I Nar avevano preparato la rapina a due orefici

I Nar avevano preparato la rapina a due orefici Il colpo (gennaio scorso) fallì per un malinteso I Nar avevano preparato la rapina a due orefici L'accertamento compiuto dai carabinieri dopo la scoperta del covo di Pozzo Strada - Belsito e soci cercavano soldi per autofinanziarsi Perché i capi romani dei Nar si erano rifugiati a Torino? Perché avevano scelto l'alloggio di via Monte Asolone come quartier generale? Quali attentati avevano compiuto in città e quali stavano per compiere? A queste domande stanno cercando di rispondere gli uomini dei nuclei speciali dei carabinieri che — terminato l'inventarlo del materiale sequestrato nel covo — intendono ora ricostruire i movimenti di Pasquale Belsito, Gilberto Cavallini e Stefano Soderlni. L'arrivo del tre in città risale presumibilmente all'inizio dell'anno quando Roma era ormai troppo «calda» per garantire al terzetto margini di sicurezza. A Torino trovano qualche simpatizzante (probabilmente Mauro Ansaldi, Alberto Maggiora, Tommaso Fernandez e Guglielmo Allemano, tutti arrestati 11 5 ottobre, unitamente a Paolo Stroppiana, preso a Roma 20 giorni fa) ma mancano i rifugi sicuri e soprattutto non hanno soldi. Tentano, pare, di procurarseli il 28 gennaio quando un commando sequestra per tre ore gli orefici Pietro e Lorenzo Croce: l'impresa non riesce per un malinteso, ma il gruppetto dei rapinatori dà l'impressione di notevole freddezza e di grande efficienza. «Abbiamo avuto la sensazione — racconteranno gli orefici — che non si trattasse di delinquenti comuni. Uno era in divisa, un altro giocherellava con una bomba a mano. Erano ragazzi eleganti, istruiti, di statura medio alta,,. Ora gli inquirenti sospettano di Cavallini, Soderini e Belsito. Una parte marginale nella fallita rapina la ebbe una donna bionda: forse proprio l'inquilina di via Monte Asolone 63. Soldi sarebbero comunque giunti alle casse dei Nar nei mesi successivi attraverso due rapine a banche che avrebbero fruttato 100 milioni. Non sembra invece che i terroristi avessero in programma imprese a breve scadenza: nessun documento rinvenuto accredita questa ipotesi. Piuttosto, i carabinieri non hanno nascosto sorpresa quando si sono trovati di fronte a timbri di uffici pubblici ed a cliché usati per la stampa dei documenti da contraffare: si tratta di matrici quasi perfette e quindi estremamente preziose per la guerriglia. Come molto simili agli originali sono le tessere di riconoscimento dei carabinieri: solo un piccolo particolare le differenzia dalle vere. it Caduto dall'impalcatura su cui stava lavorando, Antonio Caccialongo, 46 anni, abitante a Grugliasco in via Germonio 18, è stato ricoverato ieri al Mauriziano e successivamente trasferito alle Molinette. Nell'incidente ha riportato un trauma cranico

Luoghi citati: Grugliasco, Roma, Torino