La scelta degli elettori ha sconfitto la paura del post-franchismo di Frane Barbieri

La scelta degli elettori ha sconfitto la paura del post-franchismo La scelta degli elettori ha sconfitto la paura del post-franchismo Spagna, il trionfo di Gonzalez polverizza le forze di centro Con la forte affermazione della destra moderata di Fraga si realizza il bipolarismo delle democrazie più avanzate: due grandi forze, una progressista e l'altra conservatrice • Crollo del partito comunista di Carrillo • Il presidente del Consiglio uscente, Calvo Sotelo, non è stato eletto • Il leader socialista telefona al re e rivolge un appello a tutti gli spagnoli - Ora la difficolta di governare un Paese che si aspetta molto da chi ha stravinto DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADRID — Il vincitore incontrastato delle elezioni spagnole è il socialista Felipe Gonzalez. Il principale sconfitto non è un altro leader o un altro partito. La grande sconfitta è la paura. Per portare Gonzalez al trionfo gli spagnoli hanno dovuto sopraffare non solo le minacce di un contraccolpo militare, nel caso il dominio delle sinistre si mostrasse eccessivo, ma hanno dovuto sgominare in se stessi quella sindrome mentale che faceva tuttora sopravvivere lo strano connubio 'Continuista- fra la democrazia e il franchismo. Appena in queste elezioni il nesso ombelicale è stato reciso. Cosi si spiega che alla vertiginosa ascesa della sinistra socialista sia corrisposto un proporzionale crollo del centro governativo, figlio appunto della duplice matrice del regime post-franchista. La Spagna non ripete xI caso francese dove pure la sinistra mltterrandiana aveva sommerso spettacolarmente la destra glscardlana. A Ma drld «ci cambio' segna il pas saggio da un'epoca all'altra finisce la 'transición- dal franchismo alla democrazia e incomincia l'era democratica a tutti gli effetti e con tutti i suoi attributi, sia formali sia di mentalità. Quando moriva Franco si prospettava una rottura verticale con il regime passato. Una rivoluzione incruenta. Poi si rivelò che lo stesso regi' me aveva preparato nel proprio seno le forze e i congegni politici capaci di assicurare una sua trasformazione democratica. C'è stata una fusione di tendenze politiche antagoniste senza precedenti nella storia. La rottura che sembrava in questo modo scongiurata è avvenuta però ieri: in modo pacifico, democratico, ma non meno prof on do. Da ieri il franchismo è storia in tutte le sue emanazioni. Gli spagnoli hanno liquidato la pesante ipoteca storica. Il grande passo in avanti ha riportato le forze politiche per certi versi di quarantacinque anni indietro. Alle ultime elezioni prima della guerra chi le, nel 1936, le sinistre avevano vinto con il 48 per cento, le destre avevano ottenuto il 46 e il centro (unitosi poi alle sinistre) il 6 per cento. Il voto di ieri ha cosi ristabilito la giustizia storica sopraffatta da Franco. Anzi, l'ha ristabilita con ampio margine di rivincita: la sinistra nel suo insieme conta il 51 per cento la destra 26 e il centro 16. Con un ulteriore aspetto fondamentale. La guida del governo viene restituita al psoe che la deteneva anche alla vi gllia della guerra civile, ma mentre Largo Caballero disponeva di una maggioranza relativa, costretto ad una serie di compromessi in una coalizione eterogenea, oggi Felipe Gonzalez dispone di 3/5 dei seggi in Parlamento. Una maggioranza inattaccabile che non ha bisogno di patti, di coalizioni, né di compromessi. Oovernare la Spagna diventa per certi versi più facile. Per altri, però, anche più impegnativo perché da un go-| verno con tale forza e fiducia ci si aspetta molto di più delle mezze misure e del pragmatismo congiunturale. Tre sono gli esiti delle vota¬ zioni che difficilmente trovano precedenti nella storia della democrazia, non solo spagnola che è povera, ma della democrazia occidentale in genere. Primo fatto straordinario è che un partito d'opposizione si conquisti il Parlamento e il governo cosi di prepotenza come lo ha fatto il psoc. Ha quasi raddoppiato i voti e 1 seggi (da 29 a 46 per cento e da 121 a 201). E' successo in più con un partito che ha compiuto la sua lunga marcia in solitario, senza alleanze, attaccato da tutti, da destra e sinistra, osteggiato dalla macchina statale e militare. Addirittura, l'unico par¬ tito fra tutti che non avesse rinunciato alla sua professione repubblicana, pur ricono scendo la Costituzione monarchica e riconoscendone i meriti. Il secondo fatto senza precedenti è il pratico annullamento del partito governativo di centro. Mal una compagine che ha tenuto il potere, meri tevole pure di aver consolidato la democrazia, si è vista sparire nel nulla come è successo con là ucd. Ha preso la quinta parte del voti che le appartenevano e occuperà una quattordicesima parte del seggi in Parlamento di cui disponeva (da 35 scende a per cento e da 168 a 12 seggi) Addirittura 11 primo ministro Calvo Sotelo con altri cinque ex ministri non risulta eletto. Lo scarso successo dei dissi denti di centro, seguaci del mitico Suarez, non alleggerì sce ma anzi aggrava ancora di più la catastrofe centrista. Lo stesso Suarez (sceso dal piedistallo del viale dei monumenti nazionali, per rimettersi In lizza) risulta eletto per 11 rotto della cuffia. Con poco più del 2 per cento dei voti non potrà comunque formare un proprio gruppo parlamen tare. Il terzo fenomeno senza precedenti è l'esplosione della destra moderata di Fraga. Proporzionalmente registra un aumento superiore addi rlttura a quello conseguito dal socialisti. Quintuplica i suoi voti (da 5 a 25 per cento) e moltiplica 11 numero del suol deputati quasi di 12 volte (da 9 passa a 106). Da un partito che tutti consideravano condannato a scomparire Fraga ha ricostituito un forte blocco d'opposizione, la -gran derecha-. Con la pretesa di alter¬ narsi con Gonzalez al governo secondo la regola bipolare del «pendo/o» tipica delle democrazie europee più sviluppate. Se Gonzalez è il meritevole o il responsabile della distruzione del centro per la sua irruenza rinnovatrice, Fraga lo è altrettanto per la sua costanza conservatrice. Praticamente si sono divisi 1 voti fuggiti dalla deludente ucd, chi per tendenza riformista chi per ansia conservatrice. Il successo di Fraga ha scoperto l'inconsistenza della altra destra'. Né 11 partito franchista di Blas Pinar. né 11 partito golpista di Tejero hanno conquistato seggi o voti degni di menzione. Il colonnello Tejero, candidato dal carcere, è stato condannato più duramente dall'elettorato che non dal tribunale militare. Non rientrerà alle Cortes con la forza del voti e speriamo non più neanche con la forza delle armi. Dicevamo: tre fenomeni senza precedenti in queste Frane Barbieri (Continua a pagina 2 In sesta colonna) Madrid. Re Juan Carlos stringe la mano al leader socialista spagnolo Felipe Gonzalez; in secondo piano l'ex primo ministro Adolfo Suarez, presidente del centro democratico e sociale. La foto, scattata alla vigilia delle elezioni, sembra riassumere il nuovo indirizzo politico del Paese (Tel. Ap)

Luoghi citati: Madrid, Spagna