Casse regionali vuote

Casse regionali vuote Mentre si parla di sviluppo e rinnovamento Casse regionali vuote La dura realtà spiegata dall'assessore Testa - Simonelli: «E* cambiato il nostro ruolo» - Sar.lorenzo: «475 aziende in crisi» Le casse della Regione sono completamente asciutte. •Abbiamo dovuto ricorrere all'anticipo presso le banche per 40 miliardi» dice l'assessore Testa. Anticipo di cassa sono tondi che le banche danno (tacendo pagare l'interesse, naturalmente) sulla fiducia che arrivino presto quelli statali e infatti lo Stato è in ritardo con l'ultima rata. Mancano 80-90 miliardi a saldare il conto. ..E' la prima rolta nella sua storia die la Regione ricorre a questo artificio» dice l'assessore. » No — lo corregge Paganelli — è la seconda: nel '74 si richiese un anticipo di cassa per pagare gli ospedali». Questa notizia è venuta quasi al termine de! dibattito sulla situazione economica che ha occupato per due giorni interi il Consiglio regionale. A un certo punto sembrava che il dibattito si fosse trasl ormato in una specie di duello Bastianini-6anlorenzo. prolungando una polemica giornalistica durata mesi sulle cifre della disoccupazione. Baslianlni accusa Sanlorenzo di "Catastrofismo», l'assessore nega, fornendo dati. Anzi, ieri mattina ha presentato un nuovo documento da cui risulta che al 7 ottobre le aziende piemontesi in crisi erano 475 con 64.955 dipendenti in cassa Integrazione. « .i/o il problema l'ero — dice il liberale — è che troppe aziende hanno insistito troppo poco nell'innovazione tecnologica. Se i 1000 miliardi per ristrutturare Bagnoli fossero, per ipotesi, destinati al sostegno della piccola e media azienda piemontese nelle innovazioni tecnologiche, ecco che le cose ca minerebbero». La discussione ha coinvolto nei due giorni i consiglieri Viglione (psi). Alasia e Revelli (comunisti). Montefalchesi (pdup), Borando. Picco e Brizio (democristiani). Vetrino (pri), MignOne (psdi). Tranne rare eccezioni, tutti hanno preso il discorso molto alla larga: si è parlato più di Keynes. Reagan. Thatcher. Strauss, Mitterrand, di Weltare Slate (stato assistenziale) che di Piemonte; tanto che Sanlorenzo ci ha fatto rilevare: .Ho presentato 18 proposte, di cui due sole di carattere nazionale, mi aspettavo risposte su di esse'. Che il problema piemontese sia inserito in quello nazionale e mondiale lo hanno detto tutti; che la giunta non abbia ancora presentato il plano di sviluppo lo ha rilevato ancora una volta come atto d'accusa l'opposizione (e Brizio in particolare lo ha richiesto anche come reazione allo «stillicidio di radiografie della crisi che Sanlorenzo ci fornisce e dalle quali nasce la psicologia del catastrofismo, della rassegnazione») ma in sostanza tutti hanno voluto dimostrare di aver alle spalle buone letture. «Ma non possiamo ragionare di politiche concrete avendo di fronte ideologie» ha chiarito Simonelli e ha invitato a riconoscere, sia pure con rammarico, che -le Regioni non sono più soggetti autonomi di spesa, devono raccordarsi al quadro nazionale, non sono più il grimaldello per trasformare lo Stato nato dall'unità nazionale». Questo Stato si è già trasformato da solo. E Revelll lo ha messo in rilievo segnalando la denuncia che il pei fa da anni «di una crisi strutturale dovuta all'intrecciarsi molto complesso di fattori internazionali ed esteri». Dunque, anche le Regioni devono modificare 11 loro ruolo che per Simonelli significa «accettare il ridimensionamento inserendosi in un processo di rinnovamento generale». Sette ore di discussione giovedì, sei ieri. La conclusione con un documento d'impegno è rinviata a giovedì. Ma soprattutto a quando sarà presentato il piano di sviluppo.

Luoghi citati: Piemonte