Amarezza e smarrimento Spd dopo la rinuncia di Schmidt
Amarezza e smarrimento Spd dopo la rinuncia di Schmidt Anche se il ritiro dell'ex Cancelliere era da tempo previsto Amarezza e smarrimento Spd dopo la rinuncia di Schmidt I seguaci di Willy Brandt dicono che ora è possibile per i socialdemocratici trovare i necessari compromessi tra le correnti - Ma è un ottimismo di facciata che non convince: molti erano i non socialisti che votavano il partito per fiducia nell'uomo dal nostro corrispondente BONN — La Germania ! aveva viziato 11 mondo con la sua stabilità: ora Invece è una scena mutevole e fluida, tutta quesiti, tutta ipotesi. Lo si vede in queste ore, dopo la decisione dell'ex Cancelliere Schmidt di non guidare il partito alle prossime elezioni generali. Oli amici e i collaboratori più stretti non sono stati colti di sorpresa, sapeva- no che l'uomo era esausto, i che aveva bisogno urgente di riposo e di pace, che voleva chiudere la sua carriera con dignità e distacco, senza cor- rere 11 rischio né di una scon fitta elettorale né di una semivittoria appannata da alleanze governative o con i conservatori o con i verdi o con i liberali. Tuttavia, un senso di amaro smarrimento esiste. I seguaci di Willy Brandt affermano che. con l'uscita di Schmidt. il partito potrà trovare più facilmente i compromessi necessari per formare un fronte compatto contro i conservatori: ma è un ottimismo che non persuade, sia perché l'unità auspicata da Brandt sembra pendere verso un radicalismo in contrasto 0 pacat0 carisma. ; 1 con le tradizioni della socialdemocrazia tedesca, sia perché il futuro elettorale del partito diviene ancora più incerto. Molti erano i non socialisti che votavano socialista soltanto perché Schmidt offriva, con la sua granitica presenza, garanzie di moderazione, di pragmatismo, di quella che gli anglosassoni chiamano statesmanship. I contabili politici dicono che la sua rinuncia costerà alla Spd il 5 per cento dei voti, ma è un calcolo prudente. Due sono, per ora. 1 candidati alla successione. Hans Jochen Vogel, 56 anni, ex miì nistro della Giustizia, ex sindaco di Monaco e di Berlino Ovest, ora leader dell'opposizione socialdemocratica nell'Assemblea berlinese, oppure Johannes Rau, 51 anni, ministro-presidente del più popoloso e più ricco dei Lànder. la Renania del Nord - Vestfalia. Il superfavorito, nei pronostici, è Vogel. un uomo di indubbie qualità, rivelate soprattutto durante la lotta contro il terrorismo, non privo di un Lo scenario tracciato ieri lera questo. La direziono del partito nominerà, quasi certamente, Vogel, forse già questa settimana, nomina che verrebbe confermata da uno speciale congresso a Dortmund, alla fine di gennaio. Sarà un congresso burrascoso e c'è anche la possibilità che Vogel non riceva la benedizione dell'assemblea. Si entra cosi in quella nebbia di apprensioni e di tensioni che grava su questa Germania 1982. Ammettiamo che Vogel vinca: potrà affrontare la sfida elettorale di marzo con una politica schmidtiana o dovrà piegarsi alle diffuse inquietudini dentro e fuori il partito e tendere la mano ai «verdi»? Che cosa comporterebbe un simile gesto? Farebbe propria la socialdemocrazia l'ostilità contro l'installa- Izione del missili nucleari, pre- vista per 1*83? Certo, il problema potrebbe essere risolto da un accordo russo-americano, ma i negoziati tra le superpotenze sembrano insabbiati, quasi dimenticati. Tutti questi eventi accrescono ovviamente le probabilità di un successo di Kohl e dei suoi democristiani, lo rendono pressoché certo: ma altre nebbie avvolgono tale prospettiva. Sopravviverar.no i liberali dell'Fdp all'ondata di aspra diffidenza, di sdegno addirittura, creata dalla «pugnalata» a Schmidt? E potrebbe Kohl governare da solo? Per la prima volta da molti anni, il cronista in Germania brancola nel buio. Un'oscurità che. purtroppo, non risparmia neppure l'economia, sempre possente ma con affanni nuovi e inquietanti. m. ci.
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