Prestigiosa gioielleria nel centro di Milano rapinata da 6 banditi: bottino un miliardo

Prestigiosa gioielleria nel centro di Milano rapinata da 6 banditi: bottino un miliardo I malviventi travestiti da finanzieri hanno legato e imbavagliato gli impiegati Prestigiosa gioielleria nel centro di Milano rapinata da 6 banditi: bottino un miliardo MILANO — Colpo da un miliardo ieri mattina in pieno centro a Milano. Sei banditi (due dei quali travestiti da finanzieri) hanno svaligiato in corso Vittorio Emanuele la gioielleria «Franco Gobbi», una delle più lussuose e prestigiose del capoluogo lombardo. Hanno portato via tutto, gioielli orologi e preziosi, lasciando soltanto quello che si trovava in vetrina, per evitare che fuori dal negozio qualche passante potesse accorgersi di quanto avveniva all'interno. La «Franco Gobbi» è una delle più antiche gioiellerie di Milano. La famiglia Gobbi fa questo mestiere da più di un secolo: la ditta è stata fondata nel 1842 (la prima sede era in via Santa Maria Segreta), da allora sono passate quattro generazioni, ma il nome non ha mai perso risonanza. Oggi nel capoluogo lombardo ci sono quattro negozi di preziosi che appartengono ai Gobbi: tre sono di Gastone e uno, quello svaligiato, di Franco Pozzolini Gobbi. La rapina ha fruttato quasi un miliardo. «Forse poco meno», ha detto il titolare. «Po- trebberò essere settecento od ottocento milioni, per stabilirlo con precisione occorrerà fare l'inventario completo». I banditi hanno operato indisturbati per venti minuti. Sono arrivati alle 9,40. In due, con le divise da finanzieri. Il negozio è protetto con vetri blindati, metaldetector, e una porta girevole che si apre dall'interno. I rapinatori si sono presentati davanti all'ingresso, poi. quando il metaldetector, rilevando la presenza delle armi nelle fondina, ha fatto scattare 11 blocco della porta girevole, si sono guardati in faccia, sorridendo. «E adesso? Non possiamo neanche uscire», ha detto uno. Niente paura: i commessi hanno visto i due in divisa e hanno premuto il pulsante per sbloccare la serratura. Appena dentro, 1 banditi hanno spianato le armi, «mani in alto, non muovetevi». Poi hanno invitato una commessa a riaprire la porta per far entrare i quattro complici. I cinque dipendenti — 11 direttore Paolo Martinottl, le commesse Rosa Petrillo, 26 anni, e Silvia Siccardì, 22, gli impiegati Ivo Stoppani, di 34. e Gualtiero De Rosa, di 42 — e un rappresentante di commercio, presente nel negozio, sono stati portati all'ammezzato, legati e imbavagliati. I sei rapinatori, quindi, si sono dedicati, con tutta calma, a rastrellare quanto vi era di valore nell'oreficeria. E non si sono scomposti neppure quando all'ingresso si sono presentati due clienti. Hanno schiacciato il pulsante, poi, estratte le pistole, li hanno portati all'ammezzato a far compagnia agli altri. Dall'esterno, nessuno poteva accorgersi di niente. Le tendine, i vetri scuri e la particolare conformazione delle vetrine impediscono ai passanti di vedere quel che succede dentro il negozio. Per evitare sospetti, poi. 1 banditi si sono ben guardati dall'ai-rat fare 1 gioielli esposti in vetrina. Per venti minuti hanno setacciato tutto il locale e, finito di raccogliere il hot t ino. se ne sono andati. 'Non hanno lasciato proprio niente», ha commentato un impiegato. L'allarme è stato dato solo do¬ po qualche tempo, quando una commessa è riuscita a liberarsi. E' arrivata la polizia. E anche il questore Antonio Pirella. Alle 11 è giunto Franco Pozzolini Gobbi, il titolare del negozio. Non ha potuto fare altro che constatare che di tutti 1 suoi pezzi di valore erano rimasti solo quelli esposti in vetrina. «E adesso che cosa sto qui a fare? Meglio clic chiuda». E ha abbassato la saracinesca. per circa due anni — sono i coniugi Giuseppe e Laura Caglini. di 40 e 33 anni, e il loro figlio Umberto di 6 anni. Il Caglini. che è originario di Camerino, risiede a Milano dove esercita la professione di medico-psicologo. Il natante è stato costruito in un cantiere di Nova Milanese ed arredato a Numana, mentre gli ultimi ritocchi sono stati eseguiti a Civltanova. Si tratta di un'imbarcazione dotata di moderne attrezzature e, oltre alle vele, dispone di un motore diesel da utilizzare in tempo di « bonaccia». A bordo il piccolo Umberto seguirà un ciclo di studi impartito dal genitori in modo che, al ritorno in patria, possa sostenere gli esami da privatista per reinserirsi nella scuola. E' la prima volta, a quanto risulta, che un bambino affronta la circumnavigazione dei continenti. Prima tappa del viaggio Messina; lo scafo proseguirà I poi per Cagliari e le Baleari

Luoghi citati: Cagliari, Messina, Milano, Nova Milanese, Numana