Ha firmato i più feroci delitti di Prima linea

Ha firmato i più feroci delitti di Prima linea La carriera di Susanna Ronconi è cominciata nel '75 Ha firmato i più feroci delitti di Prima linea TORINO — Fu il primo gruppo di dissidenti all'interno della lotta armata, usciti dalle Brigale rosse, che avevano criticato da una sinistra al di la di qualsiasi sinistra possibile, olire 10 .stalinismo più cupo, oltre 11 maoismo frainteso, olire il più dissennato . guevarisnio.. Non c'erano stati dibattiti nell'organizzazione clandestina, soltanto accuse e anche queste erano rimasi e segrete. Tutte, comunque, annotate con scrupolo in alcuni quaderni che la polizia trovò in un appartamento al piano terra di via Scarcnzio 6. periferia pavese, la vigilia del Natale 1975. Quell'appartamento era una base per terroristi. Vino venne catturato: Fabrizio Pelli, che morirà in carcere di leucemia. Del secondo, per anni, s'ignorò l'identità. Una cartella clinica, lasciala sul ripiano di una libreria, rivelò 11 terzo nome: Susanna Ronconi, veneziana, allora ventiquattrenne, già studentessa di scienze politiche a Padova. Un capo Come il compagno scompare nel nulla. Lui. Corrado Alunni, darà vita a una formazione propria che avrà cento nomi ma saia più conosciuta come il «gruppo Alunni.. Per Susanna Ronconi la strada 6 più lunga, ma ugualmente sciagurata. 11 terrorismo ha scello i suoi laboratori: Genova. Milano. Padova. Napoli e. naturalmente, Torino. E proprio a Torino, affermano gli in¬ quirenti, si trasferisce la studentessa di scienze politiche che ha già criticato Curcio e il gruppo storico delle Brigale rosse. Dicono che sia un capo militare, un'organizzatrice, soprattutto, e la sua sloria sembra confermarlo. Secondo gli inquirenti e presente, e mai come comprimaria, negli episodi più gravi elio scandiscono lugubrmente la parabola di Prima linea. Viene ammazzalo un poliziotto. Giuseppe Ciotta, a Torino, il 12 marzo 1977 e. secondo l'accusa, è la timida studentessa a guidare il gruppo di assassini. Ancora non si conosce la sigla «PI.. ma il lavoro di organizzazione è già iniziato. Si spara, lalvolta. forse soltanto per dimostrare di saperlo fare. E spesso, quando picite uccide, dicono gli inquirenti. Susanna Ronconi è presente. Indagini e deposizioni di ■.pentiti», racconti per i quali ! giudici cercano sempre ..riscontri obiettivi., collocano la giovane al centro di episodi Icroci: a Torino gli omicidi Civilalc e Lo Russo e l'agguato a una pattuglia della polizia teso il 9 marzo 1979 in via Millio, nel quale rimase ucciso uno studente. Emanuele Jurilli. Come un capo riconosciuto, Susanna Ronconi partecipa a Firenze all'assalto del carcere delle Murate per liberare tre «compagni detenuti... Nelle intenzioni dei piellini l'operazione avrebbe dovuto dimostrare l'efficienza militare dell'.Organizzazione comuni¬ sta Prima linea., ma e un fiasco: un agente. Fausto Dlonisi. rimane ucciso, i terroristi cercano anche la strage con il lancio di una bomba a mano, ma i detenuti rimangono in carcere. E' Il 21 gennaio 1978: per quello, e per un'infinità di altri episodi, si svolge ora a Firenze un processo con 92 imputati. Ieri e stato sospeso e il dibattimento riprenderà martedì quando l'-inafferrabile., potrà assistere all'udienza. Il processo Dunque un leader sanguinarlo e spietato, dicono gli uomini della controguerriglia. E lunedi 29 gennaio 1979 sarebbe a Milano per ammazzare, con altri, il giudice Emilio Alessandrini. Quella mattina i «capi» ci son quasi tutti: Marco Donat-Cattln, fra gli altri, e Michele Viscardi. il killer «dagli occhi di ghiaccio.-. La tradirà proprio il pistolero pentito. Per la prima volta Susanna Ronconi viene arrestata a Firenze, dov'è accorsa per riannodare le fila di un gruppo ormai in tuga in una casa anonima dell'anonimo quartiere dell'Isolotto. E' la notte tra il 2 e il 3 dicembre 1980. Carcere, processi nei quali conferma di essere una irriducibile, poi. domenica 3 gennaio, l'evasione clamorosa dal carcere di Rovigo, con l'assalto portato dai resti di Prima linea e dal fedelissimi di Sergio Segio. Una bomba provoca il crollo parziale del muro di cinta. Vincenzo Tcssandori