Vescovi cattolici Usa condannano il programma nucleare di Reagan di Ennio Caretto

Vescovi cattolici Usa condannano il programma nucleare di Reagan In una lettera pastorale, alla vigilia delle elezioni Vescovi cattolici Usa condannano il programma nucleare di Reagan Il documento, discusso dal sinodo in novembre, invoca la rinuncia al «primo colpo» atomico e una «moratoria totale, immediata e verificabile» - Critiche alla «reaganomics» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A una settimana dalle elezioni parlamentari americane, il clero cattolico ha improvvisamente preso posizione contro il riarmo nucleare. Lo ha fatto diffondendo la bozza di una lettera pastorale in cui invoca la rinuncia al first strike o primo colpo da parte degli Stati Uniti e degli alleati, e in cui propone una «moratoria totale, immediata e \ierificabile-. La bozza sarà discussa al sinodo dei vescovi Usa il mese prossimo: se approvata, contribuirà a spostare l'opinione pubblica verso 1 democratici, e lontana dal programma reaganiano per la supremazia atomica. L'inattesa condanna del riarmo nucleare da parte del clero cattolico introduce un elemento potenzialmente rivoluzionario nella politica americana per due ragioni di fondo. La prima è che il 2 novembre prossimo, alle elezioni parlamentari, dieci dei più grandi Stati dell'Unione, dalla California al Massachusetts, voteranno su un referen- dum per la moratoria. Se essi approveranno la sospensione, -immediata e verificabile* come dicono i vescovi, di tutta la produzione e di tutti gli esperimenti atomici, il presidente Reagan sarà costretto a rivedere la sua strategia militare. La seconda ragione, appena accennata, è che la moratoria viene identificata col programma del partito democratico. Uno dei suoi fautori è il senatore Kennedy. Se intorno a essa si formasse un movimento popolare — e se ne sono visti i prodromi lo scorso giugno, quando oltre mezzo milione di persone ha partecipato a una dimostrazione pacifista di fronte all'Onu — Reagan dovrebbe rinunciare a presentarsi candidato alla Casa Bianca nell'84. Si sa che il Presidente si è lamentato per il fatto che la bozza della lettera è stata resa pubblica proprio alla viglila delle elezioni. Ma il dibattito tra i vescovi cattolici Usa infuriava già da mesi, e in seno a essi è prevalsa l'opinione che convenisse portarlo alla luce per i referendum. La bozza della lettera era nota alla Casa Bianca. Il consigliere di Reagan, Clark, e il ministro della Difesa, Weinberger, ne avevano criticato una prima versione. Il New York Times ne ha stampato i principali estratti, occupando oltre mezza pagina di giornale. Il clero cattolico americano inquadra nella prospettiva teologica la propria opposizione al riarmo nucleare. «La responsabilità morale di scatenare una guerra atomica — esso osserva a proposito del primo colpo — non è giustificabile con razionali obiettivi politici,,. Il clero critica anche fortemente l'Inclusione di bersagli civili tra quelli da abbattere subito nell'Urss in caso di conflitto, al punto da invocare la dlsobbedlenza civile. -Nessun cristiano può obbedire all'ordine di uccidere non combattenti, afferma. La lettera mette in discussione lo stesso principio del deterrent atomico. Essa sostiene che il deterrent diventa «moralmente inaccettabile, se destinato a un uso aberrante, per esempio la distruzione di una città, o se ha funzione di first strike, come il supermissile MX attualmente in costruzione. «In nome del rafforzamento del deterrent non si può far passare qualsiasi arma o qualsiasi dottrina, asserisce la lettera. Per sminuire il pericolo, essa consiglia il ritiro degli strumenti nucleari dalle zone di frontiera e un sistema di ferrea prevenzione di incidenti. «Il potenziale distruttivo delle potenze atomiche — ammonisce — ?ntnaccta l'ordine della creazione, la sovranità di Dio sul mondo a cui Ita dato vita. Potrebbe distruggere il suo latterò.. _ . „ Ennio Caretto

Persone citate: Kennedy, Reagan, Weinberger

Luoghi citati: California, Massachusetts, New York, Stati Uniti, Urss, Usa