I «moderati» riconosceranno Israele se la Giordania andrà a Camp David

I «moderati» riconosceranno Israele se la Giordania andrà a Camp David I «moderati» riconosceranno Israele se la Giordania andrà a Camp David Re Hassan del Marocco apprezza il piano americano e promette «incontri a breve scadenza» - Ora si attende il «placet» israeliano e dell'Olp - L'impasse libanese frena le trattative OALLA REDAZIONE DI NEW VORK NEW YORK — Dal loro primo incontro con la delegazione della Lega araba a Washmgton. gli Stati Uniti hanno tratto la convinzione di poter raggiungere, sia pure a media scadenza, due dei loro primari obiettivi: nell'ordine, la partecipazione giordana alle trattative di Camp David per l'autonomia palestinese in Cisgiordania e a Gaza, e il riconoscimento di Israele da parte della maggioranza se non di tutti i Paesi mediorientali. La convinzione scaturisce dalla centralità americana nel vari piani di pace e dalla disponibilità al dialogo della Lega araba: se gli obiettivi Usa paiono irrealizzabili a brevissimo termine è ormai esclusivamente a causa di Israele e dell'Olp. La convergenza che si è delineata tra la superpotenza e la delegazione di Fez è forse il risultato più importante dei colloqui di Washington degli ultimi due giorni. Lo ha percepito immediatamente il presidente Reagan che ha definito i colloqui «una pietra miliare nel nostro cammino verso la pace in Medio Oriente... Ciò che potrebbe sbloccare la crisi mediorientale è l'accentuazione di questa convergenza. Negli ulttmi due giorni, di fatto, la Lega araba ha concluso che gli Stati Uniti sono capaci di mediazione obiettiva; e gli Stati Uniti si sono resi conto che la Lega araba ha abbracciato posizioni molto piii concilianti che in passato. Il capo della delegazione, re Hassan II del Marocco, ha dichiarato: ..Siamo d'accordo sulla necessità di altri incontri le cui date decideremo pre sto... L'assenza di sbocchi immediati ai colloqui di Washington ha fatto parlare erroneamente di un grave fiasco. E' vero che su due problemi cruciali gli interlocutori non hanno fatto concessioni. La delegazione di Fez ha rifiutato un riconoscimento sollecito di Israele, e la superpotenza ha detto di no alla richiesta di negoziare direttamente con l'Olp. Ma re Hassan II ha dissipato ogni dubbio dichiaran- \do: «Io credo che noi troveremo le strutture della pace nella cornice delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 242 e 338. nel programma americano, nelle decisioni da noi prese a Fez... // sovrano marocchino ha Uidicato, con l'uso di un termine imprevisto, ..coesistenza e collaborazione per il benessere regionale», la tendenza della maggioranza araìba moderata a rivedere il pròìprio rifiuto al riconoscimento Cruciale è stata la mancan¬ za di un'opposizione alla proposta americana che la Giordania partecipi alle trattative di Camp David. Se il diniego arabo fosse stato netto, la strada a sviluppi futuri positivi sarebbe rimasta preclusa. Il segretario di Stato americano Shultz Ita invece fatto notare che ..non si è registrata riluttanza nel nostri interlocutori al progetto americano... a condizione, come è logico, che il giordano Hussein definisca prima la sua azione insieme :con i leaders dell'Olp... Hus\sein e Arafat, come è noto, so: no in consultazione da alcune settimane: i loro incontri con\tinuano, in un'atmosfera in apparenza costruttiva. A tale proposito, la superpotenza e la Lega araba devono [però attendere la decisione del \ Consiglio nazionale della Palestina, tra un mese e mezzo 'circa. Questa decisione, che \verrà presa in una serie di la\vori che si preannunciano .drammatici, verrà condizìo\nata in buona parte dall'andamento dei negoziati per il ritiro dal Libano delle truppe straniere. Anche per questo motivo gli Stati Uniti si augurano che il presidente Gemayel, il loro mediatore Draper e Tel Aviv giungano sollecitamente ad un accordo. Qualora le trattative di Camp David si riaprissero nonostante l'opposizione israeliana alla presenza della Giordania, il riconoscimento di Israele da parte della maggioranza dei membri della Lega araba diverrebbe più facile.

Persone citate: Arafat, Draper, Gemayel, Re Hassan, Shultz