Che cosa accade alle Molinette?
Che cosa accade alle Molinette? COMINCIA PER LA SANITÀ' IN CRISI UN' ALTRA SETTIMANA DI AGITAZIONI Che cosa accade alle Molinette? Due professori, Zardini e Lenti, se ne vanno il 1" novembre - Il cuore dà pensieri Dal 1 novembre il prof. Zardini lascia la II Cattedra eli cardiologia e il reparto ospedaliero delle Molinette convenzionato con l'Università e va a occupare la stessa cattedra a Verona. Che cosa accadrà non è ancora deciso, ma poiché si parla di smistamento di buona parte dei suoi medici al reparto universitario del prof. Brusca (al quale passerà comunque l'unità coronarica) e a quello ospedaliero del prof. Angelino, se ne deduce che l'attività cardiologica si sposta. Nel vecchio reparto dovrebbe rimanere come sezione aggregata di una nuova divisione medica Pure il 1 novembre cessa l'attività il prof. Lenti, direttore della I Clinica medica dell'Università, presso le Molinette. Ha già presentalo le dimissioni irrevocabili. Ora è in America a un congresso, rientrerà per un saluto ai collaboratori e semiremo allora le sue ragioni. Qualcuno ritiene però di poter attribuire questa situazione allo stato di disagio che esiste nell'ospedale dove -il direttore amministrativo può firmare impegni soltanto lino a un milione: non esiste più autorità politica e il soi'rintendente sanitario, dolendo, secondo i nuovi compiti attribuitigli dall'Usi, occuparsi anche di tutti gli altri ospedali torinesi, non può occuparsi di questo:. Colpa della riforma? Nessuno pensa a questo: la grande accusata è l'Unità sanitaria locale che. pletorica com'è, si rivela la più disorganizzata del Piemonte. Eppure qualcosa funziona. Ad esempio: le due cardiologie eli Brusca e Angelino dovrebbero diventare la guida all'attività cardiologica di tutto il Piemonte. -Ma è da tempo che chiedo — dice il prof. Angelino — un ecocardiografo bidimensionale per una miuliore esplorazione della carità del cuore. Non è uno strumento da due soldi; costa dai 2t>() ai 250 milioni, ma è indispensabile per una moderna cardiologia-. Tanto più che proprio la sua Divisione sta allestendo 4 letti di terapia «superintensiva» per le emergenze che arrivano da tutte le altre Unità coronariche del Piemonte. Sara a disposizione di coloro che presentano sospetti di ne- j cessila immediata di intervento chirurgico. Ma proprio per questo occorrono attrezzature. Si ritorna cosi al tema dell'emodinamica (il reparlo ospedaliero deve fare ima dozzina d'interventi la settimana) al quale si e già dedicalo, in questi anni, molto spazio. Pare che sia stala ordinala la seconda sala di emodinamica che sarà sistemata, come la prima, accanto alla cardiochirurgia la cui ristrutturazione e quasi ultimata. Sì dovrà continuare a spostare i malati, con tutte le precauzioni e cautele, dal piano terreno al terzo dove è sistemato il Blalock. ma almeno ci sarà la garanzia di poter lavorare. Ritorniamo al Blalock che dovrebbe riprendere a operare a ritmi normali ai primi dell'anno prossimo. Il prof. Mcrea, pesantemente occupato anche nell'attività didattica, ritiene di poter fare da 600 a 700 interventi l'anno di cui il 30-40% di emergenza. Ma la cardiochirurgia torinese è una fra le tre o quattro meglio organizzate d'Italia ed è quindi un punto di riferimento nazionale. La necessità degli interventi è stimabile sui 1300 l'anno. Ne mancano quindi almeno 800 e anche la seconda cardiochirurgia, decisa per Novara, non sarà in grado di soddisfare tutte le esigenze. E allora? Si continuerà a mandare malati a Nizza o Lione o a Londra, o si affronterà una volta per tutte il problema? Domenico Garbarino j
Persone citate: Blalock, Domenico Garbarino, Zardini
Luoghi citati: America, Italia, Londra, Nizza, Novara, Piemonte, Verona
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