shakespeare e DUrrenmatt. Machiavelli e Ionesco, Petroiini e Feydeau. Non esitò un momento a cimentarsi nella rivista («Per un attore tutti i ruoli sono buoni, purché sappia appropriarsene per dire qualcosa di suo al pubblico»). Il teatro è l'unico scopo della sua vita. E infatti dice di sentirsi un po' simile a Molière e a Petroiini: «Anche la mia vita non è concepibile sema una ribalta. Eppure dovevo cominciare a insegnare, fu la guerra che mi sviò e non mi fece continuare il Magistero che avevo iniziato a Roma. Comunque da piccolo ho sempre avuto idee di grandezza, dicevo che volevo fare il Papa, non il prete; volevo già allora essere il protagonista. E adesso non sono cambiato. Amo essere protagonista nel teatro di parola perché credo che la parola sia il mezzo di comunicazione più suggestivo. Quindi per me prima viene il testo scritto, poi l'attore die è il mediatore e in ultimo il regista In questa stagione recita Nerone, ieri è stato Tartufo. Malvollo. 11 Volpone... Una galleria di carogne. Perché queste scelte? Non c'è forse il gusto di riversare il proprio dispetto nei personaggi che interpreta? ì> ' •Sbaglia, amo questi personaggi con cui Ito forse un rapporto più diretto perclié sulla scena sono degli emarginati. Anch'io mi sento un po' tale, persino professionalmente benché sia inquadrato e sempre richiesto. Vorrei avere la mia "bottega" dove svolgere il mio lavoro di artigiano, ho provato a fare il capocomico per tre anni e ho pagato del mio pur di dare sempre uno stipendio a chi lavorava per me. Adesso la massiccia offerta dei teatri in abbonamento, specie quella fatta dagli Stabili, uccide la possibilità di altri spettacoli perché lo spettatore ha già disposto tutto in una volta di quanto spenderà per il teatro nell'intera stagione». E qui Scaccia al solito sì lancia nella sua filippica contro gli Stabili, la loro politicizzazione e la cattiva amministrazione. «Vivono di rendita alle spalle di Shakespeare, Goldoni, Pirandello e Brecht. Da anni non fanno un passo avanti, perché non producono con i loro soldi certi spettacoli invece di farseli pagare dal contribuenti? A Genova, dopo la mia polemica con Chiesa, mi diverto a recitare all'Italsider per togliere spettatori allo Stabile. Non è giusto che si debba far spettacolo col beneplacito dell'assessore che distribuisce spazi teatrali secondo una sua cultura elementare. Non vorrei che Torino facesse la stessa fine di Genova: per ora c'è ancora un 'isola die è l'Alfieri. A Roma, io romano, non posso recitare al Valle e al Quirino». Non odia solo gli Stabili, anche la televisione. «Alla Rai domina l'arroganza del potere e l'attore è zero. Ogni volta che ho proposto qualcosa, lo /tanno dato da fare ad altri. Anni fa avevo registrato con la Guarnierl Cesare e Cleopatra di Shaw, regia di Missiroli. Uno spettacolo impegnativo e costoso. Ebbene rimase nei cassetti della televisione perché nes suno si era preoccupato di chiedere i diritti di autore». . 1 Adele Callotti

Luoghi citati: Genova, Milano, Parigi, Roma, Torino