Reagan propone negoziati diretti tra Paesi arabi e governo Begin

Reagan propone negoziati diretti tra Paesi arabi e governo Begin Hassan del Marocco, capo della delegazione di Fes, alla Casa Bianca Reagan propone negoziati diretti tra Paesi arabi e governo Begin Washington insiste che un primo passo sarebbe la partecipazione della Giordania alle prossime trattative di Camp David - E' necessario però che FOlp riconosca Israele - Il ritiro di truppe straniere dal Libano DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno ieri proposto uflicialmente che i Paesi arabi avviino negoziati diretti con Israele )>er la soluzione del problema palestinese. In un incoili rodi tre ore con il re del Marocco Hassan II alla Casa Bianca, il presidente Reagan ha indicato che il primo passo potrebbe consistere nella partecipazione della Giordania ille trattative di Camp David. Kiih ha anche insistilo altin che l'Olp riconosca lo Stalo israeliano. Le proposte di Reagan erano siale anticipale dal Dipartimento di Stato. In un breve comunicato, aveva detto che «eora d> smetter? dt jiarlare di pace, e di incominciare invece a negoziarla«Gli Stati Uniti sono pronti a una mediazione, ma hanno l'impegno a difendere Israele e a non trattare con l'Olp /incili' non accetterà le mozioni 242 e 33H delle Nazioni Unite-, aveva aggiunto. Hassan II ha capeggialo a Washington una delegazione composta dai ministri degli Esteri giordano, saudita, siriano, algerino e tunisino, incaricata al vertice di Fes del mese scorso di discutere i piani, di pace arabo e americano per il Medio Oriente. All'arrivo il re del Marocco aveva su' bito premesso di non possedere poteri negoziali, e di non essersi recato negli Stati Unili allo scopo di concludere un accordo. Egli aveva anche rinunciato alla partecipazione al viaggio di un membro dell'Oli), per non irritare la superpotenza. Il sovrano non ha i i n l n l a n o a perciò risposto alle proposte del presidente Reagan. Ma alla fine ha espresso la propria soddisfazione per l'Incontro, definendolo «interessante e costruttivo-. Congedandolo, Reagan ha manifestato la speranza che «t7 processo di Camp David riprenda presto e bene e porti alla pace in Medio Oriente-. Dal tono delle dichiarazioni dei due leaders, è emersa una . | sincera volontà di arrivare a o i . ? a o e i , a e i l o n n e a o o o, o a a I ei auna convergenza. Il linguaggio di Hassan II è stato tra i più concilianti mai usati da un delegato arabo. Egli ha detto che dalla commistione dei reciproci disegni e di quello delle Nazioni Unite ..porrebbero scaturire la pace, la coesistenza e il benessere del Medio Oriente-. Il termine coesistenza ha attirato l'attenzione generale, perché è parso segnalare la disponibilità del mondo islamico a rinunciare agli attacchi a Israele. Il monarca marocchino ha anche elogiato le mozioni 242 e 338 delle Nazioni Unite, segno di un orientamento a premere per esse sui palestinesi. A dissipare ottimismi prematuri. Hassan II ha però ammonito che la via della pace. è lunga e difficile-. Hanno ricevuto Hassan e la sua delegazione anche il segretario di Stato Shultz e il ministro della Difesa Weinberger. Essi hanno insistito soprattutto su due punti: la necessita che i Paesi arabi chiariscano se l'articolo 7 del piano di Fes stabilisce o no il riconoscimento di Israele, e l'opportunità che si adoprino per il sollecito ritiro di tutte le truppe straniere dal Libano. Shultz. a questo proposito, si è intrattenuto separatamente con i siriani: l'altro Ieri, per la terza volta in una settimana, aveva discusso il problema col ministro degli Esteri israeliano Shamir. La partecipazione giordana alle trattative di Camp david, che segnerebbe l'avvio del coordinamento del piano di pace arabo con quello americano, non è facile a ottenersi. Re Hussein è pronto ad accet¬ tarla, appoggiato da Hassan II, dall'Arabia Saudita e dalla Tunisia. Ma la Siria e l'Algeria vi si oppongono recisamente, come tanno due degli assenti a Washington, Libia e Iraq. La delegazione dovrà ora consultarsi con la Lega Araba. E' probabile che per il prossimo incontro Shultz si rechi in Medio Oriente. Gli Stati Uniti sembrano decisi a sfruttare il momento favorevole. Nel giudizio dell'ex segretario di Stato Kissinger, «l'occasione potrebbe, non ri¬ presentarsi-. -Le prospettive* ha sostenuto Kissinger «non sonomai state cosi buone-. L'ostacolo più immediato è il governo Begin. Non solo si dimostra contrario all'intervento della Giordania; non 6 disposto neppure a soddisfare la condizione posta dall'Egitto per la ripresa di Caini) David, ossia lo sgombero straniero dal Libano. Prima di andarsene, vuole che con un patto scritto il presidente Gemayel gli consenta il controllo militare della zona cuscinetto in territorio libanese ai confini Israeliani. Gemayel esita perche teme di alienarsi i Paesi arabi, e di perderne gli aiuti economici indispensabili alla ricostruzione nazionale. Begin è atteso a Los Angeles a metà novembre per una cerimonia ebraica. Non e escluso che Reagan lo riceva allora alla Casa Bianca. L'obiettivo del presidente americano C un nuovo vertice a Caini) David con lui. col presidente egiziano Mubarak e con re Hussein.