Minacce ai giudici di Torino da un «duro» al processo Moro

Minacce ai giudici di Torino da un «duro» al processo Moro Il presidente Santiapichi lascia parlare il brigatista Bonisoli Minacce ai giudici di Torino da un «duro» al processo Moro DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Al processo Moro, ieri, le Brigate rosse hanno lanciato un nuovo messaggio di guerra, minacciando rappresaglie contro forze dell'ordine, magistrati e giornalisti. Ad animare una udienza che, per l'ennesimo rinvio dell'atteso interrogatorio del «pentito» Roberto Sandalo, sembrava di normale routine ci ha pensato Franco Bonisoli. il terrorista che, fin dalle prime battute del processo, si è assunto 11 compito di fare da portavoce dell'ala «dura» degli Imputati, gli «irriducibili» della terza gabbia. Quando ancora al Foro Italico non era giunta l'eco della tragica rapina di Torino. Bonisoli, mai interrotto dal presidente Santiapichi che in altre occasioni è apparso meno permissivo e più pronto all'espulsione, ha inveito per circa un quarto d'ora per le «torture psicofisiche» che subirebbero nelle carceri speciali i suoi compagni «prigionieri politici» e per le «mistificazioni» di certi giornalisti che seguono il dibattimento. Dalla Ligas alla Sarnelll, da Petrel- la al prof. Senzani. 1! brigatista ha elencato i casi di «compaoni misteriosamente scomparsi nelle segrete di Stato» o «in isolamento totale da mesi». Si è chiesto anche che fine avesse fatto quel Giuliano Isa, «rinchiuso chissà dove per aver dato quattro schiaffi al giudice di Torino Caselli». Ha annunciato che proprio l'ufficio istruzione di Torino sarà «un bersaglio privilegiato» e che «la zona 11 intorno sarà off limita». I giornalisti, secondo lui, avranno presto «qualcosa di più serio di via Gradoli da scrivere» perché «si passerà all'eliminazione sistematica dei torturatori e dei massacratori delle carceri e delle caserme». Poi. come al solito, Bonisoli se n'è andato, con tutti i suoi compagni. Era appena entrato in aula un altro di quei «pentiti» che la Corte ha deciso di interrogare, Enrico Pasini Gatti.

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