Albania in Abruzzo nel film di Tovoli con Anouk Aismée

Albania in Abruzzo nel film di Tovoli con Anouk AisméeIncontro col fotografo ora neo regista Albania in Abruzzo nel film di Tovoli con Anouk Aismée L'AQUILA — La diffidenza e i ripensamenti delle autorità di Tirana hanno costretto Luciano Tovoli (neo regista) a trasferire—per 11 suo debutto nella regia — l'Albania e gli albanesi (un gruppo di abitanti della comunità di San Marzano in Puglia) sulle pendici del Gran Sasso. E' qui che da tre settimane si gira II generale dell'armata morta, una vicenda italiana ambientata quindici anni dopo la conclusione dell'ultimo conflitto mondiale. I monti abruzzesi sono diventati cosi versanti scoscesi, scarpate e cime aguzze di cui parla nell'omonimo romanzo Ismail Kadarè e che costituiscono la cornice del cimitero in cui sono sepolti molti soldati italiani. •Anouk Aimée — spiega Luciano Tovoli — nella parte della vedova di un colonnello morto durante l'ultima guerra è il "motore" di questa storia per il fatto die vuole ad ogni costo riportare in Italia dall'Albania le spoglie del marito. Non è comunque un film funereo, anzi offre spunti a situazioni grottescìie e comiche». Apprezzato direttore della fotografia (gli ultimi suoi film sono stati «Oltre la porta. della Cavani e «Tenebre., di Argento), Luciano Tovoli in questa sua prima esperienza di regista si trova a dirigere grossi attori: Marcello Maslroiannl e Michel Piccoli, rispettivamente nel ruoli di un generale e di un cappellano militare dell'esercito italiano. -Sono stati proprio loro — confessa Tovoli — a volermi come regista su suggerimento di Marco Ferreri per il quale avevo curato la fotografia de "L'ultima donna" e di "Ciao maschio". E poi se questo film si è potuto realizzare il merito è di Michel Piccoli die si è assunto l'onere dell'intera operazione-. L'incontro con Tovoli è avvenuto a L'Aquila in occasione della manifestazione Una città in cinema che per otto giorni lia visto alla ribalta i «maestri della luce». In que¬ sta cornice era d'obbligo chiedere a Tovoli cosa l'aveva spinto ad abbandonare la fotografia per la regia. -Il desiderio di vivere la nascita di un film dalla A alla Z» è stata la sua risposta. -Il direttore della fotografia — ha aggiunto — viene generalmente assunto quando sono già state superate le difficoltà che caratterizzano la preparazione di un filmeil suo lavoro termina alla vigilia del montaggio. Adesso, invece, devo preoccuparmi di guidare gli attori e di seguire il cammino del film fino al momento dell'impatto con il pubblico. Non mi considero per ora un regista, tanto è l'ero che dopo questa prima esperienza mi attendono, come direttore della fotografia, i nuovi film di Dario Argento c di Liliana Cavani■. Luciano Tovoli e Poppino Rotunno hanno l'altra sera concluso nell'Aula Magna dell'Università dell'Aquila la serie degli incontri tra .studenti e direttori della fotografia promossi dalla cooperativa «La lanterna magica., per migliorare la conoscenza del linguaggio cinematografico. Il finale di questo secondo appuntamento abruzzese, pieno di promesse, ha avuto un risvolto polemico. Sia Tovoli sia Rotunno hanno lamentato come il loro lavoro, e quello dei loro colleglli, sia sottovalutato in Italia. -Non possiamo intervenire — dice Rotunno — neppure quando i film vengono proiettati in sale, e in Italia sono quasi tutte, prive di attrezzature tecniche adeguale, che stravolgono te immagini da noi concepite.. -Nella maggioranza dei casi — incalza Tovoli — la critica ignora il nostro lavoro, cosi come le strutture pubbliche non si preoccupano di difendere, con mezzi opportuni, la conservazione dei film. A difierenza di Tovoli, Peppino Rotunno continua a rimanere ancorato alla fotografia. Adesso, e fino a marzo, vìvrà a Cinecittà dove è impegnato sul set di Federico Fcllini. Ernesto Baldo