Israele accusa anche l'Italia di Giorgio Romano

Israele accusa anche l'Italia Per aver accolto Yasser Arafat Israele accusa anche l'Italia La popolazione israeliana teme sempre di più l'insorgenza del neo-antisemitismo in Europa NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — L'attentato di sabato alla sinagoga di noma lia suscitato e continua a suscitare in Israele, echi e reazioni assai più profondi di quanto abbiano sollevato analoghi, criminosi episodi occorsi in altri Paesi. Quasi tutti i quotidiani vi hanno dedicato ieri i loro editoriali e la radio non si è limitata a dare particolari della giornata di sabato, delle manifestazioni e contro-manifestazioni a Roma e dello stato di salute dei feriti, ma ha raccolto testimonianze di studiosi di origine italiana. Tra le prime quella del professor Yoseph Semionda, un israeliano nativo di Roma che insegna storia all'università ebraica di Gerusalemme e che è stato leggermente ferito nell'attentato, assieme a un altro israeliano pure egli di passaggio nella capitale italiana, Meir Shamgar. Il professor Sermoneta, che si trovava in Italia in viaggio verso la Francia dove doveva partecipare a un congresso, ha descritto, in una breve intervista alla radio da Roma, le sue impressioni all'uscire dal tempio israelitico, sulla cui porta aveva visto un solo agente dell'ordine e ha parlato degli scoppi che ha udito prima di essere leggermente ferito a un piede, dopodiché è stato rapidamente trasportato all'ospedale dove ha avuto le più attente cure. La radio ha anche trasmesso in diretta le parole del Papa dal balcone di piazza San Pietro. Altri studiosi di origine italiana sono stati intervistali alla radio sulle caratteristiche della comunità ebraica d'Italia che conta appena 35 mila anime — e su quella di Roma, in particolare, —, che è una delle più antiche del mondo. Essi hanno fatto un'analisi delle cause recenti del ricomparire di fenomeni di antisemitismo e hanno sottolineato come — a loro avviso — la stampa italiana sia stata parziale in occasione del recente conflitto nel Libano e come l'accoglienza che ha avuto il mese scorso Yasser Arafat a Roma abbia contribuito a conferire un carattere di onorabilità all'Olp, nonostante i delitti di cui si era macchiata in passato. Il Gran Rabbinato d'Israele e il Concilio Religioso della capitale hanno condannato con espressioni particolarmente dure 11 nuovo gesto di antisemitismo perpetrato davanti a una delle maggiori sinagoghe d'Europa in un giorno particolarmente celebrato dell'anno ebraico. Il tempio di rito italiano di Gerusalemme ha organizzato per il pomeriggio di ieri una solenne manifestazione di protesta e di preghiera, alla quale ha partecipato una grande lolla. Anche in Giudea e Samaria diverse personalità, tra cui il sindaco di Betlemme. Elias Preij, hanno denunciato l'attentato e Ibrahim Dakka, presidente dell'Associazione degli ingegneri cisglordani, ha condannato tutti gli attacchi contro i luoghi di culto, compreso l'incendio della chiesa battista di Gerusalemme avvenuto venerdì scorso e che era stato stigmatizzato dal Gran Rabbinato di Gerusalemme c dal sindaco della città, Teddy Kollek, che sabato sera, alla tv, ha unito nella deprecazione gli incendiari della chiesa battista di Gerusalemme, dove almeno non ci sono state vittime, e gli attentatori della sinagoga di Roma. Il rabbino capo di Israele. Shlomo Goren, ha detto che il papa Giovanni Paolo II è responsabile per l'attentato terroristico contro la sinagoga romana. Il pontefice romano, secondo Goren, avrebbe contribuito alla reviviscenza di sentimenti antisemiti accettando di incontrare il leader della organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), Yasser Arafat. «Tutto ha avuto Inizio quando il Papa ha ricevuto con onori regali il leader degli assassini noti come Olp», ha detto il rabbino capo. L'incontro tra il Papa e Arafat — secondo il rabbino — «ha influenzato la pubblica opinione contro gli ebrei... è incredibile che un bambino possa essere ammazzato nei nostri tempi in una sinagoga... Il presidente dell'ente ebraico, Aryc Dulzin, ha invece stigmatizzato l'azione dei mezzi di comunicazione di massa europei per la ripresa dell'antisemitismo nel continente. Elias Preij, sindaco di Betlemme, in Cisgiordania, ha condannato l'attentato contro la sinagoga di lungotevere Cenci come un atto di barbarie. La «Giovane guardia., del partito laborista (le nuove leghe del partito), ha definito i leriti e i morti della sinagoga romana come «vittime della guerra in Libano.., mentre i giovani del partito liberale hanno lanciato un appcr,.> all'Italia affinché ritiri le sue truppe dal Libano e le impieghi per difendere i propri cittadini ebrei. «Mentre gli italiani proteggono i palestinesi a Beirut, una banda palestinese uccide gli ebrei di Roma», ita detto la radio israeliana citando i giovani liberali. Il ministro degli interni israeliano, Vosef Burg, si è appellato a tutte le religioni perché si uniscano in una lotta contro il terrorismo. Giorgio Romano