Ora la camorra «vuole» il Napoli

Ora la camorra «vuole» il Napoli Ora la camorra «vuole» il Napoli Due le ipotesi più probabili: il crìmine organizzato punta al controllo totale o pretende solo tangenti Nessun legame con le contestazioni dei tifosi - Il presidente: «Resto qui con la mia squadra e non accetto ricatti da nessuno» - Il suo predecessore, Roberto Fiore: «E* frutto d'una serie di sbagli nella gestione» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — All'allenamento del Napoli, ieri mattina al San Paolo, hanno assistito dodici persone, fra cui due donne e tre bambini. Non ci sono state contestazioni, né in cielo né in terra:' tutto tranquillo sotto il tiepido sole da line estate, pareva un giorno qualunque. La breccia nel muro dello stadio è stata riparata, non sono scoppiale bombe, nessuno ha ricevuto telefonate anonime. Un giorno qualunque. Eppure la tensione non è caduta, e la gente si pone le stesse domande dell'altra notte, quando il tritolo è scoppiato nell'androne di casa Feriamo e nella curva A dello stadio. Ma adesso qualcuno comincia già a fare ipotesi, a dare piccole risposte. «Siamo impegnati a scoprire la matrice dei due episodi — ha detto il capo della squadra mobile di Napoli, Franco Malvano —, a valutare le eventuali connessioni fra teppismo sportivo ecamorra-. Dunque la parola camorra è entrata nel linguaggio ufficiale degli inquirenti, anche se le ipotesi sono molte, e tutte da verificare. Le indagini sono rivolte in tre direzioni: la camorra vuole il Napoli Calcio, qualcuno vuole in Napoli Calcio adottando metodi da camorra, qualcuno (la camorra?) intende imporre una tangente al Napoli Calcio. In tutti i casi appare evidente che gli episodi della notte scorsa non hanno direttamente niente a che fare con la contestazione dei tifosi o con le iniziative di un gruppo di sportivi intenzionati a subentrare a Feriamo alla guida della società. Questo è l'unico dato certo in una situazione davvero confusa, dove calcio, passione tifosa, potere e chissà che altro si mischiano in un cocktail di difficile interpretazione. Tutto è cominciato a settembre, con i fischi alla squadra durante Napoli-Atalanta di Coppa Italia. La contestazio ne dei tifosi si è via via fatta più dura, in una escalation di violenza che è proseguita con gli incidenti nel corso dell'incontro con la Roma, il 9 ottobre, ed è culminata l'altra sera con le bombe al tritolo. Alle spalle della contestazione, diciamo cosi ufficiale, ci sono Roberto Fiore e Antonio Juliano. rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale del Napoli. I tifosi invocano il loro ritorno, vogliono cacciare Feriamo. Due sostenitori di Fiore e Juliano, Nino Galeota e Giuseppe Misso. affittano un aereo con i soldi di un gruppo di commercianti e sorvolano più volte la città con scritte che invitano Ferlaino alle dimissioni. Il eli ma è teso, le accuse reciproche s'incrociano, ma nessuno pensa alle bombe. Ora che sono scoppiate, quasi tutti in città si rendono conto che qualcosa è cambiato, e credono di vedere nella nuova strategia i segni della camorra. Stessa tecnica, stesse intimidazioni, stesso tipo di avvertimento: per questo il clima è carico di tensione, e si temono altri episodi criminosi. Domenica, in occasione della partita con l'Avellino, il servizio d'ordine allo stadio sarà intensificato, agenti in borghese stazioneranno sugli spalti, sarà effettuato un intenso pattugliamento attorno allo stadio. Corrado Ferlaino. intanto, ha prelerito rimanere a Na- m poli: -Voglio restore accanto alia squadra — ha detto —. avevo a/fari da sbrlgare a Mi- lanomali horinviati. Coniun- que. rtbadisco cite non ccdcr(> ai ricatti». Allro non si pub fare: se e stata la camorra, si rifara presto viva. Attomo al- la casa di via Crispi 80. dove abita il presidente. icri non e'erano pattuglie di polizia. non e stata disposta alcuna scoriaarmata. «Dopo la partita con la Ko- ma abbiamo prescntalo un esposto-denunciacontroigno- ti — ha af fermato il direttore generalc del Napoli. Beppe Bonetto —. evidentcmente non si e htenuto di dare trop- po peso agli episodi. E eosi qualeuno ha potuto cnirare indisturbato ncll'androne c mctterc la bomba. Ora.noi del Napoli non vogliamo creare psieost nclla acute. Abbiamo ciriquantamilu persone alio stadio ed & a loro che dobbia mo pensare. II nostra compito 0 di sollecitare gli organi dello Stato a procedere con urgenza ncllinchiesta. Vogliamo im pi'dirc cite la pratica finisca per seìnpre sotto la polvere». Due legali. Alberto Gasparlni e Mario Mignone, sono stati incaricati dal Napoli di seguire passo a passo gli sviluppi dell'inchiesta, al fidata al sostituto procuratore dottor Lucio DI Pietro. Ieri il magistrato ci ha detto: •Stiamo studiando il materiale, abbastanza ricco, stiamo analizzando filmati e fotografie. Una normale pratica istruttoria. Poi vedremo se è il caso di chiamare qualcuno a deporre. E' presto, però, per fare nomi, iti fondo gli episodi sono abbastanza recenti e occorre tempo per il riscontro delle prove». Spinto dagli eventi, ieri pomeriggio si è deciso a parlare anche Roberto Fiore, dopo che i club organizzali dei tifosi (190 sezioni, 14.800 iscritti) avevano in maggioranza ribadito la loro sfiducia n Ferlaino. «Io al Napoli non tornerei mai sulla scia del tritolo — ha detto Fiore —. Guai se qualcuno si permette di fare simili supposizioni. Però è chiaro che le bombe sono frutto dell'esasperazione creata dagli errori di questa presidenza fallimentare. Il problema esiste, bisogna affrontarlo. Io sono pronto a discutere pubblicamente con Ferlaino, dovunque e comunque lui voglia. Un dibattito civile. Personalmente non credo all'intervento della camorra, la situazione, ripeto, nasce dall'amarezza profonda dei tifosi napoletani, elle in tredici unni hanno portato miliardi nelle casse della società senza essere ripagati con una squadra che. lotti per lo scudetto,. «Io sono disposto a tutto — ha concluso Fiore —, a fare il presidente, l'usciere, o anche a stare fuori altri tredici anni. 1/importante è che si faccia il bene del Napoli, La società dovrebbe essere una casa di vetro doi>e tutu possono guardare dentro. E invece i bilanci non li può vedere nessuno». Carlo Coscia mi» Napoli. II cancello della villa del presidenfv del Napoli, Corrndo Ferlaino, dnnneggialo da una bomba nello stesso momenlo in cui il dirigentc sportivo slava discutendo con alcuni giornalisti

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