Morto Valerio Zurlini: nei suoi film la malinconia del vivere quotidiano

Morto Valerio Zurlini: nei suoi film la malinconia del vivere quotidiano In ospedale a Verona - Aveva 56 anni - Disperati tentativi per salvarlo Morto Valerio Zurlini: nei suoi film la malinconia del vivere quotidiano Dicono che somigliasse al suoi personaggi. L'orgoglio di voler essere sempre pari a un suo modello interiore e insieme la malinconia di una sconfitta patita in solitudine. Come il tenente Drogo del Deserto dei Tartari (1976) che aspetta la fine perdendosi e nutrendosi dell'assoluta formalità militare, salvandosi nella ripetizione di una disciplina che non ha altra giustilicazione che se stessa. Nel Deserto dei Tartari c'era forse più Zurlini che Buzzatl. era una specie di film testamento. Valerlo Zurlini è stato regista relativamente di poche opere, ma tutte piegate, anche le meno riuscite, a quella malinconia vigile, a quella presunzione di autosufficienza, di suicidio differito che ora sembrano il segno di una vocazione anche esistenziale, anche personale. Come il professor Alain Dclon della Prima notte di quiete (1972) che era fuggito di casa per cercare una ragione di vita (chissà, la poesia, il vizio randagio) e trova un'assurda soluzione uccidendosi in macchina. ' Come il ragazzo Trinti- gnant di Estate violenta (1959) che scopre l'amore su una spiaggia di Riccione nel '43. ma è troppo tardi per essere felici e c'è da fare anche una scelta politica, da votarsi a un'altra causa e neppure la lotta antifascista sembra giustificare quel rompersi di ogni illusione, lo sfaldamento del sublime egoismo degli amori rapiti. Può darsi che Estate violenta sia il film più fragile e più scoperto, meno presuntuoso, che Zurlini ci ha lasciato, resta come una conchiglia trovata sulla spiaggia, una cosa piccola, ma non si finirebbe di ammirarne la tenue perfezione. Certo, non si dimentica l'esordio delle Rogasse di Sanfrediano (1954) dove la malinconia si tingeva di un'allegria di quartiere rubata a Pratolini, né il successivo passo pratollniano Cronaca familiare (1962) che trasformava nella maturità del regista la piana crudezza dei fatti popolari, della quotidianità di borgo in una elegia sull'amore fraterno. Mastroianni raccontava la morte per malattia di suo fratello Jacques Perrin e non era solo rivisitazione del mito fraterno, di un legame che ci è imposto dalla natura, ma quasi un'Invidia per quell'esistenza cosi Intensa e bruciata. Dicono che somigliasse al suoi personaggi. Nell'estate scorsa a Venezia, per la Mostra del Cinema, dove era giurato, ci si incontrava qualche volta, lui rigido, di poche parole, quasi affaticato dallo stare diritto, ma insieme orgoglioso e divertito dal recitare una parte. No, divertito no. forse consapevole e sofferente a cinquantasei anni per la parte che recitava. S'era parlato dell'ultimo film che voleva fare e che non gli avevano concesso di fare, non piaceva ai produttori americani. Eppure era un'idea giusta, molto americana, molto zurlinlana, la traduzione sullo schermo del romanzo di Hemingway Al di là dal fiume, tra gli alberi, con l'amore del colonnello per la nobile veneziana, sull'orlo dell'illusione e della distruzione, con la città, la laguna, i buoni alberghi, i vini, i pasti consumati ogni volta col piacere dei condannati in una cella. 1 quali sospettano sempre che sia l'ultimo. C'era la sceneggiatura pronta, non se ne fece nulla. Poteva magari essere anche un penetrante ritratto di donna. un amore vano e un poco ridicolo, come era nel film più segreto e intenso di Zurlini. La ragazza con la valigia del '61. Era in quel film, ci pare, la scena nel teatro Farnese di Parma; nella grande scenografia di legno, finzione, bellezza e precarietà per chi tenta di credere ai buoni sentimenti. E' vero che Zurlini voleva somigliare ai suoi personaggi. Stefano Reggiani VERONA — Il regista cinematografico bolognese Valerlo Znrlinl è morto nel reparto di rianimazione del policlinico di Borgo Roma, a Verona, dov'era ricoverato. Aveva 56 anni. Un mese fa, mentre si trovava a Verona per scrivere un libro, Zurlini era stato colpito da una emorragia gastroenterica. Ricoverato in un primo momento nell'ospedale di Borgo Trento, era stato successivamente trasferito al Policlinico. Nei giorni scorsi, il regista era stato sottoposto a un intervento chirurgico.

Luoghi citati: Riccione, Venezia, Verona