Per Calvi una nuova autopsia in Italia
Per Calvi una nuova autopsia in Italia Dopo i colloqui con i giudici milanesi, intervista alla vedova del banchiere Per Calvi una nuova autopsia in Italia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — «Abbiamo autorizzato il trasporto della salma di mio marito in Italia per una nuova autopsia. Avviene in questi giorni: non mi chieda la data esatta. Desidero che le esequie di Roberto si svolgano subito dopo, nell'intimità famigliare. I magistrati cercano un indizio che confermi la tesi dell'assassinio, e non vogliamo lasciare nulla di intentato. Non è stata una decisione facile». Una pausa: «Abbiamo anche completato la documentazione perché una nuova inchiesta sia aperta a Londra sulla morte di mio marito. C'è un documento importante: un referto medico secondo cui Roberto, prima di venire ucciso, potrebbe essere stato stordito con un gas o un veleno. Fa parte di questa documentazione anche la testimonian¬ za che ho reso ai magistrati italiani in questi ultimi giorni. E' stato un interrogatorio estenuante, a volte dalle 9 del mattino alle 11 di sera, con 11 solo intervallo del pranzo». Clara Calvi ha un gesto di stanchezza: «Siclarl e Dell'Osso (il procuratore aggiunto e il sostituto procuratore di Milano) hanno dimostrato una professionalità straordinaria. Hanno ricostruito nei particolari, non solo con me ma anche con 1 miei figli Carlo e Anna, la vita e l'attività di mio marito dal 1970 ad oggi». E' la seconda volta che la vedova del finanziere ci riceve. Ieri 1 magistrati sono ripartiti per l'Italia, e per la famiglia Calvi è un momento di riflessione. «Intendiamo dare battaglia su parecchi fronti — dice la signora — non solo per riscattare il buon nome di Roberto e assicurare alla giustizia i suoi assassini e i loro mandanti, ma anche per fare luce sul comportamento dello Ior (la banca del Vaticano), della Banca d'Italia e del nostro governo nel crack dell'Ambrosiano». — Ha già assunto altre Iniziative? «81. Ho preparato una deposizione scritta anche per la procura svizzera. La considero forse la più importante dì tutte: sono convinta che se 1 magistrati elvetici scoprissero 1 segreti della Banca del Gottardo, mio marito verrebbe scagionato, e che se scavassero nel rapporti fra Carboni, Gelli, Ortolani e altra gente della P2, a Ginevra e Zurigo, sapremmo chi lo ha ucciso». — Testimonierà davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2? «Mi auguro che le bastino 1 verbali di Siclari e Dell'Osso. Ma se sarà necessario Nella villetta d'affitto del fi¬ glio Carlo, a Washington, dopo 11 lungo confronto con i magistrati Italiani, Clara Calvi manifesta una forza e una volontà assenti nel nostro primo colloquio. Nonostante la tensione. la sua figura appare più serena, sulla camicetta azzurra spiccano di nuovo 1 gioielli di famiglia delle sue ultime fotografie col marito. «Possediamo gli elementi necessari alla revisione del processo dell'81 contro Roberto — riprende —. Rifiuto l'appello. Chiedo che l'iter giudiziario ricominci da capo. Le elenco brevemente il perché. In primo luogo, sono ormai chiare le responsabilità dello Ior — non tutte per carità, quante altre ne salteranno fuori! — nel dissesto del Banco. In secondo luogo ho fornito a Siclarl e Dell'Osso le prove anche delle responsabilità di personaggi — diciamo laici — molto influenti a Milano. In terzo luogo c'è da sindacare l'operato di una parte della magistratura». — Può dirci, senza violare il segreto istruttorio, quali piste dovrebbero seguire le indagini non solo sul crack del Banco ma anche sulla morte di suo marito? «Per me. 11 punto di partenza è il tentativo di suicidio di Roberto ih carcere nell'estate 1981. Quello sventurato si senti tradito da tutti. Dallo Ior che non usciva allo scoperto per salvarlo. Dalla Banca d'Italia, che dopo avergli promesso cinque anni per lo scorporo del gruppo (vidi lo la lettera) lo imponeva invece immediatamente. Dai partiti a cui aveva fatto molti favori, e che gli voltavano le spalle. Dai suoi colleghi, come Olgiati e Rosone, che cercavano di estrometterlo». 81 interrompe: «Lo sa che volevo sporgere delle querele per Istigazione al suicidio?» esclama poi in uno scoppio emotivo. «Allora si era più che in tempo a risanare l'Ambrosiano; 11 disavanzo diventò enorme tra la fine dell'81 e l'Inizio dell'82, quando la situazione sfuggi di mano a Roberto a causa di operazioni fatte alle sue spalle». — CI sembra di capire che lei contempli un'azione legale contro la Banca d'Italia, o Ennio Gaietto (Continua a pagina 2 In quarta colonna)
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