Parigi venderà grano all'Urss ma il maxi-accordo è sfumato di Fabio Galvano

Parigi venderà grano all'Urss ma il maxi-accordo è sfumato Così Mosca scoraggia la sfida francese agli Usa Parigi venderà grano all'Urss ma il maxi-accordo è sfumato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Un accordo-quadro per la iornitura di cereali all'Urss, firmato ieri sera a Mosca dal ministro francese dell'Agricoltura, Edith Cresson, e dal viceministro sovietico per il Commercio Estero, Nikolaj Komarov. non ha dissipato gli interrogativi sollevati nei giorni scorsi dal tentativo di Parigi d'inserirsi in un mercato dominato finora dagli Stati Uniti: il documento, infatti, non rivela nella sua parte pubblica i termini precisi dell'accordo. Da fonte francese si apprende che «le cifre sono ancora da negoziare», mentre i sovietici si limitano ad esprimere la speranza di -accrescere gli scambi in modo significativo-. Pare, nella sostanza, che la signora Cresson non sia riuscita nell'ambizioso progetto di lare impegnare i sovietici all'acquisto di tre milioni di tonnellate l'anno, per 1 prossimi cinque anni; Mosca insisterebbe per limitare il quantitativo a poco più della metà (1,6 milioni di tonnellate). La sfida francese al dominio statunitense sembra essere fallita (e la signora Cresson è partita in serata per Leningrado, da dove rientrerà domani a Parigi), proprio mentre il presidente Reagan confermava ieri la disponibilità di Washington a fornire ai sovietici 23 milioni di tonnellate (gli otto previsti dal contratto-base più 15 aggiuntivi). E' delusa la Francia, quindi; ma forse sa¬ ranno anche delusi gli americani, perché gli ultimi ..segnali» indicano una produzione cerealicola sovietica forse superiore alle disastrose previsioni delle scorse settimane. Nei suoi colloqui con la signora Cresson, infatti, il ministro per l'Agricoltura Valentin Mesjats ha affermato che il raccolto dovrebbe essere .medio», quindi superiore al 170 milioni di tonnellate indicati dagli esperti del ministero dell'Agricoltura statunitense. E' forse di fronte alla gradita sorpresa di non avere toccato il fondo (si parlava del peggiore raccolto dal 1975 a oggi) che i sovietici frenano 1 desideri di vendita dei maggiori produttori di grano, a loro volta «colpiti» da un'annata eccezionale e quindi dal pericolo di surplus invenduti. Nell'annata cerealicola 1981-82 (11 calendario va dal 1 ottobre al 30 settembre) si calcola che l'Urss abbia importato 42 milioni di tonnellate: maggiori fornitori gli Usa (14.4 milioni). l'Argentina (13.7), il Canada (9,8), l'Australia (2,8) e la Cee (2). Quest'anno l'Argentina dovrà ridurre le vendite, e cosi anche l'Australia, colpita da siccità. Se Parigi ha giocato, dopo gli screzi per il gasdotto siberiano, la sua «carta del grano» in chiave di sfida a Washington, è possibile che proprio i sovietici abbiano voluto evitare di restare coinvolti in una manovra del genere, per mantenere con gli americani l'unico contatto non inquinato da polemiche e durezze politiche. Fabio Galvano

Persone citate: Cresson, Edith Cresson, Nikolaj Komarov, Valentin Mesjats