Eduardo, come va il teatro? «Bene, benissimo ma per quelli che non lavorano o lavorano male»

Eduardo, come va il teatro? «Bene, benissimo ma per quelli che non lavorano o lavorano male» Sfogo polemico dell'attore, protagonista di un incontro organizzato da Perugia e daìPEti I Eduardo, come va il teatro? «Bene, benissimo ma per quelli che non lavorano o lavorano male» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PERUGIA — C'è un omino, lassù, sul palco del teatro Morlacchi, un altro gioiello di teatro all'italiana che ha compiuto duecent'annl. C'è un omino, lassù, sotto una coppola grigia e uno spolverino a scacchi. Passeggia e fischietta, guarda in alto e sospira. E' Eduardo, anzi il senatore a vita, Eduardo De Filippo, anni ottantadue:' aspetta che i tecnici, a martellate sonore, gli montino «l'immobile », «il palazzone», che fa da sfondo a Mettiti al passo, la commedia che Claudio Brachino, un allievo del corso di drammaturgia dell'Università di Roma, ha scritto su una sua idea-base e che lui ora sta allestendo, in veste di regista, interpreti Paolo Graziosi e Lina Sastri. Di 11 a poco, per via di quelle martellate al «palazzone», dovrà Inaugurare nel foyer, e non in platea, il ciclo Incontri coll'attore, che l'Eli e 11 Comune di Perugia hanno organizzato quest'anno. Il foyer è gremito di duecento persone, un centinaio stanno fuori e protestano: e ci vuole tutto il fascino di Eduardo per metterle tranquille. Poi si comincia, una domanda dopo l'altra, e l'ultraottuagenarlo intervistato dimostra la vivacità intellettuale e la verve polemica di un ventenne. Il mito dell'attore è morto o vivo? domanda qualcuno: 'L'attore non è mai morto. Gli ha nuociuto il mattatore tardoottocentesco, alla Zacconi, cosi ammalato di protagonismo da pretendere die Osvaldo fosse il personaggio principale di Spettri, mentre lo è sua madre. Gli ha nuociuto il prevalere del regista nel secondo dopoguerra. Ma già il giova-' ne Gassman, proprio negli stessi anni, ci fece capire quanto l'attore di talento poteva da solo esprimere. Ora, con i registi "nuovi ", la sua importanza è netta'. Attori si nasce o si diventa? «/ figli d'arte, come me, possono ringraziare il destino d'essere nati attori. Ma chiunque può esserlo, se vuole: a condizione die creda profondamente in questa sua scelta, ecco il segreto». Per un attore conta più la scuola o la vita? 'L'attore non deve stancarsi mai di osservare i suoi simili, giorno dopo giorno, per strada, al caffè, sull'autobus. Questa è per lui una palestra inesauribile. Ma c'è poi quell'altro lavoro di palestra che è l'apprendistato tecnico. Parlano tanto delle pause di Eduardo. Non sono altro che il risultato di una corretta divisione dei fiati. L'attore deve padroneggiare la sua punteggiatura fonica, deve fraseggiare e fermarsi a dovere, questa è la sua musica'. E, subito, rlatteggla in tre o quattro modi diversi, con pause e senza pause, una frase qualunque, strappando l'applauso. E' più importante, nell'attore, il cervello o il cuore, l'autocontrollo o l'emotività? 'Tutto, nell'attore, dev'essere sottoposto a rigoroso controllo. L'emotività rovina il teatro. E' il pubblico che deve piangere, non l'attore. L'attore piange con una spalla, con un gesto, una frattura della voce.. Nel dirlo, l'ha fatto: la voce gli si è accartocciata dentro, come per uno sgomento improvviso: ed è un altro applauso grande. Ma come fa l'attore a dialogare con il pubblico, che è muto? «// pubblico è una •persona sola, l'attore avverte, come per un fluido, cosa vuole, sera dopo sera: e deve saper mutare registro di recitazione a seconda delle specifiche esigenze di quel dato pubblico. Tracciano regole generali sul nostro lavoro, costruiscono teorie, ma noi siamo come foglie, multalo ad un soffio di vento. La nostra è una vita arborea, non lavoriamo mica in un calaettificio». E' vero che lei è un regista despota? 'Questa voce l'hanno messa in giro gli attori mancati, per cui sono un antipatico di professione, lo discuto con gli attori, ne accetto le reazioni, a diciott'anni fui il primo a ribellarmi alle imposizioni di certi capocomici'. L'Impegno politico dell'attore deve' cominciare dal palcoscenico? 'L'attore dev'essere apolitico, perché deve essere libero. Le sue idee politiche le deve trasmettere al pubblico secondo una tattica scliermata. Sono le idee di Brecht sui cinque modi di dire la verità, ette sono poi le stesse dei nostri vecchi comici dell'arte'. Qual è la situazione del teatro oggi in Italia? «Oggi il teatro va bene, ma francamente non so per chi. Ci sono duecentotrenta compagnie al lavoro. La maggior parte si beccano i contributi dello Stato e non lavorano affatto. Altre, purtroppo, lavorano, ma cosi male da deludere il pubblico. Poi ci sono le compagnie come la mia, che da tempo è definita "trainante". Ma chi trainiamo? 1 nostri compagni cattivi attori? Il pubblico che loro vanno diseducando? Se questo è il benessere del teatro, chi ci capisce qualcosa è bravo-. Guido Davico Bonino Eduardo De Filippo: «Noi attori siamo come foglie, mutiamo ad un soffio di vento. La nostra è una vita arborea»

Persone citate: Attori, Brecht, Claudio Brachino, Eduardo De Filippo, Gassman, Guido Davico Bonino Eduardo, Lina Sastri, Paolo Graziosi, Zacconi

Luoghi citati: Italia, Perugia