I figli del Nautilus «coloni degli abissi» di Piero Bianucci
I figli del Nautilus «coloni degli abissi» Dalla competizione militare alla gara commerciale: come sfruttare le immense miniere negli oceani I figli del Nautilus «coloni degli abissi» Sotto l'acqua c'è un altro pianeta. La sua Sotto l'acqua c'è un altro pianeta. La sua esplorazione è ancora ai primi passi. Molto però si è fatto in questi ultimi anni e l'esigenza di procedere nell'esplorazione ha fatto progredire rapidamente tutta la tecnologia subacquea. Una tappa fondamentale è stata segnata dalla nascita dei sommergibili atomici. Il primo esemplare, il <iNautilus», è andato in pensione pochi mesi fa. La sua impresa più leggendaria rimane l'attraversamento della calotta polare artica, sotto un tetto di ghiacci esteso per migliaia di chilometri, e quindi senza possibilità di emersione. L'applicazione dell'energia nucleare ai sommergibili ha permesso di estendere enormemente la loro autonomia. 11 reattore da sommergibile ha in genere una potenza di 60-80 Megawatt termici (circa un quarantesimo del reattore della centrale elettronucleare di Caorso) e funziona a uranio arricchito. Il calore liberato dal nòcciolo del reattore produce vapore che va in turbina. Con poche tonnellate di «combustibile» nucleare si ottiene cosi una propulsione potentissima (si superano i 30 nodi in immersione) e per centinaia di mi¬ gliaia di miglia, a profondità di varie centinaia i gliaia di miglia, a profondità di varie centinaia | di metri. Per scopi scientifici sono invece sviluppali speciali batiscafi, capaci di resistere ad altissime pressioni: in questo modo si è riusciti a esplorare le maggiori fosse oceaniche e le dorsali montuose che corrono in mezzo all'Atlantico, nel Pacifico e nell'Oceano Indiano, segnando le «suture» tra le zolle continentali alla deriva. Queste ricerche, naturalmente, non hanno solo un puro obiettivo di conoscenza, ma possono avere anche importanti applicazioni pratiche: basti pensare ai noduli di manganese e a molte altre risorse individuate sul fondo marino. Forse in un futuro non lontano le maggiori miniere saranno proprio negli oceani, per non parlare della coltura delle alghe e dei pesci. La sfida dei prossimi anni è proprio nella colonizzazione del mondo subacqueo, e forse per essa passa la soluzione di alcuni tra i più gravi problemi di oggi come la fame, la scarsità di risorse minerarie, la sete di petrolio (ormai si progetta lo sfruttamento di campi petroliferi al di là della piattaforma continentale, anche se i la cosa comporta gravi rischi ecologici). | la cosa comporta gravi rischi ecologici) La vicenda dei souomarini-fantasma nelle acque svedesi ha messo in rilievo soprattutto gli aspetti militari della tecnologia subacquea. Non c'è dubbio che questi siano in primo piano, ma non si deve neppure escludere che da progressi tecnologici finalizzati alla guerra si possano ricavare in un secondo tempo vantaggi per la ricerca scientifica pura e per fini commerciali. L'elettronica, i computer, sono i grandi protagonisti dell'avanzamento tecnologico subacqueo. Sonar sempre più sofisticali hanno risolto il problema della localizzazione e della telemetria di natanti immersi, relitti, banchi di pesci. Una difficoltà non ancora del tutto risolta è invece quella di mantenere le comunicazioni tra sommergibili in immersione e i comandi a terra. Reagan ha di recente approvato il <■ Progetto Elf», un sistema di comunicazione a frequenze estremamente basse in grado di assicurare il costante contatto tra la Casa Bianca e le unità in navigazione anche a migliaia di chilometri di distanza, eludendo le intercettazioni Finora le comunicazioni sono state ai Finora le comunicazioni sono siate assicurate da una lunga antenna che i sommergibili in navigazione si trascinano dietro come una «.coda.», abbastanza vicina alla superficie. I segnali partono da stazioni sulla riva del mare e sono captati da aerei in volo che a loro volta li rimbalzano verso i sommergibili. 11 difetto di questo sistema sta nella sua facile identificazione e nella vulnerabilità ai disturbi. Si è pensato anche a raggi laser che potreb-' bero addirittura collegare il sommergibile a una rete di satelliti artificiali, ma pare che questa tecnologia non sia realistica almeno fino al Duemila. 11 sistema «Elf», idealo da Nichomas Christofilos, sfrutta una «campana ionizzata •> che si estende fino a 80 chilometri di quota nella ionosfera. Le onde utilizzale raggiungono la lunghezza di 2500 miglia e richiederebbero antenne di dimensioni ciclopiche. Christofilos ha trovato una tecnica per far funzionare da antenna la stessa superficie terrestre. Le antenne usate, tuttavia, sono ancora lunghe 50 chilometri. Neppure Verne ha mai immaginato tanto. Piero Bianucci
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