Sogno di un impiego pubblico

Sogno di un impiego pubblico Sogno di un impiego pubblico Migliaia di candidati affollano i concorsi per posti tranquilli e di scarsa responsabilità - Pensioni facili e «padrone» meno esigente Undicimila concorrenti per cinque posti nell'amministrazione postale. 6000 per 10 scrivanie da applicato comunale, oltre tremila domande per 50 posti da spazzino. Ecco uno spaccato del mondo del lavoro della nostra città, una radiografia delle aspirazioni dei torinesi in cerca di occupazione. Contemporaneamente, viene quasi ignorato il bando di concorso per 420 posti nella scuola per infermieri. Il sociologo non ha difficoltà ad interpreta-, re il contrasto, e parla di «deresponsabilizzazione» generale e di scarsa vocazione all'.fmpegno sociale». Aggiunge il prof. Luciano Gallino, ordinario di Sociologia presso la nostra Università: «Le scelte dimostrano che la gente preferisce un posto tranquillo, rifiutando qualsiasi tipo di responsabilità. Ma la causa non è nello scarso senso civico, è nello stesso mondo del lavoro, che offre pochi incentivi. Infatti, di fronte al bilancio dei costi e dei benefici fra il posto di infermiere e di applicato, è logico che le preferenze vadano alla seconda soluzione, perché sul piano del guadagno non ci sono grandi differenze'. Viene da osservare che, di fronte allo spettro di una prolungata disoccupazione (nelle liste di collocamento di Torino e provincia ci. sono 85 mila Iscritti), anche il più resistente può cedere e accettare, suo malgrado, un lavoro impegnativo. Ma il sociologo fa notare che negli ultimi anni è «aumentata la resistenza alla disoccupazione per via delle pres¬ riderne e della presema, in ogni famiglia, di' almeno un soggetto con un lavoro». Il sindacato è al corrente del fenomeno, giustamente giudicato preoccupante perché la crisi economica consiglierebbe di accantonare le preferenze per privilegiare la certezza di un posto. Dice Giuliano Nozzoli. responsabile del sindacato Enti Locali della Cgil: «In fondo, non è una novità che i lavoratori di II vello medio-basso scelgano l'impiego pubblico con poche responsabilità. Le ragioni non sono solo economiche o di responsabilità. Tutti sanno che spesso è sufflclenteìa terza media, e che il "padrone" è meno esigente. Infine c'è la certezza di avere subito uno stipendio completo. Ma c'è un altro motivo che stimola la vocazione a servire la collettività nell'organizzazione burocratica. Negli enti locali, ad esem-' pio, si può andare in pensione con 19 anni e 6 mesi di servizio per le donne, e con 25 anni per gli uomini, mentre negli uffici statali bastano rispettivamente 14 anni, sei mesi e un giorno, e 19 anni, sei mesi e un giorno. Ancora il sindacalista della Cgil: .L'insicurezza del posto nel settore privato stimola ovviamente la ricerca di un'occupazione in un'azienda pubblica, e appena viene bandito un concorso, le domande sono migliaia. Faccio l'esempio dei lOposti per applicato nel Comune di Torino. In meno di 30 giorni sono giunte 6 mila richieste. E dire che il Comune aveva aperto le iscrizioni dal 1' al 31 agosto.

Persone citate: Giuliano Nozzoli, Luciano Gallino

Luoghi citati: Comune Di Torino, Torino