IL «POGROM» crociata sanguinosa che dura da 100 anni
IL «POGROM» crociata sanguinosa che dura da 100 anni IL «POGROM» crociata sanguinosa che dura da 100 anni Dalle stragi della «Santa Russia», governata dagli zar, allo sterminio nazista Pogrom. In russo significa distruzione, sacclieggio, sterminio. E'una parola che da un secolo vuol dire strage di ebrei. Perché proprio cento anni fa, nel maggio ISSI, la Russia — che allora era «Santa Russia», perché governata dallo ear, capo della Chiesa ortodossa —fu percorsa da un'ondata di eccidi della popolazione ebraica. La ferocia antisemitica si abbatté sui ghetti di Kiev, Yekaterinoslav, Tauride, Carnigov, Kherston. Il 13 marzo l'organizzazione terroristica Narodnaya Volyf. (uguale volontà popolare) aveva ucciso lo zar Alessandro II. Per nascondere che i russi erano malcontenti del loro beneamato sovrano, la polizia zarista addebitò il delitto ad un'ebrea, Jesse Halfmann, che. incinta, venne torturata fino ad abortire. La stampa, ispirata dalla polizia, in¬ citò contro gli ebrei le cosiddette umasse». E fu il massacro. Dalla Russia — Ucraina, Polonia, Lituania soprattutto — l'ondata di atrocità giunse a lambire altri Paesi ot>e l'antisemitismo ai'eva una lunga storia: Romania, Ungheria, la Germania, die già allora guanto a stragi di ebrei era la campionessa d'Europa. I misfatti più atroci furono però opera di russi e polacchi. A Vilna, per esempio, parecchi bambini ebrei vennero assassinati con la distribuzione di confetti avvelenati. Bersaglio dell'offensiva furono soprattutto vecchi e fanciulli: i due simboli del terrore antiebraico sapientemente istillato nelle •masse» da chi, a quel modo, contava di scaricare su una minoranza la rivolta contro il malgoverno. Il • wcchio ebreo» era il simbolo di una sapienza antica, arcana, inafferrabile e quindi temuta. Anche in Italia, del resto, da Cent'anni furoreggiavano i romanzi del gesuita Antonio Bresciani, che accusava gli ebrei di cospirazione politica e di ogni sorta di nefandezze. Altrettanto accadeva nell'impero austro-ungarico. Vent'anni dopai pogrom del 1881, le tipografie dello zar stamparono infine i falsi «Protocolli dei savi anziani di Sion», e/te poi furono alla base della propaganda antiebraica dilagata da allora ai noti Hitler e camerati. Quello non era antisemitismo — astrazione mendace — ma antiebraismo: cioè proprio il morbo che oggi riaffiora nelle forme peggiori. Anche quello ora rigurgitante, infatti, non è antisemitismo (ma chi sono i semiti, chissà quali e quante terre ne sono abitate, se, come è vero, iranici, armenoi- di ed etiopici parlano lingue semitiche?), bensì vero e schietto odio contro gli ebrei. Se ne videro gli effetti ancora in Russia, ove nel 1903 e nel 1906 altri pogrom insanguinarono i ghetti. Tra Ottocento e Novecento, del resto, l'antiebraismo ebbe un potente alleato nelle encicliche del papi che accusatorio la Massoneria di essere una «sinagoga di Satana» e imputavano agli ebrei la corruzione del mondo moderno. Nel 1896 la destra clericale indisse un grande congresso internazionale a Trento: la città famosa per il Concilio contro la riforma protestante, la c'ttà dove era stato inventato di suna pianta il culto di un «San Simonino», un bambino die, secondo le fandonie di sacrestia, era stato ammazzato da un rabbino per impastare il pane azimo della pasqua ebraica con sangue infantile. Architettato nel lei »;e.:zo della Cuit'rorifo'.ma. il mito di San Sunoniw più volte fu pretesto per -jm» assalti ai ghetti e per lo sterminio dei loro ubiiuitli, bambini in testa secondo le infumi abitudini repressila, impiegate contro tutte le minoranze religiose del tempo. Infatti, non erano .io/o le ebree a vedersi strappare di mano i figli, ma anclte li valdesi delle valli subalpinc dovettero assistere allo i ' rasio dei propri bambini.c i le cui leste mozze i puri-, ri della vera fede giocavano a palla: mentre, nelle Fiandre, le calviniste incinte venivano sventrate e morivano con l'immagine del proprio feto imposto ai loro occhi dai novelli crociati. Da questo abisso di orrori — mai colma todauna chiara e completa condanna da parte degli eredi storici di tali infamie — riemerge contante l'odio verso gli ebrei: un veleno purtroppo onnipresente anche se diluito in dosi minime. Durante i pogrom del 1881 anche i nichilisti, infatti, dettero l'assalta di ghetti per vedere come andava a finire un tentativo insurrezionale. Già allora, cioè, c'era chi si diceva progressista e massacrava gli ebrei, tanto per esperimento. Questo spiega in abbondanzo perché secondo le . . sliclic ufficiali dell'' .£S gli ebrei vittime det. ìccupazione nazista in Lussia furono un milione e mezzo (500 mila dei quali Iati in divisa), con almeno 200 mila bambini, mentre i bambini ebrei sottratti dai sovietici all'eccidio hitleriano furono solo •alcune centinaia»: cioè l'uno per mille delle vittime del nazismo. Ma perché, dunque, l'antiebraismo infierisce sui bambini? Semplice. Negli anziani esso teme la cultura millenaria di Israele, la cultura slessa f«Abbasso l'intelligenza, viva la morte», come gridavano in Spagna i discendenti della «Santa Inquisizione»/ Nei bambini l'antiebraismo vede invece il risorgere della perenne speranza ebraica di poter vivere — lavorare e costruire— in libertà. Fanatizzato dalle chiese e dalle false ideologie che accusano gli ebrei di ogni sorta di malizia (il culto del denaro secondo le sinistre discendenti dai bolscevichi, che nella rivoluzione del 1917 fecero decine di migliaia di morti tra gli ebrei; il «due pezzi» e il «rockand-roll» secondo i franchisti spagnoli! è ovvio che l'antiebraismo si accanisca dunque soprattutto sugli ebrei anziani per negare ciò che l'ebraismo è: e sui bambini per impedirne la continuazione nel tempo. Gli adulti vengono risparmiati: non per rispetto, però, bensì in campi di concentramento. Aldo A. Mola
Persone citate: Aldo A., Alessandro Ii, Antonio Bresciani, Hitler, Jesse Halfmann
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