Come saranno le future Fiat e Alfa

Come saranno le future Fiat e Alfa L'accordo firmato ieri non intacca la «personalità» dei modelli delle Case Come saranno le future Fiat e Alfa Le berline di categoria medio-superiore avranno in comune pianale, supporto motore, cambio, sospensioni, sterzo, dischi freni - Ma le vetture rispetteranno lo siile dei propri marchi - Dove saranno costruite le parti unificate TORINO — L'accordo si elato ieri a Roma tra Fiat e Alfa Romeo si riferisce alle vetture di categoria medio -superiore. Si tratta di berline confortevoli, ampie, con motorizzazioni intorno ai due litri, soluzioni raffinate e prezzi, mediamente, sui 15 milioni. Questi modelli, che gli specialisti del marketing inquadrano nel cosiddetto segmento «E», hanno in Europa un certo peso, soprattutto sul piano dell'immagine e del valore, tecnico e economico, che rappresentano. Qualche cifra. Nei primi sei mesi del 1982 le vetture di tale fascia vendute nei Paesi europei sono state 581.512, ovvero 1*11,2 per cento su un totale di 5.190.700 unità. In Italia, su un mercato di 978.900 auto, ne sono state vendute 66.480 (6,8 cento). La percentuale è più elevata in altre nazioni: 8,1 per la Francia, 10 per la Gran Bretagna, 14 per la Germania e il Belgio. Gruppo Fiat e Alfa Romeo si sono ora trovati nella circostanza, opportuna ai fini di una collaborazione, di rinnovare per il prossimo futuro i loro modelli maggiori. Quelli di Fiat e Lancia usciranno tra il 1984 e l'85, quello della Casa milanese nell'86. Saranno berline di eccellente qualità, probabilmente con motore e ruote motrici anteriori (quindi, delle «tutto avanti»), carrozzerie aerodinamiche, motorizzazioni da 1600 a 2500 ce, comprendenti versioni Diesel clic dovrebbero essere sovralimentate. Queste vetture avranno in comune elementi provenienti dall'industria componentistica (strumenti, accessori, ecc.) alcune parti, il che — è bene precisarlo — non significa affatto somiglianza tecnica e tecnologica. I progettisti di Fiat e Alfa Romeo imposteranno i rispettivi modelli secondo tradizioni, esigenze e obiettivi tipici dei propri marchi, limitandosi a usufruire di certi pe/izi. Come capita già adesso. Vi sono Case che utilizzano, addirittura propulsori di altre marche (la Volvo e a Ford con la Peugeot, la BL con la Honda. l'Innocenti con a Daihatsu). I pezzi in qjestione sono il pianale, c'oe la lastra di base su cui si moir .ino parti meccaniche e canozzeria, le sospensioni anteriori e posteriori, i supporti del motore, il cambio, lo sterro, i dischi dei freni, la struttura dei sedili. Il tutto per un 50 55 per cento del valore dell'aui omobile. Le sospensioni i supporti motore c la. striti .ura dei sedi- li saranno costruiti dall'Alfa Romeo a Arese. La Fiat realizzerà le altre parti nei suol stabilimenti di Mirafiori (pianale), Verrone (cambi), Sulmona e Firenze per il resto. L'impianto di Verrone sarà ristrutturato per fronteggiare le nuove esigenze. Come si può notare, non si parla di motori in comune. L'accordo, quindi, non comporterà alcuno snaturamento nei modelli delle due Case, ma, semplicemente, la possibilità di utilizzare al meglio le capacità produttive dei vari stabilimenti e di realizzare adeguate economie di scala. Ricordiamo che nei primi 9 mesi dell'anno sono state vendute in Italia 14.692 Argenta, 7225 Trevi, 1132 Beta, 2747 HPE e 21.954 Alfetta. Per il futuro, a livello europeo, un obiettivo di 140-160 mila vetture non appare impossibile. Michele Fenu SUPPORTO MOTORE STERZO \ INTELAIATURA SEDILI PIANALE C'ambio ~SCCPEI*.r ")NI' -FRENI--' In evidenza nel disegno le principali parti che saranno montate su! modelli Fiat e Alfa Romeo

Persone citate: Michele Fenu