Terroristi di Giugno nero di Giuseppe Zaccaria
Terroristi di Giugno nero Terroristi di Giugno nero (segue aa pag. ij ro- di Roma. Le bombe a mano che hanno dilanialo donne e bambini erano delle • F-I. di costruzione sovietica. Ma ancora più indicative, sono le caratteristiche dell" due mitraghette usale dai terroristi per coprirsi la fuga. A consentirne l'esatta identificazione, è stato l'insolito calibro dei bossoli seminati dagli attentatori in luga: simili ai nostri calibro nove, si era detto subito, ma leggermente più piccoli. Quei bossoli (9 per 18 millimetri, chiariscono gli esperti) possono essere usati solo per pochissime armi. Una. di costruzione sovietica, che fuori dall'Urss e praticamente introvabile, ed una seconda, fabbricata in Polonia, che invece è stata usata più volte, in vari attentali all'estero, dai terroristi palestinesi di .Giugno nero-, quelli caiieggiati da Sabri Khalil Al Banna. più noto col nome di battaglia di Abu Nidal. Un gruppo' che dalla strage di Sabra e Chatyla sembra aver tratto nuovi motivi per contrastare la linea .moderata.. dell'Oli). Le armi usate l'altra mattina dinanzi alla sinagoga di Roma erano due «Pislolel Maszynowy PM 63-, probabilmente dotate di caricatori da 40 colpi. Mitragliene piuttosto rare in Occidente, capaci di un impressionante volume di fuoco, che nulla hanno da invidiare, quanto a caratteristiche, alle cecoslovacche ■ Skorpion- o alle americane • Ingram-. La prova mancante consiste adesso solo nel confronto Ira i bossoli seminati sull'asiano del ghetto e quelli recuperati a Parigi e Vienna. Due agenti francesi si trovano a Roma già da ieri. Sulla presenza di altri -esperti.— soprattutto israeliani nessuno, evidentemente, e disposto a fornire conferme. In attesa di questi riscontri, a polizia e carabinieri non resta che concentrarsi su tre «photo-fit... resi pubblici ieri mattina ma distribuiti già alcune ore prima a tutti i posti di frontiera. Mostrano le Ialtezze di tre degli attentatori: un uomo sui 35 anni, carnagione scura, capelli corti e rie ci. baffi neri; un altro sulla trentina, con le stesse carat leristiche (in più. portava un paio d'occhiali con nionlatur; metallica) e un terzo, di car nagione più chiara, anch'egli sui trent'annl, castano, piuttosto robusto. Dell'auto e del la moto sulle quali i cinque componenti il «commando- sarebbero fuggiti, ancora nessuna traccia. Sembra scontato ritenere che i terrò risti si nascondano ancora i Roma, ma per ora nessuno riesce neppure a ipotizzare dove. Esattamente come nessuno, almeno finora, riesce a trovare convincenti i tentati¬ vi di spiegazione al fatto che l'altra manina, dinanzi alla sinagoga, nessun apparato proteggesse le probabili vittime di un attentato. «Sofo in occasione del Capodanno ebraico — ha detto ieri il rabbino Toall. pubblicamente — abbiamo avuto una scria sor vegliunzu, quando invece l'ai tuale, incandescente situazione richiedeva una protezione continua. Sono d'accordo che i soldati italiani wngano inviati in Libano per proteggere i palestinesi, ma lo stesso Sta to italiano ha il dovere di proteggere noi, che abbiamo dirittoalla vita». Le principali sedi della comunità ebraica, risponde la polizia, erano state protette a lungo, e comunque tutte le volte in cui la stessa comunità l'aveva richiesto. Ogni giorno, per questi servizi erano stali impiegati fino a 200 uomini (senza iwr questo, si aggiunge, ottenere che tulli i possibili obiettivi, come abilazioni e negozi, fossero protetti). In realtà, sembra di capire, nessuno — comunità ebraica compresa — si aspettava che la ferocia di un agguato terroristico potesse dispiegarsi proprio in un'occasione come quella di sabato. Proprio dopo una cerimonia che, lo sapevano tutti, sarebbe stata frequentata soprattutto da barn bini. Giuseppe Zaccaria
Persone citate: Abu Nidal, Ingram, Sabra, Sabri Khalil Al Banna, Skorpion
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