Micol, pendolare tra Kleist e Durrenmatt

Micol, pendolare tra Kleist e Durrenmatt La sera attore a Genova, il pomeriggio regista a Imperia di «Visita della vecchia signora» Micol, pendolare tra Kleist e Durrenmatt IMPERIA — /f pomeriggio, a Imperia, fa il regista, dirige le prore della Visita della vecchia signora, di Friedrich DUrrenmatt, che apre domani la stagione di prosa del Cavour. Alle 17,30, balia in auto e va a Genova, dove, la sera, è impegnato come attore, per lo Stabile, nel Principe di Homburg di Von Kleist. Pino Micol «pendolare» del teatro, dunque? ..E' un impegno un po' pesante. Avrei preferito dedicarmi ad una attività per volta, ma sono stato costretto a questo "tour de force" da una concomitanza di date», risponde. Le critiche, non proprio benevole, rivolte allo spettacolo attualmente in scena al Genovese, non lo hanno neppure scalfito: «DI questo "Principe di Homburg" sono soddisfatto. Perché non dovrei esserlo? E' un figlio mio. e gli sono affezionato». Come protagonista, lo attendono quest'anno altri ruoli di spicco, da Anfitrione, ancora di Von Kleist e setnpre per lo Stabile, al Don Chisciotte che Maurizio Scaparro realizzerà a puntate per la televisione. Ma il desiderio più vivo, per Micol, che molti ricorderanno come Amleto e Cyrano, è quello di dedicarsi con maggiore intensità alla regia. Il primo approccio, appunto con la Visita, è stato lusinghiero: «Dopo quindici anni trascorsi sul palcoscenico come interprete, ho sentito la voglia di tentare questa nuova esperienza». Al resto di DUrrenmatt, messo in scena in prima nazionale, nel marzo scorso, al Carignano di Torino, Micol si è accostato con umiltà: «La sua contemporaneità è mollo più drammatica e allarmante di altri "classici". La sua recente composizione (risale al '56) allontana l'aura di fatalità o di vaga storica profezia per atterrirci con 11 domani». La storia teatrale (cheDUrrenmatt ha cosparso di tensioni e di suspense) è stata rispettata e amata: «Ma — precisa Micol — spero che la chiave di questa mia faticata Visita risulti squisitamente umana, vicina all'uomo e al suo grande problema di oggi: come convivere, senza essere uccisi, col potere, con l'arroganza di chi, In base solo alla propria potenza economica, crede di potersi servire addirittura del popoli. Nell'allestimento, che il regista sta lievemente modificando, rispetto all'edizione della passata primavera, la metafora si affaccia con molta evidenza: «Ho cercato di renderlo chiaro subito: 11 luogo chiuso In cui questa umanità vive, è quello impenetrabile della mente, sede dell'ignoranza, che genera disponibilità negativa e asservimento». / continui passaggi di treni, che solo sfiorano il tetro, efficace contenitore creato da Maurizio Baiò, «sono richiami alla fuga, all'apertura mentale, alla conoscenza... Una pillola amara intinta di zucchero: .Spero però che si senta ben forte, l'amaro», conclude Micol. s.d. Pino Micol: la regia è per lui una passione parallela

Luoghi citati: Genova, Imperia, Torino